Victoria
"Mi piace chi si guarda, fino ad arrivare a dirsi tutto."
Charles Bukoswki
Avvertii un formicolio lungo la mia spina dorsale, qualcosa di caldo e bagnato solleticarmi la pelle e delle mani bloccarmi entrambi i polsi.
Una scarica di piacere intenso attraversò in maniera rude ogni terminazione nervosa e un gemito mi uscì dalla bocca.
Riaprii gli occhi di scatto e inarcai la schiena, per poi sollevare lentamente la testa e notare il capo di Derek Moore incline in mezzo alle mie cosce.
«Buongiorno, Fiorellino», sussurrò con voce roca mentre strusciava le labbra nel mio interno coscia, facendomi rabbrividire.
«D-Derek», balbettai tentando di muovere le braccia ma con scarsi risultati.
«Ero tanto curioso di assaggiarti a colazione», disse sensualmente e spostò la bocca sul mio clitoride provocandomi degli spasmi muscolari. Posai i piedi sulle sue spalle e allargai le gambe, permettendogli un più ampio accesso alla mia intimità già bagnata.
«Sono buona?», domandai cercando di trattenere i gemiti mentre la presa ai miei polsi divenne sempre più stretta.
Cominciò a leccare tra le mie grandi labbra e a succhiare ogni centimetro del mio sesso. Fece colare un po' di saliva dalla bocca e poi ci soffiò sopra delicatamente.
Mugolai per l'estremo piacere mentre i suoi occhi erano fissi su di me. «Sei squisita.» Rispose e prima di affondare nuovamente la sua bocca dentro di me, continuò a fottermi solo con le parole. «E ti mangerò fino a che potrò.»
«C-cosa significa?»
«Che fino a che non arriverai al piacere più intenso e illegale, la mia bocca rimarrà fissa esattamente qui», mi baciò un punto sensibile facendo flettere la schiena. «E tu non ti muoverai. Sono stato chiaro, Fiorellino?»
Annuii lentamente, mentre venni invasa da brividi scuotenti ed eccitanti.
«Non ho capito», ammiccò con prepotenza.
«Sì», risposi lievemente.
«Non ti sento, Victoria», mollò la presa solo ad un polso e con la mano libera mi tirò una pacca sulla mia intimità. Sussultai di scatto per il gesto e strinsi i denti.
«Sì Derek, cazzo», squittii alzando il tono di voce mentre il mio sesso chiedeva di essere riempito il più velocemente possibile.
Necessitavo della sua bocca e del piacere che solo lui riusciva a trasmettermi.
«Brava Bambolina», disse soddisfatto e affondò nuovamente la sua bocca dentro di me. Mollò anche l'altra presa dal polso e con entrambe le mani divaricò le grandi labbra. Introdusse la lingua per poi muoverla in maniera esperta.
Mosse le mani lungo le mie cosce, accarezzandole e stringendo la pelle tra le dita. Poi, le posizionò sul mio bacino muovendomi contro le sue labbra.
«O-oh», mugugnai qualcosa di incomprensibile mentre le gocce di sudore tappezzarono le mie tempie.
Attorcigliai le gambe attorno alla sua testa, spingendolo sempre più a fondo. Sentii il suo respiro caldo sul mio clitoride, il mio basso ventre contrarsi e l'orgasmo avvicinarsi sempre più.
Le prime luci del mattino si fecero vedere timidamente dalla vetrata della stanza mentre le sue mani continuavano a salire e scendere lungo tutto il mio corpo.
«Succhiale Fiorellino...» Ordinò passando l'indice e il medio sulla mia bocca, mentre lentamente si distaccò da me. Cominciai a succhiarle con ardore e intensità, fortemente eccitata e desiderosa di raggiungere l'apice estremo del piacere. Quando furono sufficientemente impregnate, le uscii frettolosamente, infilandole poi nella mia vagina fradicia. Le mosse con velocità, mentre l'altra mano posò sul mio ventre e la bocca tornò a succhiare tutto ciò che aveva a disposizione.
Mossi il bacino per intensificare i movimenti e quel gesto scatenò la sua ira.
«Cosa stai facendo, Victoria?»
Si bloccò, ma il mio bacino continuò a ripetere quei movimenti repentinamente, facendomi godere ancor di più.
«Non fermarti», mormorai mentre avvertii l'orgasmo farsi sempre più vicino.
Sospirò pesantemente, per poi posizionarsi sopra il mio corpo. «Ho appena iniziato.» Sussurrò con voce roca al mio orecchio.
Si abbassò il pantalone di tuta che aveva addosso, le mutande e con un colpo secco scivolò dentro di me.
Mi scappò un gemito breve, e mentre iniziò a baciarmi con passione, si mosse con velocità urtando contro il mio bacino in maniera violenta.
Mi bloccò nuovamente i polsi sopra la mia testa con entrambe le mani, donandomi dei colpi rudi e profondi che mi mozzarono il respiro.
Il mio corpo era stremato, avvertii i muscoli contrarsi e il mio corpo cedere sotto al suo, scolpito dal Diavolo in persona.
La sua potenza e forza sovrastò la mia e mi sentii terribilmente piccola e impotente.
«Dio, Derek», dissi distaccandomi lentamente dal suo bacio prolungato.
«Trattieni ancora un po', Fiorellino, ho bisogno di scoparti ancora», asserì contro la mia bocca. «Non mi basti mai», dichiarò mentre altri colpi secchi mi fecero trattenere il fiato.
Non sapevo quanto ancora avrei potuto resistere ma per il modo in cui lo stavamo facendo, ero convinta che il tempo stesse per scadere.
Infilò la lingua nella mia bocca e lo lasciai fare, abbandonandomi allo stremo delle mie energie al suo corpo possente.
«Mi dispiace Derek», sussurrai in maniera oscena mentre tutto il mio corpo si riempì di brividi e di spasmi.
Chiusi gli occhi, avvertii il cuore in gola e un orgasmo intenso attraverso ogni mia sinapsi, facendomi quasi gridare.
Boccheggiai per prendere aria mentre lui infilò le mani sotto la mia schiena, stringendomi a lui e sollevandomi leggermente dal materasso.
«A me di più, Bocciolo», disse strozzando un gemito mentre il suo sperma invase ancora una volta la mia intimità. Venne anche lui, in maniera più pacata, rispetto alle ultime due volte.
Ma rimaneva un dono di Dio e bello come il Diavolo in persona.
«P-perché?», trasalii cercando di riprendere fiato mentre il suo corpo lentamente si distese al mio fianco.
Cercò di ricomporsi come meglio potesse e rimase qualche secondo in silenzio. Poi, si girò verso di me, asciugandomi lentamente il sudore dalla fronte.
«Perché non hai idea di tutto quello che ancora voglio provare con te.»
C'era dell'altro? Non bastava avermi presa tre volte nel giro di quattro ore?
«Derek non per altro, ma, credo che il mio corpo abbia bisogno di...»
«Non adesso, Bocciolo.» Mi rassicurò per poi alzarsi le maniche della felpa e scoprendo i suoi tatuaggi.
Ero indecisa se avvicinarmi a lui o rimanere dove fossi. In realtà, non ricordavo neanche come mi addormentai durante la notte.
Allungai la mano verso il comodino e sbloccai il mio cellulare: erano le sei del mattino.
Avevo ancora un po' di tempo per riposare ed era quello che volevo fare, perché sapevo che mi avrebbero aspettato dei giorni di fuoco.
Mi girai col busto mentre lui guardava il soffitto con le mani dietro la testa.
«Non dormi?», gli chiesi.
«E tu?»
«Vorrei.» Mi limitai a dire. Ci guardammo per un brevissimo istante e sembrò capirmi al volo.
«Vieni qui.» La sua voce era autoritaria ma dichiarò tutta la sua voglia di avermi con lui, ancora per poco. Mi prese tra le braccia, stringendomi al suo petto. Poi passò una mano sui miei folti capelli e li accarezzò con cura, sciogliendo i piccoli nodi che si erano creati. Decisi di non dire niente e di chiudere gli occhi, godendomi quegli ultimi istanti.
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The Silence of a Promise
RomanceHo fatto un gioco con un Piccolo Bocciolo di Margherita. La bambina mi ha promesso di non parlare. E se avesse parlato, le avrei staccato i suoi petali e le avrei fatto male. Proprio come hanno fatto con me. Ho fatto una promessa. Non ricordo ben...