XXXII capitolo _ Cena con delitto

58 10 20
                                    

Tre colpi di pistola, rapidi. Letali.

Selene riaprì gli occhi tremanti, trovando Annalisa, 'Cardo... e Paolino a terra, dove versavano il loro sangue. Ma non era l'arma in mano a Nardo che fumava, bensì quella impugnata da Rita.

Nardo spruzzò il volto a Selene con la sua pistola ad acqua.

«Bang. Ne hai mancato uno.»

Selene balzò in piedi colpendolo alla mandibola. Ci vollero tre di loro per bloccarla, mentre Nardo a terra si massaggiava il mento ridendo.

«Dincj, che siluro! Sicura che oltre al naso non ti abbiano morso alla mano destra?»

«Che razza di problemi hai, maledetto psicopatico?! – gridava Selene – Si può sapere chi è lo schizzato che ti ha messo a capo di questa alcova?! E voi! Non dite niente?! A voi sta bene così?!»

In effetti anche gli altri erano paonazzi di angoscia e incertezza, e sicuramente avrebbero detto qualcosa se non fosse stato che Rita, al contrario, era assolutamente in linea con il Mastro. La donna si era alzata, puntando la pistola assassina contro Selene.

«Vedi di frenare la lingua, mocciosa, perché la prossima pallottola è per te.»

Tuttavia Nardo si era rimesso in piedi, abbassando l'arma della sua seconda.

«Forse due spiegazioni le sono dovute – poi alla ragazza – quei tre, Selene, erano spie, tutte al soldo della tua amica Tecla. Te l'ho detto che non ci piacciono i traditori, vero?»

Selene studiò i corpi a terra. Annalisa era una dei cacciatori che avevano picchiato a sangue Gaspare; ne aveva pure riso di gusto. Possibile che ci fosse dentro anche lei? Era stata tutta una recita? In effetti, durante la partita, Annalisa non aveva avuto scrupoli, cercando di dare Paolino in pasto ai piraña sebbene fosse in squadra con lei. Ma se era vero che i tre lupi erano i tre traditori, allora significava che Nardo aveva truccato le carte e inscenato tutto fin dall'inizio.

«Quindi sarebbe questa la tua brillante soluzione? – sbottò ancora Selene – Fare fuori tutti quelli che ti si mettono contro? Hai mai pensato che la gente ti tradisce perché tu li ammazzi senza ritegno?»

Fu Rita però a rispondere: «Ma che ne vuoi sapere tu! – la donna si era scaldata, esasperata da quelle accuse – Lo sai cos'è successo l'ultima volta che Nardo ha perdonato un traditore? Ci è andata di mezzo sua moglie: Gloria era il nostro Mastro, ed è caduta vittima di una retata insieme ad altri dieci nostri fratelli--!

«Rita, nessuno te l'ha chiesto – la fulminò Nardo facendo tuonare la sua voce.

La vice allora rinfoderò la lingua insieme alla pistola. E lanciando a terra la sua carta da gioco voltò loro le spalle per uscire: «Qui pulite voi.»

Selene vide la carta planare fino al pavimento. Era la carta del cacciatore; dunque era Rita che l'aveva salvata durante il primo turno. Eppure sempre lei non aveva voluto condividere un solo indizio sui giocatori. Evidentemente era stata messa da subito al corrente su chi fossero le spie, era complice di Nardo; nonostante i toni aspri tra i due, forse Rita era l'unica cacciatrice di cui Nardo si fidasse davvero.

Il Mastro guardò la donna uscire, con espressione appesantita. Rita aveva confessato più di quanto avrebbe voluto, girando il dito dentro la piaga di ricordi dolorosi. L'attenzione di Nardo tornò a Selene, ancora tenuta stretta dai due cacciatori. Fece loro segno di lasciarla libera; quindi mentre Selene si massaggiava i polsi e stirava il collo, il Mastro raccolse da terra il suo filtro nasale nero che era caduto. Le si avvicinò di un passo e le mise le mani sulle spalle, guardandola fissa negli occhi.

«I nostri metodi possono non piacerti, Selene, ma nemmeno io devo rispondere a te di nulla. Al contrario, tu sei in casa nostra. Quindi te lo chiedo una volta sola, e prova a non mentirmi – Nardo le montò il filtro nasale sul volto, e appoggiò la sua fronte a quella di Selene – Anche tu ci stai spiando per conto di Tecla?»

Il sentore del mostro _ I figli di AitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora