EPILOGO

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PARTE UNO

La camminata cadenzata di Aiden fece terribilmente rumore.
Eppure, oltre a lui lì fuori non vi era più nessuno.
Scarlett e la figlia sparirono oltre le nubi grigiastre che imbrattavano il cielo scuro.
Improvvisamente, il troppo silenzio gli ricordò di dover fare più in fretta.
Per quanto Ivan fosse bravo ad intrattenere i suoi soci, tutto aveva un limite.
Sicuramente la lunga assenza di Aiden dava da pensare a parecchi di loro.
Tuttavia, giunto quasi all'entrata della villa, uno dei sicari di Ivan teneva ben stretta la ragazza che avrebbe sostituito Scarlett.
Qualcuno le aveva fatto indossare lo stesso vestito che ore prima apparteneva a Scarlett.
La ragazza era docile e non dava alcun fastidio.
Molto probabilmente era stata drogata.
Aiden si massaggiò le tempie, stufo e impaziente di mettere fine a quella sceneggiata.
Perciò, con due falcate riuscì a oltrepassare i gradini che portavano direttamente all'entrata principale.

Al centro vi trovò un grande tavolo pieno di cibo già servito.
Ad occupare i posti, invece, vi erano tre dei soci compreso Ivan che sedeva a capo tavola.
Tutti lo guardarono attentamente, ed era proprio quello che Aiden voleva.
Ogni minima mossa avrebbe fatto la differenza, anche la più banale.

Prese le chiavi dell'auto e le gettò appositamente sul tavolo accanto al piatto ancora vuoto.
Pure quel gesto era di vitale importanza per procedere con il piano.
Ivan limitò lo sguardo esattamente alle chiavi, fu proprio in quel momento che afferrò il concetto.
Aiden stava già procedendo.
Quest'ultimo, con fare sicuro si accomodò e si versò da bere.
Scelse del vino rosso Francese, ingoiò il liquido mentre la domestica oltrepassava le grandi colonne in marmo che si stagliavano imponenti vicino al tavolo.
Si trascinò dietro il carrello contenente tutte le portate per poi iniziare a servire il cibo ancora fumante.

Naturalmente nessuno avrebbe mangiato. Ma i soci non lo sapevano ancora.
Aiden era scocciato, non faceva altro che attendere una delle domestiche che avrebbe riferito l'ennesima menzogna.
Tutta la servitù era stata avvertita, ammaestrata per bene affinché nessuno sbagliasse una minima mossa.

Intanto Ivan diede inizio ad una conversazione più o meno formale. Ciò rendeva il tutto meno sospettoso.
Nel frattempo, la domestica tanto attesa seguitò fino a fermarsi dinanzi ad Aiden che, timidamente proferì: « Signore, sua moglie sta poco bene, richiede la sua presenza».

Aiden la liquidò immediatamente, lasciando stridere con forza la sedia sul pavimento.
Abbassò il capo, rivolgendosi agli uomini che lo osservarono privi di emozione.
Anche se, in tutta onestà, la gravidanza di Scarlett era per tutti l'unico appiglio sicuro per avere un futuro erede a capo.

«Arrivo subito», li mise al corrente, atono.

Tuttavia, percorse nuovamente il salone e senza dare nell'occhio varcò l'uscita secondaria.
Sotto il portico vi era la ragazza con addosso il vestito di Scarlett e il sicario che la teneva stretta e immobile.
«Lasciala a me, puoi andare. Avvertì Ivan».

Mentre l'uomo si scrollò la ragazza, Aiden la sorresse per le braccia e la mantenne dritta giacché faticava a stare in piedi.
In quel momento, mentre riprese a camminare, nessun senso di colpa gli attraversò il petto rigido.
Per la sicurezza di Scarlett e del bambino avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche uccidere una povera innocente.
Adesso era più che certo, il sicario aveva già avvertito Ivan e gli altri uomini avevano già sentito tutto e, presi dalla curiosità, si sarebbero affacciati al balcone per guardare.

Così, senza mai fare voltare la ragazza, proseguì a mantenerla dritta e l'aiuto a camminare verso l'esterno della villa.
Dove, oltrepassata la strada, la Maserati nera aspettava solo di esplodere.
Aiden si voltò verso l'unico balcone che dava al salone.
Non si sbagliava mai.
Tutti erano lì che osservavano la scena, curiosi.

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