𝐕enerdì arrivò presto, e con esso, anche la disperazione di Nives su cosa mettersi.
«Per andare in discoteca, discoteca, discoteca...», mormorava Nives, scavando tra i suoi vestiti.
Dopo più di mezz'ora, si stancò ed optò per una gonna di jeans a vita bassa, non sapendo cosa metterci sopra.
Vide, sul fondo dell'armadio una canottiera bianca, e non ricordandosi quando l'avesse comprata, la prese.
Se la portò al petto, ed avvicinandosi allo specchio notò che come abbinamento sarebbe andato veramente bene.
Arrossì ricordandosi di quando Bill, la settimana prima, sollecitò quanto stesse bene con quel colore.
Decise di mettere quella, accompagnata da degli stivali neri di pelle.
Era un outfit molto diverso dal solito, infatti si chiedeva anche perché avesse quella gonna e quella canottiera.
Improvvisamente udì un clacson, e salutando in fretta la madre uscì di casa.
Una grande macchina nera era davanti a casa sua, con la portiera leggermente aperta.
La aprì ed incontrò i volti familiari di Tom, Bill e Georg, e vide poi un altro ragazzo biondino seduto accanto a loro.
«Ciao ragazzi!», salutò timidamente chiudendo la portiera.
«Nives, lui è Gustav», Bill le presentò il biondino, e lei gli sorrise timidamente, vedendo il ragazzo salutarla leggermente con la mano.
Partirono, e ben presto si iniziarono a sentire delle urla e dei forti rumori, facendo spaventare la mora.
Non le piacevano i rumori forti e tantomeno le urla, le mettevano ansia ed agitazione.
«Che succede, Nives?», le chiese Bill seduto dinanzi a lei.
Erano disposti in due file di sediolini, una dinanzi all'altra: Georg, Tom e Nives su una e Bill e Gustav sull'altra.
«Niente, solo... perché urlano?», chiede guardando Bill
«Perchè ci siamo noi, Nives, ci hanno visti», le rispose, mettendole una mano sul ginocchio.
Gli altri tre intanto si erano messi ad ascoltare la conversazione straniti.
«Voi? E che c'entrate, voi?»
«Nives, non sai chi siamo?», Gustav la guardò stupito.
«No, non sarete mica dei boss mafiosi?!»
I quattro scoppiarono a ridere, e Bill disse all'autista di accendere la radio.
Dopo vari cambiamenti di frequenze, si udì la voce di uno speaker radiofonico:
«Ed oggi , a farci compagnia in questa fredda sera, ci sono i Tokio Hotel, una band del momento.
Inoltre questa sera per loro è in programma l'anteprima del loro nuovo album "Scream", in una discoteca privata di Magdeburgo.»E subito iniziò una canzone.
Una batteria.
Una chitarra elettrica.
Un basso.
Ed infine, una voce.Gli altri la guardarono sorridendo, mentre lei se ne stava lì, a bocca aperta.
«Siete voi?», si lasciò scappare Nives.
«Sì Nives, siamo noi, e siamo alquanto confusi e sorpresi, visto che non sembrava che ci conoscessi, prima», disse Tom accanto a lei.
«È una cosa positiva, giusto?», chiese Nives, alzando lo sguardo verso i quattro.
«Positiva, ovviamente. Molte persone si fingono nostri amici solo per ricavarne qualcosa», disse Bill
«Abbiamo fatto da poco un concerto qui, ad inizio anno», iniziò Gustav
«Era sold-out», Tom la guardò maliziosamente.
E poi, un flash.
Erano loro i ragazzi del cartellone
Erano loro la band che aveva causato l'assenza di clientela al bar.
Erano loro, e Bill era il cantante.Arrossì rendendosi conto che tutte le celebrità per cui aveva una cotta, erano cantanti.
«Pensa te che coincidenza», pensò lei.
La macchina poi si fermò, e le portiere furono aperte.
Prima un flash, poi dieci ed infine mille.
Nives si sentì stordita, e rimase paralizzata appena scese dalla macchina.
Una mano strinse la sua e la trascinò dolcemente all'interno della struttura
«Tutto bene, Nives?», le chiese Bill, con ancora la sua stretta attorno alla fredda mano di Nives.
«Credo di sì », rispose sospirando, calmandosi.
«Se non ti senti a tuo agio dimmelo, ti farò venire a prendere dal nostro autista e ti farò subito portare a casa», le disse Bill accarezzandole la mano, per poi iniziare a camminare, con Nives al suo seguito.
Era ancora stordita da tutte le attenzioni che stava ricevendo, ma poi si svegliò dal suo stato di trance.
«Grazie, ma non credo che ne avrò bisogno», disse, e Bill si girò sorridendole.
«Voi, ci convivete con questa cosa? I flash, i paparazzi...», Nives iniziò un nuovo discorso, per non cascare nel silenzio imbarazzante.
«Da anni, ormai», disse Bill alzando le spalle, come se non gli importasse.
Nives alla fine capì di essere nei camerini dei ragazzi, perché improvvisamente le passò Tom senza maglietta davanti, facendole spalancare gli occhi.
«Ti piace ciò che vedi, Nives?»
«Tom, piantala!», disse Bill alterato, e solo ora Nives notò la sua figura alta dinanzi allo specchio, intenta a truccarsi.
«Ho capito, non fare il geloso!», Tom rise e andò via, lasciandoli soli.
«Nives, potresti prendermi il pennello per l'ombretto da lì dentro, per favore?», le chiese Bill, il suo tono tornò dolce.
«Uhm, certo», disse lei prendendo un pennello a caso dalla pochette nera di Bill, sperando di aver inconsciamente avverato la sua richiesta.
«Grazie!», le sorrise prendendolo, per poi iniziare a truccarsi, e Nives iniziò ad osservarlo:
Il viso concentrato, l'ombretto perfettamente sfumato ed il viso armonico.
«Ti piace ciò che vedi?», scherzò Bill, sentendo lo sguardo della mora sulla sua figura.
«Stavolta sì», rispose senza nemmeno accorgersene, rendendosene conto solamente qualche secondo dopo.
Lei arrossì e lui rise.
«Nives, non ci sai proprio fare con il trucco, vero?», Bill si girò leggermente verso di lei.
«No, perché?»
«Nives, mi hai dato un pennello che serve per fare l'eyeliner con l'ombretto nero, non quello che serve per sfumare»
«Mab, potevi dirmelo almeno!», lei si lasciò scappare un sorriso
«Non volevo metterti in imbarazzo»
spazio autrice
CIAO CUORIII, ECCOMI QUII!
gli esami sono finiti, io sono uscita con 10 e spero che a tutti voi siano andati bene.
che ne pensate di questo capitolo, a me piace tantissimo!
vi ricordo di seguirmi su tiktok!
mi chiamo cri_shifting❤️🩹.
ci leggiamo presto!
love u all ❤️ 😼
~cri<3
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𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓
Fanfiction«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?» «Duemila» 𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve. Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve in...