𝖿𝗂𝖿𝗍𝗁 𝖺𝖼𝗍.

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𝐈 Tokio Hotel partirono per qualche settimana, visti i loro evidenti impegni dati dalla fama.

Nives in quel momento si trovava al bar, intenta a lavare le tazze di tè sporche.

Magdeburgo era afosa, forse un po' troppo visto che all'inizio di agosto mancava ancora una settimana.

La mora era triste per l'assenza dei ragazzi, ma era felice perché esattamente un mese prima aveva dato il suo primo bacio.

Era innamorata di Bill, era ovvio.
Ma non solo del suo lato estetico o caratteriale.
Era innamorata del modo in cui la guardava, di come le parlava, del modo di accarezzarle i fianchi oppure di darle baci sulla testa.
Era innamorata del suo profumo inebriante, della sua risata contagiosa e dei suoi occhi color miele.

Era tentata di mandargli un messaggio e spiegargli cosa significasse per lei quel giorno, ma aveva paura di sembrare patetica.

«Arrivederci», disse quando l'ultimo cliente  della giornata uscì.

Sospirò sentendo nuovamente il silenzio calare nel bar
.
Con calma prese le proprie cose ed uscì, chiudendo la saracinesca.

Erano giorni che non sentiva il corvino, per sapere come stesse si affidava ai molteplici forum ed a MySpace.

La madre sarebbe tornata circa due giorni dopo, per cui era ancora da sola.

I gemelli Kaulitz le avevano lasciato le chiavi di casa, dandole la possibilità di andare lì e sentirsi meno sola.

Quella sera però decise di tornare nella propia residenza per sistemare un po' di cose nella sua stanza.

Mentre passava davanti alla porta dei fratelli, sul marciapiede, vide una piccola luce dalla finestra, e sgranò gli occhi.

Qualcuno era entrato?!

Si precipitò alla porta sul retro, trovandola socchiusa.

Con le mani che tremavano la aprì lentamente, stando attenta a non fare rumore.

Entrò di soppiatto ed iniziò a camminare nel buio più totale, cercando di non inciampare.

Capì di essere entrata in cucina quando sentì il marmo sotto le dita.

Prese dei respiri profondi, cercando di calmarsi e mantenere la calma.

Improvvisamente sentì due mani issarla ed iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi.

Scalciando sentì un lamento da parte della persona che la teneva.

Vennero poi accese le luci, e subito alzò lo sguardo.

Vide Tom e Gustav davanti a lei che la guardarono prima di scoppiare a ridere, e subito girò il capo verso sinistra, vedendo Georg che la teneva.

«Voi... non erano... oddio... mi avete fatta spaventare», disse con l'affanno mentre risentiva il pavimento sotto le scarpe.

I tre risero sonoramente, e lei incrociò le braccia al petto, imbronciata.

«Non siete simpatici, pensavo fosse entrato qualcuno», disse, e Tom la strinse in un abbraccio.

«Bill?», gli chiese mentre lo abbracciava.

«Nives, non ci vedi da settimane e la prima cosa che fai è nominare mio fratello?», ridacchiò il ragazzo con i dread

«Scusatemi, mi è venuto spontaneo», si scusò imbarazzata

𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora