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Abbandonarmi al piacere era la via più facile.

Quella di cui avevo bisogno al momento.

Aiden mi aveva espressamente chiesto di decidere.
Avrei potuto lasciarlo fare.
Farmi toccare da lui non mi creava più alcun problema, anzi.

Ma io avevo già compreso abbastanza bene che convivere con un uomo come lui comportava- molte volte - episodi al quale avrei dovuto ascoltare e tacere.

Io stessa, esigevo che mi venisse sbattuto in faccia come sarebbero andate le cose.
E pareva che Aiden non avesse alcuna intenzione di tralasciare ogni dettaglio e mettermi da parte.

Osservai le sue dita abbandonare le pieghe già umide della mia intimità e posarsi sulla mia coscia.

Aiden aveva recepito il mio volere, quindi, interruppe il tocco senza farsi pregare più di tanto.

In tutta onestà ero rimasta delusa dal suo comportamento.
Si era svegliato una settimana prima e non aveva avuto nemmeno la decenza di farmi sapere niente.

E, l'unica ipotesi a cui potei aggrapparmi fu quella che, secondo lui, a nessuno importava davvero delle sue condizioni.

Ora, in quel preciso istante, non sapevo come comportarmi nei suoi confronti.
Fortunatamente era sempre lui a evitarmi giri interminabili di parole che non avrebbero avuto alcun senso.

Tuttavia, mi afferrò per i fianchi e mi lasciò scendere dalle sue cosce.

Ero attonita, persa in un mondo tutto mio.
Scoprire che si fosse svegliato così in poco tempo e senza essere preparata a tale notizia mi scombussolò a tal punto da credere di star sognando.

Con un gesto rapido e senza farmi accorgere, infilai la mano sotto al vestitino per sistemarmi le mutandine.
Intanto gettai l'occhio sulla bottiglia di scotch mezza vuota e dopo ritornai a fissare Aiden.

Quest'ultimo piantò le mani sui braccioli della poltrona per poi tirarsi su con una spinta brutale.
Istintivamente mi avvicinai per aiutarlo a reggersi in piedi.

Peccato che l'occhiata di dissenso che mi lanciò mi fece pentire di averci provato.

Mantenni una punta di indifferenza e senza fargli capire niente mi mossi all'indietro.

Aiden proseguì con una camminata abbastanza lenta e controllata fino a raggiungere quello che scoprii essere un bagno.

Trovai l'ambiente molto sobrio e sofisticato.

Quella lì era di certo una clinica privata abbastanza costosa.
Brad aveva scelto più che bene il posto in cui farlo curare.
Pareva essere un albergo piuttosto che un ambiente ospedaliero.

Subito, spostai l'attenzione nuovamente su Aiden.
Quest'ultimo si fermò dinanzi l'enorme specchio incassato al muro frontale e posò entrambi i palmi delle mani sul ripiano in marmo del lavabo e mi osservò attraverso lo specchio.

«Scarlett», mi richiamò, usando un tono di voce che lasciò trapelare una certa esigenza.

«Sì?» mormorai sull'attenti.

«Prendi la bottiglia di scotch e portala qui». Ordinò, indicando la poltrona in lontananza con un solo cenno del capo.

Non c'era alcun bisogno che mi indicasse il punto esatto, l'avevo già adocchiata prima.

Annuii e basta.
Il perché la volesse con tanta urgenza non mi interessava affatto.

Svogliatamente mi diressi lì, presi la bottiglia in mano per poi ritornare da lui e posare il liquore proprio vicino la sua mano.

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