Da qui, dall'alto del Belvedere, Torino si stende davanti a noi come un arazzo perfetto. La luce del tramonto incendia i tetti della città, riflettendo l'oro e il rosso sulle facciate delle chiese e dei palazzi. Oltre il Po, le colline sembrano respirare sotto il cielo terso, mentre le Alpi, coperte di neve, si ergono come sentinelle silenziose. Questo è il mio luogo preferito, quello in cui tutto sembra possibile e la bellezza ci ricorda che, nonostante il caos, la vita merita di essere vissuta.
Siamo tutti qui: io, Michael, Amalia, Pietro e... mia madre. Lei non guarda la vista come facciamo noi; no, i suoi occhi sono rivolti altrove, sempre un passo avanti rispetto al presente.
"Amalia, Pietro," esordisce, interrompendo il silenzio con quel tono che non lascia spazio a esitazioni. "È giusto che sappiate ciò che ho ottenuto per voi."
La sua voce è ferma, ma nel timbro percepisco un velo d'orgoglio. La osservo mentre si erge fiera, come se anche il vento dovesse piegarsi alla sua volontà.
"Pietro, d'ora in avanti siete marchese, con terre e possedimenti adeguati a questo titolo. Questo vi garantirà rispetto e sicurezza per voi e per la vostra famiglia."
Vedo Pietro irrigidirsi, come se fosse stato colpito da un fulmine. La sua mano stringe quella di Amalia, e i suoi occhi cercano i miei, quasi a chiedermi una conferma.
"Non temete," intervengo, cercando di rassicurarlo. "Avete lavorato duramente per guadagnarvi questo posto accanto a mia sorella. Ora è solo ufficiale."
"Vi ringrazio, Duca," dice Pietro, con una voce che tradisce l'emozione. Ma poi si volta verso mia madre, con una determinazione che non avevo mai visto in lui. "Contessa, apprezzo profondamente ciò che avete fatto. Ma sappiate che il mio impegno è verso Amalia e il figlio che aspettiamo. Il titolo non cambierà chi sono o ciò che voglio essere per loro."
Gli occhi di mia madre si socchiudono, quasi divertiti.
"Forse c'è speranza per voi, Pietro. Sapremo se il vostro carattere sarà all'altezza delle terre che vi ho affidato."
Poi si rivolge a me e a Michael. "Alessandro, Michael, il Collare della Santissima Annunziata vi è stato concesso. È un onore raro e significativo, che vi lega indissolubilmente alla corona e al nostro regno."
Michael mi guarda, i suoi occhi brillano di una luce che conosco bene. È fiero, ma anche consapevole del peso che questa responsabilità porta con sé.
"E ora?" chiede, la sua voce appena un sussurro. So cosa intende. So cosa temiamo entrambi.
Un Momento di Verità
Mentre il resto del gruppo si avvicina alla balaustra per ammirare la vista, Michael e io ci fermiamo qualche passo indietro.
"Che ne pensate, Alessandro?" mi domanda. Il suo tono è più serio, quasi solenne. "Un titolo, un collare, terre e ricchezze. Tutto questo può veramente liberarci? Oppure ci legherà ancora di più?"
Guardo il panorama, cercando una risposta tra le ombre del tramonto. "Non lo so, Michael. Ma qui, in questo momento, sento che siamo ancora noi. Non il Duca, non il consigliere. Solo Alessandro e Michael. Forse è questo che dobbiamo ricordare, ovunque andremo."
Lui annuisce, e nei suoi occhi vedo un riflesso di quella libertà che tanto cerchiamo. Senza esitazione, lo bacio. È un gesto che rompe ogni convenzione, ma in questo luogo, davanti alla vastità del mondo, non importa.
Amalia e Pietro, sorpresi, si voltano verso di noi. Non dicono nulla, ma quando tendo loro una mano, si avvicinano. L'abbraccio che segue è un momento di pura umanità, una dichiarazione che, nonostante tutto, siamo una famiglia.
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Alessandro e Michael, due giovani di mondi opposti, sono legati da un amore proibito. Alessandro, un nobile ribelle dell'aristocrazia sotto il regno di Vittorio Emanuele II e le riforme di Cavour, nasconde il suo amore per Michael, un...