«𝐂ioè, tu mi stai dicendo che mentre fumavi, un ragazzo si è seduto accanto a te e ti ha letto inspiegabilmente nella mente, dandoti "la risposta più importante della tua vita"?» chiese Mellory, massaggiandosi le tempie.
«Esatto!» annuì la mora
«Sei sicura che le medicine che ti ha dato la psicologa non abbiano effetti collaterali?»
Nives sbatté la testa contro il tavolo, procurando un forte tonfo, che fece voltare alcuni studenti.
Era il momento più bramato dagli studenti: la ricreazione.
E le due ragazze se ne stavano sedute ai banchi, parlando tra loro.«Te lo giuro, Mellory! Nessuno mi ha mai dato una risposta più mirata della sua! È come se mi avesse capita perfettamente con un solo sguardo!» spiegò per forse la millesima volta la mora.
«E dimmi, almeno era carino?» chiese Mellory ridacchiando, facendosi più vicina a lei.
«Non...Non lo so, non l'ho visto in faccia», la ragazza abbassò lo sguardo.
«Oh Dio, aiutami tu! Avrebbe potuto essere tranquillamente un pedofilo o peggio, uno stupratore, e tu ti sei fatta psicanalizzare da lui?», la rossa sembrava seriamente scandalizzata.
«Sai almeno come si chiama? Ho molte conoscenze, magari lo troviamo!» chiese Mellory eccitata
Nives stava per rispondere, ma poi si rese conto di non sapere nemmeno quell'informazione così banale.
«Nives! Ti prego! Io sto cercando di aiutarti a trovare questo qui, visto che ne sei così attratta, e tu non sai nemmeno come si chiama?»
«Mi è sfuggito di mente, okay? Non mi sembrava così essenziale in quel momento, chiedergli il nome» spiegò la mora
«E poi non ne sono attratta, mi sono solo stupita che un ragazzo si fosse messo a parlare con me, tutto qua.» concluse dopo pochi secondi.
——————
𝐀ll'uscita da scuola, Mellory provò a convincere Nives ad accompagnarla a comprare un vestito, poiché pochi giorni dopo sarebbe uscita con un ragazzo.
«E va bene!» disse Nives, ormai esasperata
«Ti adoro!» la rossa l'abbracciò
Tornata a casa, Nives si buttò sul letto, e prese la sciarpa nera appoggiata sul comodino.
Se la rigirò tra le mani, ripercorrendo per circa la millesima volta quella conversazione.
L'avrebbe mai rivisto?
Avrebbe mai avuto l'occasione di parlarci nuovamente?Non ne era certa, ma in fondo ci sperava per una serie di motivi:
1- gli avrebbe restituito la sciarpa
2- gli avrebbe chiesto il suo nome
3- avrebbe avuto la possibilità di fargli altre domande, e ricevere quindi altre risposte.Si era effettivamente stupita di come, in così poco tempo, avesse pensato costantemente al ragazzo.
Il suo telefono squillò, nella tasca posteriore dei jeans a vita bassa che la ragazza portava.
Lo prese, e sgranò gli occhi notando il mittente della chiamata: Mellory.Si era totalmente dimenticata dell'appartamento con Mellory, e sicuramente la rossa si sarebbe incavolata con lei.
«Hey!», disse Nives, rispondendo imbarazzata
«DOVE SEI?!», Mellory, dall'altro capo del telefono, urlò così forte che Nives dovette allontanare il telefono dall'orecchio.
«Ho avuto problemi di stomaco!, devo aver digerito male il pranzo!», inventò una scusa al volo, sperando che la ragazza ci cascasse.
«D'accordo, ti sto venendo a prendere, ma quando busso, muoviti a scendere!», disse chiaramente Mellory, prima di staccarle il telefono in faccia.
Nives sospirò, prima di scendere dal letto e darsi una leggera occhiata allo specchio.
Fece un movimento ormai abituale:
Si alzò la maglietta e si girò di profilo.La mora non aveva mai avuto problemi con il suo fisico, anzi le piaceva. Però, dopo aver lasciato danza dopo ben 7 anni, iniziò a temere di ingrassare.
Quindi, tra un pasto e l'altro, guardava il suo profilo.
Nives temeva di ingrassare perché sapeva che se avesse dovuto seguire una dieta, per cercare di perdere peso, sarebbe finita in ospedale.
Ferma dinanzi allo specchio, la mora si perse nei suoi pensieri, tantoché parve risvegliarsi quando il campanello suonò.
Si abbassò la maglietta, si passò una mano tra i capelli mori e scese le scale, prendendo il giubbotto con all'interno l'immancabile pacchetto di Marlboro Rosse.
Andò ad aprire, ed immediatamente la rossa la tirò per un braccio, trascinandola fino alla macchina.
Passarono circa due ore e mezza a girare negozi, per trovare il fantomatico "abito perfetto" richiesto da Mellory.
Erano ormai le sei e mezza, e Nives non voleva fare altro se non buttarsi sul letto e dormire fino alla mattina dopo.
«Comunque non penso di poterti riaccompagnare a casa», disse Mellory, con gli occhi fissi sulla strada.
«E perché?», Nives sperava stesse scherzando, aveva un sonno che la stava uccidendo.
«Devo andare a casa di Tom», disse la rossa con disinvoltura.
Tom?
Ma settimana prossima non deve uscire con Xavier?Decise di non fare domande, in fondo Mellory era fatta così.
«E mentre voi...voi, io cosa dovrei fare?», chiese la mora, imbarazzata
«Se non erro ha un fratello», disse maliziosa Mellory, guardandola alzando le sopracciglia.
Preferivo ascoltarli farlo, piuttosto che dovermi ritrovare a parlare con un ragazzo sconosciuto, in casa sua.
Parcheggiarono dinanzi ad una casetta grande il giusto per due persone.
Mentre scendevano dalla macchina di Mellory, Nives cominciò a rovinarsi lo smalto rosato, che era messo precisamente sulle sue unghie.
Mellory bussò, e ad aprire fu un ragazzo alto e con lunghi capelli.
Da quando a Mellory piacciono... questo tipo di ragazzi?
«Avete bisogno?», sorrise il ragazzo
«Dov'è Tom?», chiede diretta Mellory.
«Uh, capisco, TOOOM!», urlo poi il moro, facendo sobbalzare Nives
Dopo pochi minuti scese un ragazzo alto, con dei dreads biondi sulle punte, e dei vestiti di almeno sei taglie più grandi della sua.
Le fece entrare, offrì loro qualcosa e poi portò Mellory in stanza con lui.
E così, Nives si trovò a parlare con il ragazzo che aprì la porta a lei e la sua migliore amica, nel salotto di una casa di uno — anzi, due — perfetti sconosciuti.
SPAZIO AUTRICE
eccoci con un nuovo capitolo!
fatemi sapere cosa ne pensate.
nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle😋😋
love u all ❤️😼
~cri (ciccì)<3
STAI LEGGENDO
𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓
Fiksi Penggemar«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?» «Duemila» 𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve. Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve in...