XXIV Capitolo _ Una reazione del tutto paranormale

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La notte portò ristoro e consiglio. La "fortuna" per Selene era che le sventure di natura magica duravano poco, e la cacciatrice si sentiva già risanata di tutti i suoi acciacchi pregressi.

Una volta giunta a scuola Selene passò la mattinata in silenzio attendendo la quarta ora di chimica come una volpe che attende la sua preda fuori dalla tana. Anche durante l'intervallo rimase incollata alla sua sedia, il medaglione magico stretto nel pugno, fissando nel vuoto il suo piano che prendeva forma. Quando la campanella suonò, i ragazzi cominciarono a entrare... ma di Bortolussi ancora nulla. Era strano, il professore non faceva mai tardi.

«Eccomi, scusate! – la voce di "Mino" giunse da dietro un vulcano di cartapesta, che l'uomo faticava a manovrare dentro la classe senza andare a sbattere.

«Oggi niente interrogazioni, che dite? Invece facciamo un bell'esperimento tutti insieme sugli acidi e le basi.»

Chi mai si fosse opposto a una offerta del genere sarebbe stato linciato da quel giorno tutti giorni fino alla fine dell'anno scolastico. Per fortuna nessuno poté vedere Selene storcere il naso; di tutti i giorni, proprio quella mattina Bortolussi aveva deciso di fare il simpatico. Se fosse stato odioso come solito le avrebbe solo reso più facile somministrargli la medicina amara.

«Prima di cominciare, però – tentò il professore di chimica – chi mi sa dire cos'è un acido e cosa una base... ?»

La domanda cadde nell'aria come un battere d'ali di tortore sopra le lapidi di un cimitero.

«... Nessuno nessuno? – chiedeva già demoralizzato il professore.

Dal fondo della classe Antonio diede una spallata ad Einstein, così il ragazzino sollevò la mano.

«Sì, Miro – gli diede la parola Bortolussi, e poi a mezza voce – e chi altri se no...»

«Gli acidi rilasciano ioni di idrogeno, le basi di idrossido...»

«Esatto! Sono opposti chimici, e quando si incontrano reagiscono, per neutralizzarsi. Questa reazione produce acqua e un sale... ma basta con le parole. Perché non facciamo una dimostrazione visiva? Avvicinate i banchi. Su, dai, sono serio, mettetevi in cerchio.»

Gli studenti ridacchiavano imbarazzati, non avevano mai visto quel lato del professore. Di nuovo Selene non la prese bene. L'attesa la stava frustrando e la sua intenzione iniziale non era certo quella di sorbirsi tutta la lezione di chimica. Voleva chiamare il professore fuori dall'aula con una scusa, i suoi voti, la sua condotta, qualunque cosa per portarlo lontano dal resto della classe. Appena però i compagni iniziarono a trafficare per prendere spazio intorno all'esperimento, capì che avrebbe dovuto aspettare ancora.

«Selene! Da questa parte – le indicava Ania tenendole un posto in mezzo a quei bufali – Ehi, gira a largo coglione, qui ci sta la mia amica!»

A Selene scappò un sorriso; "ma sì – si disse – possiamo aspettare, che male c'è". Si portò a fianco della compagna.

«Cosa dici che succederà? – chiedeva Ania emozionata giocando con il ciondolo in mano – secondo te erutta davvero?»

«Magari mandiamo a fuoco 'sta scuola e si va tutti in vacanza.»

La compagna rise: «Sono contenta di vedere che stai meglio.»

Selene abbozzò; sembrava sincera.

«Allora – spiegava il professore mostrando un flacone mezzo vuoto – ho riempito il cratere di bicarbonato di sodio. Una base debole. Ora prendo invece l'aceto e lo verso, lentamente, dentro il cratere. Quello che vedrete è la produzione di anidride carbonica, CO2, poi H2O ovviamente acqua, e acetato di sodio che è... ?»

Il sentore del mostro _ I figli di AitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora