Palazzo Reale, Sala del Trono
Le pareti ornate della sala del trono risuonano di una calma apparente, ma l'aria è carica di tensione. La contessa madre, elegante e fiera, entra con passo deciso, il suo sguardo affilato come una lama. Il Re, seduto sul trono, alza lo sguardo, sorpreso dalla sua audacia.
"Contessa," dice il Re, cercando di mantenere un tono di controllo, "cosa posso fare per voi?"
"Vostra Maestà," risponde la contessa con voce ferma, "è giunto il momento di discutere delle vostre recenti decisioni riguardo al compromesso con il ducato. Non posso accettare un accordo che non rispecchi il potere e l'influenza della nostra famiglia."
Il Re si appoggia allo schienale del trono, visibilmente irritato. "Siete ben consapevole che la situazione è delicata. Non possiamo permetterci di scatenare ulteriori conflitti."
"Delicata?" la contessa interrompe, il suo tono tagliente. "Vostra Maestà, il compromesso a metà non è solo imprudente; è un atto di follia. La nostra famiglia ha una posizione da mantenere, e la vostra decisione potrebbe portare a una crisi istituzionale senza precedenti."
Il Re la fissa, il suo sguardo si fa più attento. "E cosa proponete? Dovremmo ignorare le voci e i malcontenti del popolo?"
La contessa avanza di un passo, il suo sguardo ardente. "No, Vostra Maestà. Ma potrei rivelarvi un piccolo segreto che potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola."
Il Re si inclina in avanti, l'interesse evidente ma anche un barlume di preoccupazione. "Continuate."
"Immaginate, Vostra Maestà," inizia la contessa con una voce melodiosa, "una battuta di caccia in cui mio figlio Alessandro e il giovane Michael si sono trovati in una situazione critica. Un pallettone di fucile stava per colpirvi, e con prontezza, Alessandro ha afferrato il braccio di Michael, salvando entrambi. Questo gesto di coraggio deve essere celebrato, non solo per il valore dimostrato, ma perché rappresenta un legame cruciale tra la nostra famiglia e la corona."
Il Re, colpito dalla narrazione, ascolta attentamente, sebbene un barlume di sospetto gli attraversi il volto. "Ma perché dovrei premiare un giovane senza titoli?"
La contessa sorride, la sua astuzia brilla nei suoi occhi. "Perché, Vostra Maestà, l'eroismo di Alessandro e Michael non può essere ignorato. Cercate di immaginare vostra maestà! Moltissimi ufficiali si sono complimentati con loro per aver salvato la vita del Re. Riconoscere il loro coraggio con titoli e possedimenti garantirà il supporto della nobiltà e della gente, creando un'alleanza potente e duratura."
Il Re riflette, il peso delle parole della contessa si fa sentire. "E cosa proponete in cambio?"
"Voglio un titolo nobiliare da marchese per Pietro, terre e possedimenti che garantiscano la sua sicurezza e quella dei suoi figli," risponde la contessa, il suo sguardo fisso sul Re, senza mai distogliere gli occhi. "E non posso ignorare il coraggio di Michael. Il titolo di Conte di Pinerolo e Saluzzo mi sembra il più adatto. Entrambi hanno salvato la vostra vita, e il loro contributo non può essere trascurato."
Il Re si rende conto della portata della richiesta. "E se non agisco?"
"Se non agite," avverte la contessa, il suo tono si fa più incisivo, "rischiate di trovarvi a fronteggiare una crisi istituzionale senza precedenti. La bontà di Alessandro non è una debolezza. È un vessillo di una identità nazionale che non può essere ignorato. Il collare della Santissima Annunziata sarebbe un monito per gli inglesi . Sono certa che la regina Vittoria sarebbe propensa a conferirgli l'ordine della giarrettiera . Ma c'è di più, Vostra Maestà."
La contessa si avvicina leggermente, abbassando la voce come se stesse rivelando un segreto inconfessabile. "Ricordate il figlio che ho avuto con Carlo Felice. Un figlio legittimato dai duchi di Savoia. Se la verità venisse a galla, potrebbe scatenare uno scandalo che minerebbe la vostra linea dinastica. E non possiamo permettere che tali rivelazioni emergano proprio ora, quando la stabilità del regno è così fragile."
L'espressione del Re cambia, il suo volto si fa teso. "Contessa, non osate minacciarmi con queste insinuazioni."
"Non è una minaccia, Vostra Maestà," replica la contessa, la voce ferma. "È una constatazione. Se non ottenete il supporto necessario per garantire la stabilità, il popolo non tollererà uno scandalo di tale portata. La vostra corona è in pericolo, e io posso aiutarvi a proteggere ciò che è vostro."
Dopo un lungo silenzio, il Re annuisce lentamente, il suo sguardo tradisce una crescente consapevolezza del potere di quelle parole. "Farò ciò che è necessario. Ma sappiate che non dimenticherò questa conversazione."
"Non dimenticatela, Vostra Maestà," conclude la contessa, il suo tono trionfante. "E ora, possiamo lavorare insieme per il bene della monarchia."
Con un inchino elegante, la contessa si volta e lascia la sala, la sua figura maestosa che si allontana, mentre il Re rimane a riflettere sul peso delle sue parole, consapevole che la sua corona è più vulnerabile di quanto avesse mai immaginato.
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Alessandro e Michael, due giovani di mondi opposti, sono legati da un amore proibito. Alessandro, un nobile ribelle dell'aristocrazia sotto il regno di Vittorio Emanuele II e le riforme di Cavour, nasconde il suo amore per Michael, un...