Victoria
"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."
Luigi Pirandello
Il mio corpo seminudo giaceva sul letto: non indossavo il reggiseno, ma solo i miei slip di pizzo bianchi, i miei preferiti. Mi morsi il labbro e poi me lo inumidii con la lingua, mi sistemai meglio sul materasso e posai le mani sul mio addome.
«Mia piccola Margherita», mi sussurrò all'orecchio mentre iniziò a baciarmi il collo, provocandomi dei brividi lungo la schiena e le braccia. «Sei così bella», mi allargò le cosce e si posizionò meglio su di me. Scese con la bocca lungo i miei seni, baciandoli uno per volta, poi mordicchiò il capezzolo destro indurito e totalmente eccitato. Afferrai la sua testa e strinsi i capelli tra le dita, per poi spingere più a fondo il suo capo.
«Baciami tutta», mormorai tra un ansimo all'altro e lui scese con le sue labbra sino alla mia pancia. Arrivò all'ombelico strusciando la sua bocca e tirando fuori la lingua. Iniziò a leccarmi e a mordicchiare la pelle vicina e scese ancora, aumentando i miei ansimi. Chiusi gli occhi e inarcai la schiena spingendo il bacino verso di lui, che, delicatamente, mangiucchiava la mia pelle e ci respirava su, amplificando il desiderio di avermi.
«Peccato che tra poco devi svegliarti, mio Piccolo Bocciolo, altrimenti...», disse con voce roca mentre lentamente mi abbassò gli slip. «Ti farei provare l'orgasmo più intenso della tua vita, se solo me lo permettessi», respirò lentamente sul mio pube e lo accarezzò con le labbra, strusciando il labbro inferiore.
«C-cosa?» Balbettai e riaprii gli occhi.
«Non svegliarti», disse e poi, improvvisamente, la sua figura si fece sempre più lontana da rendersi poco nitida. Sbattei gli occhi più volte fino a che, Derek Moore, non scomparve completamente sotto le mie pupille.
«Ehi piccola Vic.» Avvertii un'altra bocca baciarmi la guancia e accarezzarmi la schiena nuda.
E così, mi svegliai, rendendomi conto che fosse solo un sogno.
Un sogno dal quale non avrei voluto svegliarmi.
«Luke?» Domandai ancora assonnata.
«E chi, altrimenti?» Mi fece girare a pancia in su e si posizionò sopra di me, iniziando a baciarmi in maniera pura e casta. «Buongiorno... Vorrei tanto sapere la tua testolina cosa stesse sognando. Sai?» Con le mani mi accarezzò il seno e scese lungo l'addome.
La mia testa stava seriamente dando di matto... E pensai veramente che mi ci volesse una seduta da uno psicologo.
«Nulla di importante», curvai le labbra e gli diedi un bacio sulla guancia, ansimando leggermente per il suo tocco.
«Mmm... Forse sognavi il secondo round di questa notte?» Mi baciò dietro l'orecchio, succhiando il lobo e mordendo fortemente coi denti.
Voltai lo sguardo verso la mia sveglia ed erano le sette e trenta del mattino e io avrei dovuto già essere in auto diretta in azienda.
Maledizione.
«Luke, devo andare», gli dissi cercando di distaccarmi da lui.
«Ne sei proprio sicura?» Alzò leggermente il suo corpo dal mio e in pochi secondi mi arrotolai le lenzuola attorno al corpo.
«Sì, mi dispiace», gli diedi un bacio casto e poi mi alzai dal letto, andando frettolosamente al bagno e fiondandomi sotto la doccia.
«È stato sensazionale, cazzo.» Udii la voce di Luke echeggiare nel bagno, mentre io insaponavo nella maniera più veloce possibile il mio corpo.
Sì, io e Luke quella notte avevamo fatto... Sesso.
E mi sentivo così tremendamente stupida e in colpa per mentire così a Luke.
Per lui è stata una delle notti più grandiose della nostra relazione, e per me, invece, è stata una come tante, dove mentii ancora sul fatto che non prendessi la pillola.
In realtà, non mi piaceva l'idea di concedermi a lui senza preservativo. Per me era qualcosa di troppo intimo e che, se mai fossi riuscita a condividere, di certo, sapevo che non sarebbe mai accaduto con Luke Holland.
Le avevo nascoste nel mio armadio, all'interno di un cassetto sotto alcune scartoffie, in modo tale che non potesse vederle.
Mi sentivo impura.
Mi sentivo cattiva.
Ma non potevo forzare qualcosa che, per assurdo, dipendeva totalmente da me.
Perché la nostra relazione ormai dipendeva da me e dalla mia presa di coraggio nel dire una volta per tutte basta.
Ma in cuor mio, non gli avrei negato una possibilità in più.
Indossai un vestitino blu notte a bretelline che mi arrivava fino alle ginocchia, aderente al petto e che cadeva morbido dalla vita in giù, completato da un cinturino.
Optai per un paio di stivaletti bianchi sino al ginocchio di pelle opaca, una collana a giro collo e un paio di orecchini semplici al lobo. Mi truccai leggermente e raccolsi i capelli in una mezza coda, lasciandoli mossi e senza una piega ben definita.
Ritornai in camera, afferrai la mia borsa e la giacca.
«Quanto sei bella», mi disse rimanendo a letto ancora semi nudo.
Il mio cuore non sapeva se distruggersi o battere più forte con i suoi complimenti.
Perché la mia mente era proiettata verso tutt'altro.
Diamine, io pensavo a Derek Moore in maniera malsana.
Lui era malsano e io molto probabilmente mi stavo ammalando.
«Grazie, Luke», gli sorrisi guardandolo dallo specchio. «Stasera non aspettarmi... Farò più tardi del previsto. Dobbiamo organizzare la mostra e gli ultimi preparativi. Okay?»
«Non preoccuparti piccola, stasera mi vedo con un amico», si alzò con solo i boxer addosso e si avvicinò a me baciandomi la testa.
In realtà non sapevo che Luke Parker avesse tutti questi amici, ma, non me ne curai, perché almeno sapevo che fosse impegnato.
«Okay, okay», mi girai e gli diedi un altro bacio che lui intensificò, insinuando la lingua.
Sforzati di provare qualcosa, Victoria.
Anche per la vocina nella mia testa stavo risultando una terribile stronza.
Mi staccai, gli feci un cenno con la testa e afferrai anche le chiavi della macchina.
«A stasera», mi allontanai da lui e scesi immediatamente le scale, pronta per affrontare quella giornata.
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The Silence of a Promise
عاطفيةHo fatto un gioco con un Piccolo Bocciolo di Margherita. La bambina mi ha promesso di non parlare. E se avesse parlato, le avrei staccato i suoi petali e le avrei fatto male. Proprio come hanno fatto con me. Ho fatto una promessa. Non ricordo ben...