Per i vecchi lettori, ecco a voi il nuovo capitolo introduttivo. Più snello e con una nuova presentazione della nostra eroina. Per i lettori nuovi invece, non badate a queste righe, ma ringraziandovi di essere qui, lasciate che vi auguri una buona lettura!
***
In sette anni che andava a caccia, Selene aveva imparato che i mostri non si nascondono nei boschi e nel buio. Non li trovi nelle case abbandonate o nei bassifondi delle città. I mostri si nascondono in piena vista. Sono nelle piazze in mezzo a noi.
Quella sera d'agosto del 1995, il giovane cacciatore di mostri Marco Bianchi sedeva al caffè Zamboni. Era anonimo nell'aspetto quanto lo era nel nome, e lo caratterizzava un'aria annoiata di figlio viziato. Il cacciatore sedeva da solo, molestando il suo secondo Negroni con la cannuccia. La fetta d'arancia annegava nel cocktail ormai diluito dal ghiaccio, e la condensa del bicchiere sparsa sul tavolo spiegava l'impazienza del giovane. Marco sollevò il polso e guardò di nuovo l'orologio.
"Ma arriva o no quella mocciosa?" rimuginava tra sé.
Proprio in quel momento comparve in mezzo alla via un giubbetto di pelle rosso fiammante. Marco trovò una giovane donna a fissarlo. Nessuno avrebbe saputo dire che avesse solo sedici anni: aveva capelli neri come la pece e due occhi scuri e torbidi; ma il dettaglio che più di tutti risaltava era un piccolo apparecchio che portava montato sopra il naso, nero e squadrato, come una protezione del setto dopo un trauma.
La ragazza sollevò una carta per farsi riconoscere; era una carta da gioco, sul retro c'era disegnato un rombo tagliato da una grande X, mentre sul fronte illustrava un cacciatore armato di lancia.
Marco sbuffò lasciando quindicimila lire sul tavolo, e senza chiedere il resto raggiunse la giovane collega sulla strada. Si guardava intorno, con fare schivo; appena le fu abbastanza vicino sussurrò la parola d'ordine.
«"Cala la notte"?»
"Alzate le lance" avrebbe dovuto rispondere la cacciatrice, ma la ragazza non era incline a rispettare le cerimonie: «Muoviamoci – si limitò a rispondergli prendendo il largo.
Marco non fece nulla per nascondere che se la fosse presa, ma evidentemente alla giovane cacciatrice non interessava. Il cacciatore bolognese spiava la sua schiena, così gracile eppure così autoritaria; a quanto pareva era vero quello che si diceva di lei. Sarebbe stata una bella gatta da pelare.
Il nome di quella ragazza era Selene Silvestri. Nonostante la giovane età era una ranger, ovvero una cacciatrice di mostri trans-regionale. Tutti i cacciatori di mostri operavano nei confini della loro regione, rispondendo sempre al Mastro cacciatore dell'alcova. I ranger invece avevano il permesso della gilda di operare per tutta la penisola. Marco aveva conosciuto dei ranger, ma erano tutti dei vecchi bacucchi, cacciatori di un'altra epoca come Lucas "il pirata". Eppure non era questo l'aspetto della ragazza che più lo colpiva e riempiva d'invidia. La cosa più sorprendente era l'expertise esotica di Selene. C'erano cacciatori qualificati nella caccia a folletti, rettili o felini magici. Quella giovane invece era specializzata in materia di lupi mannari.
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Il sentore del mostro _ I figli di Aita
Про оборотнейSelene ha solo 16 anni, ed è una cacciatrice di mostri. I mannari sono la sua specialità... e la sua maledizione. Infatti condivide il loro olfatto sopraffino. Ma quattro mesi fa un branco di licantropi ha rapito Raoul, il suo migliore amico, il suo...