XI capitolo _ Occhi inquisitori

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Lucas conosceva mezzo mondo, e l'altra metà aveva sentito parlare di Lucas. Tuttavia Selene non si sarebbe mai aspettata di vedere il vecchio mentore usare tanta familiarità con il Vassallo del Friuli. La ragazza li spiava, ora l'uno ora l'altra, e avrebbe giurato che un tempo ci fosse stato del tenero tra quei due; il cacciatore e la scolta: chi l'avrebbe mai detto.

«Che ci fai da queste parti, Tecla – continuava Lucas con fare canzonatorio – non ci sono più mostri da accudire nel triestino?»

In effetti il Vassallo regionale era necessariamente anche la scolta del capoluogo di regione, in quel caso Trieste. Ma la domanda di Lucas era puramente retorica; come Selene anche lui aveva ben chiaro del perché il Vassallo si fosse scomodato di persona. E la faccenda era grave.

«È morto un mio sottoposto – confermò Tecla, poi fulminandoli con i suoi occhi gialli – e l'ultima volta che è l'hanno avvistato è stato in compagnia di due cacciatori di frodo.»

"Avvistato da chi?" pensava Selene. Quindi c'era un testimone dello scontro con il mannaro, un civile? Ma il bofonchiare imbarazzato del damerino con i baffi risolse i suoi dubbi.

«Sei il librario di quella scolta, non è vero? – gli fece infine la ragazza.

L'uomo passò prima gli occhi su Tecla, come cercando il permesso di presentarsi: «Esatto sono il librario del signor Ottavio. Be', "ero", a questo punto... – quindi fece un mezzo inchino con un sorriso affettato – Amedeo del Bon, al vostro servizio, signorina.»

Selene non sapeva perché non ci avesse pensato prima

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Selene non sapeva perché non ci avesse pensato prima. I librari erano i consiglieri delle scolte, i loro aiutanti e avvocati. Non erano uomini d'azione, svolgendo mansioni più burocratiche e di ricerca. Ma non era nemmeno raro che accompagnassero le loro scolte in missione.

Selene diede un'annusata, e sotto il sentore di camomilla sentì odore di carta vecchia e inchiostro. In effetti si era lasciata ingannare dal fatto che non indossasse il panciotto, la classica divisa dei librari. Ma solo un librario si sarebbe presentato a una retata vestito come un topo da biblioteca.

«Se davvero quel pinguino con i baffi dice di averci visti con la tua scolta – continuava Lucas – allora ti avrà anche detto che c'è un mannaro nel vostro distretto.»

«La presenza o meno di mannari nella mia regione non è affare che vi riguardi – tagliò corto il Vassallo.

«Al contrario, Tecla, non esiste caccia di frodo se il vostro mannaro è un furfante.»

«Non lo sapete se è un furfante, potrebbe essere più friulano di questa catapecchia.»

«E tu non aggrapparti ai cavilli, non ti è mai venuta bene la parte del politico. Lo sai cosa intendo: non è schedato. È fuori dalla vostra giurisdizione. Quindi non lo potete rivendicare.»

Tecla si stava innervosendo, raccolse fiato chiudendo gli occhi: «La nostra "supervisione" è territoriale, Lucas. E si dà il caso che il supervisore di questa provincia sia morto questa notte – quindi afferrò i vestiti sporchi di Selene abbandonati per terra, facendo brillare più intensamente gli occhi – e che il suo sangue sia riversato sopra i vostri indumenti!»

Il sentore del mostro _ I figli di AitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora