LE RAGIONI DEL CUORE

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Accompagno Amalia al Parco del Valentino. Il freddo tagliente sembra amplificare la tensione che ci avvolge, un vento gelido che sembra sussurrare storie di speranza e paura. Pietro ci aspetta poco distante, il cappello in mano e lo sguardo incerto. C'è una tensione visibile nella sua postura, come se fosse sul punto di scattare, ma anche una calma dignità che mi colpisce. Nonostante la semplicità dei suoi abiti, porta con sé un'aria di sfida e vulnerabilità. Mi chiedo cosa passi nella sua mente in questo momento: la speranza di trovare un alleato o il timore di perderla per sempre. Mi sento il peso della sua fiducia e della sua disperazione, e so che ogni parola pronunciata qui potrebbe cambiare tutto. Pietro ha ventidue anni, ma il lavoro lo ha reso più maturo di quanto la sua età suggerisca. La sua postura, rigida ma determinata, trasmette un misto di sfida e vulnerabilità che mi colpisce.

«Amalia!» esclama, correndole incontro e stringendola forte. La sua voce ha un tono disperato, come se ogni parola fosse un ultimo appiglio.

«Non qui,» intervengo, con tono fermo ma non ostile. «Entriamo nel padiglione. Non possiamo permetterci di essere visti.

Camminiamo in silenzio fino al piccolo rifugio di legno immerso tra gli alberi. Il rifugio è semplice, ma emana un'aura accogliente: il legno scuro, levigato dal tempo, porta i segni di molte stagioni passate. Le finestre piccole e quadrate riflettono debolmente la luce del tramonto, mentre una porta semiaperta lascia intravedere l'interno spoglio, ma ordinato. L'aria intorno a noi è intrisa del profumo umido della terra e del muschio, e il fruscio delle foglie sotto i nostri passi sembra quasi voler soffocare il silenzio carico di tensione. Questo luogo, isolato e intimo, sembra fatto apposta per custodire segreti. Lì, lontano da occhi indiscreti, Pietro si inginocchia davanti a lei, il volto segnato dall'angoscia. «Amalia, dimmi che non è vero. Non puoi partire per l'Inghilterra. La tua cameriera mi ha raccontato tutto. Non posso lasciarti andare.»

Lei gli accarezza il viso, il dolore evidente nel tremito delle sue mani. «Devo obbedire, Pietro. Ma Alessandro troverà una soluzione. Ti prego, fidati di lui.»

Pietro si volta verso di me, il volto rigido e gli occhi pieni di rabbia. «E cosa farete, conte? Mi dite di aspettare mentre il mondo ci separa? Non siete diverso da loro.»

Lo guardo, il mio sguardo deciso ma non privo di compassione. «Devi fidarti di me, Pietro. Non posso permettere che mia sorella rovini la sua vita con una fuga sconsiderata. Dammi tempo.»

Lui scuote la testa, i pugni stretti. «E quanto tempo devo darvi? Ogni giorno che passa è una condanna. Amalia ed io potremmo partire per Napoli. Mio fratello lavora come tipografo per la Casa Reale delle Due Sicilie. Troverò lavoro, troveremo una nuova vita lontano da tutto questo!»

Amalia lo abbraccia, cercando di calmarlo, le sue mani tremanti che cercano un appiglio nella disperazione di Pietro. Il suo cuore sembra spezzarsi mentre lo stringe forte, come se volesse trasferirgli un po' della sua forza. Ogni carezza sul suo viso è un tentativo disperato di rassicurarlo, anche se dentro di sé sente un abisso di angoscia.

«Pietro,» sussurra, con la voce incrinata, «ti amo più di ogni cosa, ma dobbiamo essere saggi. Non posso permettere che tu corra un rischio così grande.»

Le sue parole sono un misto di amore e paura, un fragile equilibrio tra il desiderio di proteggerlo e la consapevolezza che il loro amore è minacciato da forze più grandi di loro.

«Pietro, ti amo. E per questo devo fare ciò che è necessario. Alessandro non ci tradirà.»

La sua voce si spezza, ma nei suoi occhi c'è una determinazione che solo chi ama davvero può comprendere. Pietro, per un momento, si lascia andare, stringendola con una forza quasi disperata, come se volesse proteggerla da un destino che non può controllare.

HO DETTO AMORE  - Il ciondolo segreto -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora