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Come sempre, tutto procedeva secondo i piani di Aiden.

Quest'ultimo rilassò le spalle contro la poltrona in pelle e con enorme piacere osservò la figura minuta di Scarlett, estremamente convinta di averla avuta vinta dal momento in cui negò sfacciatamente tutto.
Ma non sapeva che Aiden  avesse previsto tutto quanto.

Ivan si trovò in un limbo alquanto movimentato.
Aveva le mani legate e in quel momento non seppe come comportarsi data la presenza di estranei.

Quella era sicuramente una questione delicata e da risolvere tra le proprie mura domestiche.
Far sapere i fatti suoi ad uno dei suoi soci poteva complicare le cose.
In futuro Aiden avrebbe potuto anche ricattarlo se solo avesse voluto.

Perciò, avvolto dall'ira, lanciò una fugace occhiata ad Aiden e trascinò fuori dallo studio la moglie in cerca di un posticino più appartato.
Si era già esposto abbastanza e di continuare non ne voleva assolutamente sapere.

Dopodiché, quando lo studio si liberò dalla loro presenza, Aiden assunse una postura più minacciosa e osservò cupo la ragazza seduta davanti a lui.

«Perché hai mentito?» le domandò serio.

A quel punto lei scrollò le spalle con indifferenza.

«Mi hai proibito tu stesso di farmi i fatti altrui. Non è di mia importanza rivelare cose che non mi appartengono. E poi, non sono una spiona. Tu sei un infame, invece». Rispose a denti stretti, ignorando il fatto che potesse punirla per la posizione scomoda in cui lui stesso oramai si trovava.

Ma era proprio questo che Aiden desiderava ascoltare.
In verità sperava che non avrebbe detto la verità, in quel modo era lui stesso ad averla in pugno.
La stava semplicemente manipolando come faceva solitamente ma con un'eccezione: la ragazza non si accorse di niente.

Ciò fu un punto a suo favore.
Scarlett tirava fuori quel coraggio solo perché era incinta e Aiden non avrebbe mai fatto niente per farle del male.
Però, allo stesso tempo, non capiva che facendo così non poteva procedere con l'aborto.

Aiden ebbe la conferma in quell'istante che lei stessa preferiva proteggersi dietro una gravidanza piuttosto che disfarsi di quel bambino e affrontarlo.

Allora, per avere una certezza in più, le mise pressione, fingendo che la cosa non lo toccasse minimamente: «Domani stesso procederai con l'aborto, è quello che hai già deciso, giusto? Per quanto riguarda le nostre conversazioni in sospeso ne riparleremo tra qualche giorno, so aspettare». Terminò malvagio, alzandosi di scatto dalla poltrona per lasciarla da sola.

Si recò alla porta e prima che potesse mettere un piede fuori la voce delicata di lei fermò i suoi passi pesanti.

Aiden, ancora di spalle, sorrise compiaciuto dalla reazione impaurita della moglie.

«Aspetta», balbettò lei, incredula di sentirsi dire una cosa del genere.
Allora Aiden le avrebbe permesso davvero di abortire, pensò tra sé e sé.
Ma dopo, come si sarebbe comportato con lei?

L'avrebbe davvero trattata come un'estranea?

Ma il punto non era questo, la cosa più importante che premeva maggiormente era la consapevolezza di poter distruggere tutto.
Ogni cosa aveva un filo conduttore che l'avrebbe stritolata giorno dopo giorno.

Scarlett

Aiden mi diede le spalle con estrema strafottenza.
Non potei negare che il suo comportamento nei miei confronti apparve più che insolito.

Con la mia bugia verso Ivan, l'avevo portato a fargli fare una brutta figura.
Eppure, non stava facendo niente per farmi male.

Addirittura mi ricordò con estrema indifferenza che avrebbe acconsentito all'aborto.

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