se il capitolo vi piace lasciate qualche stellina e qualche commento, ne sarei felicissima! buona lettura❤️!
𝐍ives si arrabbiò con sé stessa.
Le settimane passavano e lei continuava ad aspettare di ricevere delle scuse o almeno un messaggio, ma il telefono non squillò nemmeno per un momento.
Ormai era arresa al proprio destino: due settimane dopo avrebbe compiuto 18 anni, e lei non avrebbe mai provato l'amore adolescenziale.
Ormai era quasi la fine di aprile, ed il giorno del suo compleanno, il 13 maggio, era vicino.Desiderava con anima e corpo provarlo, capire come ci si sentisse, ma evidentemente il destino non era dalla sua parte.
Però, pensandoci bene, aveva avuto la sua prima delusione adolescenziale, non era del tutto un fallimento.
Il suo compleanno lo avrebbe festeggiato con i suoi genitori, a casa.
Avrebbe tanto voluto invitare i ragazzi, ma sapeva che non ci sarebbero riusciti.
«Allora neo-diciottenne, come stanno andando i preparativi per la festa?», le chiese Tom
«Li ho finiti ancor prima di iniziarli», rispose ridacchiando
«Perchè?»
«Lo festeggerò con i miei genitori, a casa»
«Che?! non farai tipo una mega festa?»
«Sono letteralmente la regina dell'asocialità, pensavo lo sapessi»
«Quindi mi stai dicendo che non hai nessun amico con cui passare il tuo diciottesimo?», le chiese il ragazzo quasi sbalordito
«Sì? Non mi pesa molto come cosa»
«Tour del cazzo», mormorò il ragazzo, facendola ridere.
Dopo poco i due si salutarono, e subito Tom trascinò gli altri tre nella sua stanza.
«Nives tra due settimane farà il compleanno»
«La mia sorellina cresce», disse il biondo, asciugando una finta lacrima.
«Immagino già che festa che farà», disse Georg battendo le mani sorridendo
«Il punto è questo, lei non farà nessuna festa.
Trascorrerà la giornata con i suoi genitori»«Lei non ha tipo una migliore amica?... aspetta come si chiamava... Melanie tipo?», chiese Bill, sorprendendo i tre.
Era ormai da tempo che non parlava della ragazza, e questo suo intervento li lasciò spiazzati.
«Mellory? le aveva impedito di vederti perché sei mio fratello, lo sai?
Ma lei se n'è fregata ed è rimasta senza amicizie, per te.
La sua unica amicizia siamo noi», Tom guardò il gemello con sguardo arrabbiato, cercando di farlo pentire ancora di più .«Cazzo», sussurrò Bill, abbassando la testa.
Il silenzio si fece largo nella stanza, mentre ogni membro dei Tokio Hotel si perdeva nei propri pensieri.
«Non possiamo far rimandare nessuna tappa, vero?», chiese Georg, cercando di trovare un'alternativa.
«No, è tutto sold out, ormai è fatta», disse Gustav, ormai arreso.
I quattro rimasero in quella stanza per circa mezz'ora, in silenzio, cercando di trovare un escamotage per andare alla festa della loro amica e festeggiare con lei
Improvvisamente il corvino si alzò di scatto ed uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
«Che casino», disse Tom, appoggiando la testa sul cuscino.
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13 maggio 2007
𝐈l giorno del compleanno di Nives iniziò abbastanza bene, almeno secondo lei.
Suo padre era tornato da New York solo per poter passare con lei quel giorno così importante, mentre sua madre le aveva preparato dei pancakes deliziosi per colazione.
Era grata di ricevere tutte quelle attenzioni, anche se per un giorno.
«Grazie», disse imbarazzata prendendo in mano il pacco che i suoi genitori le porsero.
«Oddio!
Grazie grazie grazie!», li abbracciò istintivamente quando vide un quadernino spuntare dalla carta regalo argentata.Aprì definitivamente la confezione, e vide che sulla parte bassa della copertina era ricamato il suo nome in corsivo, seguito da una didascalia.
Nives.
Pura come la neve.Subito dopo tornò in camera, poiché i suoi genitori andarono a lavoro.
Suo padre era tornato da New York, certo, ma aveva un'altra causa in un tribunale, stavolta lì vicino.
Stesa sul letto iniziò a scrivere su quel quaderno, che trattava come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
Successivamente si addormento, e quando si svegliò poco dopo l'ora di pranzo, affamata scese le scale.
Nel frigo c'era una torta al cioccolato dalla pasticceria migliore della città, la sua preferita.
Saltellando andò in soggiorno, e sedendosi sul divano iniziò a mangiarla, urlando di gioia quando vide che stavano trasmettendo il secondo film di "Ritorno al futuro".
Inevitabilmente pensò a Bill, alla loro ultima cena insieme ed al loro ultimo appuntamento, ma poi si concentrò sul film e sulla sua torta.
Quando finì di mangiare ed ormai nel piatto rimasero solo le briciole del pan di spagna al cacao, si alzò e andò in cucina, mentre il film continuava in sottofondo.
Prese poi dalla tasca del suo giubbino il solito pacchetto di Marlboro rosse, ed uscì andando in veranda, con l'intento di fumarla.
Socchiuse la porta, in modo che l'audio del film fosse ancora udibile.
Portò la sigaretta vicino alle labbra ed iniziò a pensare.
La sigaretta era ormai terminata, e così rientrò in casa.
Iniziò a lavare il piatto che usò per mangiare, e quando si girò per tornare in camera sua, vide un uomo avvicinarsi a casa sua.
Subito si allarmò, ed andò a chiudere la porta a chiave.
Si appoggiò alla porta, ed il suono del campanello la fece sobbalzare.
Non aprì, e poi sentì il suono di qualcosa che veniva lasciato dinanzi alla porta.Dallo spioncino vide l'uomo andare via, e spaventata aprì la porta.
Un mazzo di giacinti era lì, davanti alla porta.
Si stupì, ma poi un pensiero si fece spazio nella sua mente quando lo prese in mano.
Erano tutti bianchi.
Il giacinto era sempre stato descritto come il fiore del perdono, ed il bianco invece simboleggiava la bellezza.
«Oddio sto per avere un mancamento», si appoggiò allo stipite della porta per sostenersi, quando una consapevolezza iniziò a farsi strada in lei.
Con riluttanza aprì il bigliettino, stringendo forte il legno che aveva affertato con le mani.
«My darling dear, love you all the time»
spazio autrice
BUONASERA, SIAMO QUI.
niente da dire, solo scleri e pianti.
ci leggiamo presto!
love u all ❤️ 😼
~cri<3
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𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓
Fanfic«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?» «Duemila» 𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve. Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve in...