«𝐌ellory, ti prego!», disse esasperata Nives, mettendosi le mani sul volto.
«Dai Moretta, non sarà così male conoscere nuove persone!», provò nuovamente la rossa a convincerla.
Mellory si era messa in testa di dover far integrare Nives nel suo gruppo di amici, ma alla mora sembrava un qualcosa fuori dal mondo.
Aveva tanta ansia per ciò che avrebbero potuto dire su di lei.
D'altronde, si sa, “ogni simile ama il suo simile”, e quindi, cosa ci si poteva aspettare da Mellory e dalle sue amicizie?.«Io ci rinuncio!», si arrese la rossa, portandosi le braccia sotto il seno.
Nives fece un sospiro di sollievo, sollevata dal non dover fare nuove conoscenze.
Quando era determinata, qualche anno prima, a scacciare via l'ansia, cercava in ogni modo di fare nuove amicizie, dando a parlare anche a qualche cliente al bar, ma ora non le importava più.
Stava benissimo da sola, non aveva bisogno di amici con cui uscire o un ragazzo con cui avere una relazione.
Anche se, a volte, mentre usciva da scuola le capitava di notare qualche coppietta, e sorrideva amaramente pensando «Ma quand'è che tocca a me?».
Ma in fondo, se non era capace di fare amicizia, come sarebbe stata capace di avere una relazione amorosa?.
Uscita da scuola, si diresse al bar con l'ombrello stretto nella mano destra ed il suo fedele pacchetto di Marlboro Rosse, nella sinistra.
La pioggia scendeva veloce e delle folate di vento la facevano rabbrividire.
Arrivata al bar si mise subito al bancone, pregado tutti i Santi che il locale non sarebbe stato vuoto, come qualche giorno prima.
Subito arrivarono due ragazze bionde, con un seno prosperoso e delle magliette con una stampa sopra.
Mentre le salutava per educazione, cercava di capire quale fosse la stampa, e dopo qualche secondo si rese conto: sopra le magliette c'era la stampa di quella boyband dell'insegna.
Sbuffò mentre si spostava alla cassa, aspettando che le ragazze si muovessero a prendere i loro thè freddi dal frigo, per poi andare via.
Le sue preghiere furono ascoltate, visto che le ragazze pagarono velocemente e poi uscirono.
Per il resto del pomeriggio, arrivarono molte persone, il che le fece fare un respiro di sollievo.
Finito il suo turno, si diresse in un parchetto vicino al bar per fumare, e poi andò verso casa.
«Dove sei stata?!», la voce furiosa di sua madre riecheggiò per tutto l'atrio.
«Ho fatto il turno di sera», rispose neutra.
«E certo che hai fatto il turno di sera, sembra che tu voglia stare il più lontana possibile da casa!», la donna continuò ad urlare.
Allora qualcosa capisce!
«Macchè mamma, ti starai facendo i tuoi soliti film!», dice iniziando a salire le scale, per scappare via da quella situazione.
«È ovvio che tu abbia detto questo!, cosa potevo aspettarmi da una persona arida come te?!», urla la madre, bloccando ogni pensiero di Nives.
Quel termine.
Arida.
Si sente soffocare e sale le scale, ignorandola.
Se magari questo termine glielo avesse detto un suo compagno di classe, non ci avrebbe dato peso.
Ma è stata sua madre a dirglielo, e questo le pesava ancora di più.
Si chiuse la porta della sua camera alle spalle provocando un tonfo, per poi stendersi sul suo letto.
Arida. Senza sentimenti.
E come al solito, mille paranoie le frullarono in testa.
«Forse è per questo che nessun ragazzo mi si avvicina. Sono senza sentimenti»
«Forse sono destinata a rimanere da sola,come dice la mia professoressa di greco.»
E come al solito, si addormentò mentre pensava, come se nemmeno la sua testa riuscisse più a sostenere il peso di tutti quei pensieri.
EI AMORIII!
scusate l'attesa per questo capitolo!
come state?
fatemi sapere!
love u all ❤️😼
~cri<3
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𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓
Fanfiction«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?» «Duemila» 𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve. Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve in...