𝐈nutile dire che i due ragazzi non si videro né sentirono più.
Nella mente di Nives, però, la figura di Bill appariva più e più volte durante il giorno.
Ogni volta che ripensava al sorriso del corvino, ai suoi occhi castani e al suo inebriante profumo, una domanda si faceva largo tra i suoi pensieri: mi starà pensando?.
Aveva anche provato a parlarne con Mellory, e la scena che si ripeteva puntualmente era:
«Andiamo, Nives!, ancora che ci pensi?»
Si, ancora ci pensava, e forse anche troppo.
Ci pensava perché forse lui non la fece sentire "strana" o "diversa" durante il tempo passato insieme.
O forse perché le aveva dato più attenzioni di quante gliene avessero mai date in vita sua.Sta di fatto che, comunque, la mora si arrabbiasse con se stessa più volte al giorno per non aver chiesto il numero al corvino.
Sapendo perfettamente che anche se le fosse passato per la testa, quel pomeriggio non ne avrebbe avuto il coraggio.Voleva rivederlo, ne sentiva il bisogno.
Ma se lo avesse fatto, avrebbe mancato di rispetto a Mellory, la sua unica amica.
Quella amicizia era tossica e lo sapeva, ma non riusciva a sopportare il fatto di dover stare nuovamente sola.
Ma perché devi farti trattare così?
Provava a convincere sé stessa di non aver bisogno di vedere Bill e di litigare con Mellory.
La rossa però ogni giorno parlava di Tom e “Del modo maleducato che ha di comportarsi”, quando in realtà quella ad avere torto era lei.
La mora sentiva ribollere il sangue nelle vene ogni volta, ogni fottuta volta.
Nives era sempre stata oscurata dalla figura di Mellory, tutti finivano per andare da lei, e la mora rimaneva lì, a fissare.
«Le cose belle non richiedono attenzione» le diceva sua nonna da piccola, ma a quanto pare i ragazzi preferivano chili di trucco e relazioni senza sentimento ad un amore adolescenziale semplice e stupendo.
——
Nives si preparò, uscì e andò a scuola.
Prese l'autobus stando il più attenta possibile a non scontrarsi con nessuno e guardava fuori dal finestrino.Arrivata alla fermata più vicina alla scuola, scese, e non appena varcò la soglia del cortile, eccola: Mellory.
Con un altro ragazzo, per l'ennesima volta, in una settimana.
I nervi iniziarono a salire e le sue mani si strinsero in due pugni, si diresse a passo spedito verso di lei senza pensarci due volte.
«Perchè cazzo, perché?!», disse la mora, giunta davanti a lei.
«Perchè cosa?», la rossa sobbalzò e si girò verso di lei.
«Perchè non posso rivedere Bill, perché?!»
«Dio, ancora!?, te l'ho spiegato-»
«E a me non interessa, io voglio rivedere Bill, Mellory, perché non posso?!»
«Perchè è il gemello di Tom!», si infuriò la rossa
«Chi è Tom!?», il ragazzo con cui Mellory si stava baciando poco prima intervenne.
«Nessuno, tesoro, sta tranquillo», disse, e le bastarono un paio di occhiate dolci e qualche carezza per dissuadere il ragazzo.
«Vuoi rivedere Bill?, vai!, ma non rivolgermi più la parola»
La mora girò i tacchi e se ne andò, non sarebbe andata a scuola, un giorno di stacco non avrebbe fatto male, dopotutto.
Tornò a casa e sbatté la porta, la madre non c'era, quindi poteva fare ciò che voleva.
Aveva un sacco di dubbi in testa, e uno di questi era la scelta che doveva fare: Bill o Mellory?
Se avesse scelto Mellory, Bill sarebbe scomparso, andandosene via improvvisamente, proprio come era venuto.
Se avesse scelto Bill, avrebbe perso la sua unica amicizia — perdi più tossica — ma forse in cambio ne avrebbe ricavato quell'amore adolescenziale che tanto bramava.
Mise la testa nel cuscino del divano e pensò, pensò e pensò, cercando di arrivare ad una soluzione.
Senza nemmeno accorgersene si addormentò, e venne svegliata dal rumore della porta che sbatteva.
«Nives!, non dovresti essere a scuola?», la madre la guardò con sguardo di rimprovero.
«N-non sono stata bene», disse la mora stropicciandosi gli occhi.
«Senti, Nives... È successo qualcosa?, in questo periodo si vedo strana, non era mai successo», la madre si sedette accanto a lei sul divano, accarezzandole una spalla.
Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno e aveva bisogno di un consiglio, perciò spiegò tutto alla madre — senza ovviamente contare il particolare in cui parlava con Bill su una panchina in piena notte —.
«Quelle come Mellory è sempre meglio perderle che trovarle, lo sai, e perdi più il suo ragionamento è altamente privo di senso.
Quindi, figlia mia, io ti consiglio di lasciarla perdere e fare ciò che ritieni giusto.
Sai quante altre amiche troverai!, invece, il ragazzo giusto, di cui ti innamorerai alla follia, s'incontra una volta sola»spazio autrice
CIAO CUORII, SCUSATE L'ASSENZAAAAA
sono tornata, anche se ultimamente sono molto impegnata con la questione esame-tesina.
love u all ❤️ 😼
~cri<3
STAI LEGGENDO
𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓
Fanfiction«Quanto ti identifichi nella neve da uno a cento?» «Duemila» 𝒩ives Schmid, una ragazza che porta il nome di ciò in cui si identifica di più: La neve. Essa, infatti, ha un significato molto profondo dalla psicologia, poiché secondo Freud «la neve in...