La Fiat 500 d'epoca correva sulla statale, e mentre agitava il volante con la mano sinistra, Nardo litigava con la radio usando la destra; cercava una frequenza e una canzone decenti per allietare il loro viaggio. Stava continuando così da cinque minuti ormai, e Selene avrebbe voluto smontare l'apparecchio e lanciarlo dal finestrino. Ma era troppo impegnata a tenersi aggrappata alla cintura, trattenendo il fiato a ogni nuovo colpo di clacson che ricevevano dalla corsia opposta.
«Dormito bene? – chiese Nardo a Selene.
«Come un fiore: vuoi andare dritto?! – esplose la ragazza carica di tensione.
Non aveva dormito bene affatto e Nardo lo sapeva, glielo dicevano le due occhiaie sotto le ciglia della cacciatrice. Il giorno prima Selene ovviamente aveva provato a chiedere di andare subito a vedere il lupo. Ma Nardo aveva ripetuto con assoluta leggerezza che non c'era fretta; di sicuro non sarebbe scappato di lì. E non potendo insistere senza sollevare sospetti, Selene era quindi tornata all'appartamento, dove aveva passato il pomeriggio e la notte come una bestia chiusa in trappola.
Nardo era solito alzarsi comodo la mattina, così si erano dati appuntamento alle undici nel parcheggio dietro l'ospedale; dopo tutto Selene non poteva certo chiedergli di venire a prenderla sotto l'appartamento di Ottavio.
«Adoro questa canzone! - disse Nardo alzando il volume.
Era "Gli spari sopra" di Vasco Rossi. E mentre il Mastro cantava fuori tono insieme al cantante modenese, Selene riusciva solo a contare i chilometri che li separavano dall'alcova del Friuli. Là avrebbe scoperto se Raoul era morto davvero oppure no.
La cacciatrice affossava l'angoscia e il lutto dentro un altro sospiro. Non poteva lasciar trasparire nulla; era l'arte del mentire. Un talento che tutti i cacciatori dovevano sviluppare quanto prima. Gliel'avevano insegnato proprio il giorno in cui aveva incontrato Raoul per la prima volta.
1988
«Un altro trovatello dei tuoi, Lucas? – aveva chiesto il Mastro abruzzese indicando Selene.
E il pirata aveva commentato: «Lo dici come se fossi io a renderli orfani – poi spiegando – un lupo mannaro ferale, figlia unica.»
Il Mastro aveva allora osservato la bambina: nove anni, occhi grandi, capelli lunghi e corpo esile, stretta dentro l'enorme giacca in pelle di Lucas. Si era soffermato in particolare sul naso, ferito e avvolto in numerosi giri di garza macchiata di sangue.
«Dici si trasformerà? – aveva poi domandato mettendo mano al coltello.
Lucas gli aveva dato dell'imbecille con gli occhi: «Ovvio che non si trasformerà, non c'è luna piena in questo periodo.»
«'Ste cose, lo sai, sono imprevedibili – provava a giustificarsi il Mastro.
Lucas era sempre più tediato da quell'uomo, ma alla fine aveva optato per lasciar correre.
«Dai, vai insieme agli altri ragazzini – aveva detto il pirata alla bambina spingendola via.
Selene aveva obbedito, ma non prima di sentire l'ultimo scambio di battute.
«E il mannaro? È morto?»
«No – aveva ammesso Lucas – l'ho ferito ma è scappato. Forse riusciamo ancora a prenderlo.»
«Lascia stare, ormai sarà lontano anni luce...»
Selene intanto aveva raggiunto un gruppetto di ragazzetti, tutti maschi, seduti per terra sopra quattro tappeti foam puzzle. Era l'unico angolo colorato di tutta l'alcova, e i ragazzi stavano giocando con delle carte che Selene non aveva mai visto prima.
STAI LEGGENDO
Il sentore del mostro _ I figli di Aita
Про оборотнейSelene ha solo 16 anni, ed è una cacciatrice di mostri. I mannari sono la sua specialità... e la sua maledizione. Infatti condivide il loro olfatto sopraffino. Ma quattro mesi fa un branco di licantropi ha rapito Raoul, il suo migliore amico, il suo...