𝗌𝖾𝗏𝖾𝗇.

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(leggete lo spazio autrice dopo la lettura vi prego🥹🥹🥹)

𝐍ives pensò alle parole della madre ininterrottamente.
Doveva darle retta? Doveva andare da Bill?.

Mi prenderebbe per pazza nel caso dovessi andare a bussargli alla porta.

La mora si stava preparando per andare al bar, e poi successivamente sarebbe andata dalla sua psicologa.

Effettivamente era da un po' che non andava dalla dottoressa, ed era da un po' che saltava i turni di lavoro.

Arrivata al bar, accese le luci ed iniziò ad accendere i riscaldamenti.

Ben presto iniziarono ad arrivare i clienti abituali: una coppietta di anziani, seguiti poi da un uomo in giacca e cravatta e per ultima da una donna con un vestiario stravagante.

Le ore iniziarono a passare, e così anche il tempo iniziò a cambiare.
Infatti, il colore grigiastro però quasi privo di nuvole della mattina venne sostituito da una grandissima pioggia, che porto Nives ad auto-maledirsi per non essersi portata un ombrello.

Era ormai il crepuscolo, e Nives non vedeva l'ora di arrivare dalla dottoressa per parlarle di ciò che stava accadendo nella sua mente.

Ad un certo punto, però, un uomo con uno smoking grigio ed una cravatta rossa entrò nel bar, portando Nives ad alzarsi dallo sgabello sul quale si era seduta.

«Posso aiutarla?» chiese la mora, cercando di sembrare il più cortese possibile.

Inizialmente pensava che questo lavoro l'avrebbe aiutata ad esprimersi meglio ed a farla crescere personalmente, ma così purtroppo non fu.

Alla fine non ne rimase nemmeno molto delusa, poiché non era questo il lavoro che sognava.

Nives avrebbe voluto entrare all'università e laurearsi in giurisprudenza.

Amava studiare, ma la sua ansia sociale non le faceva dare mai il meglio di sé, e dunque era arrivata a pensare che proseguire gli studi all'università sarebbe stato un fallimento.

«Buonasera, volevo chiederle se ritenesse possibile lasciare una valutazione sulla funzionalità adeguata dei riscaldamenti.» disse l'uomo con voce roca.

Quest'ultimo le passò poi un modulo ed una penna, e Nives sospirò, capendo che di tempo ce ne sarebbe voluto un po'.

Iniziò poi a sentire dei borbottii provenienti dall'estero, e ruotando leggermente il capo si ritrovò a sgranare gli occhi.

Tom e Bill erano lì fuori.

Riportò velocemente la sua attenzione al modulo, pregando tutti gli Dei esistenti che i due non l'avessero vista.

Cercò di scrivere il più velocemente possibile per concludere la situazione con l'uomo dinanzi a lei, che la guardava spazientito.

«Ecco a lei» disse la mora, porgendogli nuovamente il modulo

L'uomo andò via e Nives si alzò dallo sgabello, fingendo di sistemare le tazzine del caffè per controllare se i due fossero ancora lì fuori.

Le loro figure non c'erano più, e Nives si prese un momento per respirare, fin quando non sentì nuovamente la porta aprirsi.

Si girò, e i due ragazzi la guardarono sorridendo.

«Buonasera, volete ordinare qualcosa?», sorrise lei, cercando di sembrare il più disinvolta possibile.

«Eravamo passati per un saluto, o meglio, Bill era passato per un saluto», ammiccò Tom, indicando il fratello con un cenno del capo.

I battiti del cuore di Nives iniziarono ad accelerare e le mani iniziarono a sudare.

«Hey», disse Bill, sorridendole dolcemente

«Hey» rispose la mora arrossendo, distogliendo lo sguardo dai due ragazzi.

In seguito a questa minuscola conversione ci fu un silenzio imbarazzante, e l'unica cosa che Nives desiderava fare in quel momento era scomparire.

«Bill si stava chiedendo se volessi essere accompagnata a casa» disse Tom

«Tom, che cazzo!» lo sgridò il più alto.

«Almeno il messaggio è stato recepito, demente!»

La ragazza li guardò e scoppiò a ridere, portando i due ragazzi a girarsi verso di lei.

«Scusate!, non volevo ridere, lo giuro!» disse la mora continuando però a ridere.

«Comunque io dopo non vado a casa, dovrei andare a fare una visita», continuò

«Se vuoi posso accompagnarti comunque, non ho nulla da fare dopo» disse Bill, e Nives potè giurare di averlo visto arrossire.

«Oh, va bene!» sorrise la mora.

Ben presto Tom si dileguò, fiero della passeggiata che aveva fatto guadagnare al fratello per merito suo.

«Andiamo?» disse Nives chiudendo la saracinesca del bar.

I due si incamminarono, e la pioggia continuava a battere forte.

Nives cominciò a pensare, come aveva fatto a sapere che lavorava lì? non glielo aveva mai detto.

«Come hai fatto a sapere che lavoro al bar?», lo guardò timidamente.

«Diciamo che ho i miei metodi..» le fece l'occhiolino, e Nives sentì una vampata attraversare il suo corpo.
Perché si sentiva così?

Arrivarono dinanzi al palazzo dove la dottoressa faceva studio, e la mora si fermò dinanzi al portone.

«Siamo arrivati» disse la mora sorridendogli.

«Vuoi che ti aspetti qui?» chiese Bill dolcemente.

«Tranquillo, piove anche, non c'è bisogno»

«Oh, va bene... Allora, ci... vediamo?», disse il ragazzo incerto.

«Se vuoi, certo» sorrise la mora

«Ah, e poi», aggiunse Bill, iniziando a frugare nella tasca del giubbotto di pelle.

«Questo è il mio numero, così magari possiamo sentirci, sempre se ti va', ovvio» concluse, passandole un piccolo foglietto stropicciato.

«Certo, allora ci sentiamo»

Il moro annuì, e la ragazza gli fece un cenno con la mano, iniziando a salire le scale.

«Ah, e comunque», disse improvvisamente Bill, facendola girare.

«Ti sta bene il bianco», la mora sorrise istantaneamente.

«Oh..grazie»

Appena arrivata alla seconda rampa di scale, quando Bill non poteva più vederla, la mora iniziò a saltellare.

Si mise le mani sulle guance sentendole bollenti e fece una risata silenziosa.

Arrivò nello studio della dottoressa, ed improvvisamente il citofono suonò.

Era l'unica in sala d'attesa, e quindi si sentì obbligata ad andare a rispondere.

«Chi è?»

«Ti dispiace chiamarmi, quando arrivi a casa?, così sto più tranquillo!»

Nives si sentì nuovamente andare a fuoco.

«Va bene, Bill, ti chiamo dopo»

spazio autrice
CUORIII, SCUSATE DAVVERO SE NON MI SONO FATTA SENTIRE, MA CON LA TESINA QUA😭.
che ne pensate di questo capitolo? a me piace tantissimo!.
fatemi sapere‼️
love u all ❤️ 😼
~cri<3

𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora