2. Adam

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«Vedrai che ti divertirai» considerando il fatto che Noah aveva ripetuto quella frase almeno una decina di volte immaginai che non mi sarei divertito affatto e che stesse più che altro cercando di auto convincersi.

«Noah, credo che Adam abbia capito. Andiamo a cena e poi ad una semplice festa in spiaggia come le altre, se vorrà divertirsi lo farà altrimenti andrà via nuovamente» non potei fare a meno di cogliere la frecciatina di Sienna, a quanto pare la ragazzina doveva stargli molto a cuore visto che si era leggermente risentita dal fatto che mi fossi defilato senza nemmeno presentarmi o rivolgerle un saluto.

Come se non fosse abbastanza chiaro il fatto che fossi qui esclusivamente per dare una mano a loro e che non abbia la benché minima intenzione di creare alcun tipo di legame con questo posto.

«Sienna come al solito ha colto il punto» peccato che non me ne sarei potuto andare visto che condividevo la macchina con la coppietta felice mentre sedevo nei sedili posteriori quasi fossi loro figlio, ci mancava solo che mi chiedessero di indossare la cintura di sicurezza e non sporgermi dal finestrino.

«Uuh che fortuna abbiamo trovavo subito parcheggio, temevo di dover girare come una trattola nella speranza di trovare un buco per la macchina» eh si che fortuna, dato che non avrei retto di rimanere chiuso in quel piccolo spazio riempito da smancerie ad interrogatori.

«Molto audace parlare di piccolo buco quando letteralmente per essere un parcheggio di tuo gusto deve essere isolato, senza macchine troppo nelle vicinanze, e possibilmente lontano da luoghi di passeggio» a quanto pareva Sienna aveva la luna storta non solo con me.

«Scusa se ci tengo al mio gioiellino e voglio evitare che gruppi di ragazzini in preda alla sbornia si divertano a mie spese perché sai bene che è già successo. Sei d'accordo con me Adam?» Onestamente non avevo prestato molta attenzione a quel battibecco perciò avvallai la teoria di Noah che rappresentava più o meno il tipico discorso di maschio medio, perciò andavo sul sicuro.

«Sono in netta minoranza, ho bisogno di un confronto femminile fortuna che vedrò Kaia» realizzai in quel momento che saremo andati in quel ristorante dove vidi la famosa Kaia trasportare a fatica i sacchi della spazzatura, ma feci finta di non capire.

«Chi è Kaia adesso?» Domandai con tono quasi scocciato, uno perché avevo capito che desse fastidio a Sienna, due perché non volevo che nessuno dei miei amici si mettesse strane idee in testa.

Avevo già il mio discreto successo a San Francisco non mi servivano due amici di vecchia data che cercavano di intrappolarmi in questa cittadina che aveva per me i giorni contati.

«È la ragazza che è passata oggi al bar» spiegò brevemente Noah avendo chiaramente capito l'antifona, cosa che non potevo dire di Sienna.

«Sì, la ragazza che non hai nemmeno salutato quando sei scappato via come un ladro»

«Ah ecco perché non me la ricordo» le risposi in tono apatico per il puro gusto di darle fastidio.

«Va bene ragazzi non è il caso di creare malumore, adesso siamo arrivati e cerchiamo di goderci la serata» Noah ci conosceva bene e sapeva che io e Sienna vivevamo una perenne altalena di amore e odio.

«Buonasera ragazzi, venite vi accompagno al tavolo» a quanto pare dovevano essere clienti abituali, ottimo quindi saremmo venuti qui spesso.

«Kaia vieni a prendere le ordinazioni del tavolo sette» l'uomo brizzolato che immaginai fosse il proprietario urlò in maniera piuttosto arrogante per richiamare l'attenzione della ragazza che scattò come una molla nella nostra direzione.

«Non c'era bisogno di chiamarla con tanta veemenza non abbiamo fretta» ero davvero curioso di sapere come mai Sienna avesse così tanto nelle grazie questa ragazza, però questa volta mi trovavo d'accordo con lei.

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