V capitolo _ Un sentore molto friulano

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Raoul è stato rapito ormai da quattro mesi...

Selene aveva chiuso gli occhi facendo memoria

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Selene aveva chiuso gli occhi facendo memoria. Ricordava vividamente quella mattina. Le sembrava di essere di nuovo lì, e l'alcova dell'Emilia Romagna, insieme a Lucas e la sua voce, diventavano eco distanti.

Come sappiamo che è stato rapito? – le chiese la voce lontana di Lucas.

Selene era entrata nel corridoio diretta alla stanza di Raoul. Era un vecchio ostello dismesso che passava inosservato, il luogo perfetto per un cacciatore dove pernottare durante una missione. La cacciatrice aveva ancora in mano il sacchetto con la colazione che profumava di pasta calda, quando aveva trovato la serratura della porta sfondata. Si era fermata annusando l'aria umida: c'era odore di sudore e stress. Entrando di soppiatto aveva trovato la camera vuota, ma qualunque cosa fosse passata dentro portandosi via Raoul l'aveva fatto con la forza di un uragano.

Segni di colluttazione, impronte di gomma da scarpe sul pavimento, l'hanno trascinato via. Non hanno sparso sangue...

Non era totalmente vero, una traccia di sangue c'era. Un orecchino per la precisione, che Raoul aveva saputo strappare a uno degli aggressori. E Selene l'aveva sentito subito dall'odore...

Lupi mannari.

Selene odiava i mannari. Erano diventati la sua specialità, perché erano anche la sua maledizione. Le avevano rovinato la vita, e così lei aveva iniziato a dare loro la caccia. Ma sembrava che il tempo delle ritorsioni non fosse ancora concluso... e questa volta c'era andato di mezzo Raoul.

C'erano tre scie di sentore, forse quattro.

La ragazza aveva raccolto tre campioni certi di mannari, più un quarto sentore più particolare, un piccolo drappo di stoffa che odorava di sapone, naftalina, cera d'api per scarpe e vino. Un umano? Un civile, un'altra vittima; oppure un complice?

Aveva bisogno di altri indizi.

Per terra c'era uno scontrino...

Era stato stampato in un bar fuori città; non era stato facile trovarlo per Selene, ma interrogare la barista si era rivelato fruttuoso. I licantropi ci erano andati giusto il pomeriggio prima, e la barista si ricordava di loro per l'assurda commessa: avevano chiesto ciascuno una tazza di tè caldo senza zucchero e una spremuta di frutti di bosco e granella di noci, da mesciare insieme. I mannari sono dipendenti dalla teina, e le trasformazioni li rendono suscettibili allo stress ossidativo, aumentando il loro fabbisogno di sostanze antiossidanti.

Un paio di testimoni in più avevano detto che erano arrivati con una Fiat Ducato, un classico furgone da operaio. Il mezzo perfetto se la tua attività è quella di rapire persone. Potevi nasconderci fino a una dozzina di adulti privi di sensi, legati e imbavagliati, senza vetri che permettessero ai passanti di vedere al suo interno. Purtroppo i testimoni non avevano potuto fornirle la targa per esteso, ma avevano raccolto le iniziali:

Il sentore del mostro _ I figli di AitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora