33. Adam

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Il suono fastidiosissimo della sveglia che avevo impostato sull'iPhone mi ricordava che dovevo far fede ai miei impegni e che dovevo farlo anche in fretta.

Con tutta probabilità non sarei arrivato in tempo per l'apertura, visto che quella era la sveglia di tutti i giorni e casualmente io non mi trovavo nell'appartamento sopra il locale.

Non avevo tempo da perdere, i miei amici erano stati fin troppo pazienti e seppur con modi burberi avevo promesso a Sienna che oggi avrei dato disponibilità per tutto il giorno, non potevo esimermi nemmeno se a tentarmi c'era un bellissimo corpo nudo con cui avevo passato tutta la notte.

Mi presi qualche secondo per guardala, accoccolata su se stessa dormendo tranquillamente.

Era successo tanto in così poco, avevo passato un'intera giornata con lei e non mi ero annoiato o stancato nemmeno per un secondo.

Era difficile definire Kaia, vedendola sembrava la classica ragazza ordinaria, che vive una vita ordinaria con cui fare discorsi basilari, e invece potevo affermare fermamente che era una delle persone più brillanti e interessanti con cui mi sia mai confrontato, aveva un carisma che la rendeva cento volte più bella di quanto già non fosse.

Probabilmente avrei dovuto ringraziare Sienna per avermela fatta conoscere perché se fosse dipeso da me, da un colpo d'occhio superficiale, molto probabilmente l'avrei bypassata senza darle troppo peso.

Ero indeciso se svegliarla per avvertirla che sarei andato via o lasciar perdere, e il mio cervello mi suggerì di scegliere la seconda opzione. In primo luogo perché non ero sentimentalmente predisposto a svegliarla dolcemente e darle teneri bacini promettendole di vederci presto, quello era il ruolo che spettava al fantomatico fidanzatino che avrebbe avuto. Secondo, perché non garantivo abbastanza forza di volontà nel lasciarla così nuda e invitante in cambio di clienti pretenziosi che dovevo servire con finto interesse.

Le avrei lasciato un messaggio più tardi, per il momento dovevo pensare a rivestirmi e andare via prima che tutte le buone intenzioni di amicizia venissero spazzate via da una ragazzina decisamente più invitante.

...

«Eccolo qui il nostro nomade» il primo saluto fu quello di Noah, più gioviale di quanto mi aspettassi, il che voleva dire o che avesse passato una nottata meravigliosa come la mia oppure che immaginava cosa avessi fatto, e da codice maschile era felice dei miei successi.

«Buongiorno Noah, sarò subito operativo» non detti troppo peso al suo buonumore e all'intenzione di entrare in goliardia e farsi raccontare cose che avrei tenuto per me.

Tra me e Noah non c'era vergogna, ci raccontavamo le nostre esperienze con estrema serenità, anche se da qualche anno a questa parte era più lui ad ascoltare me, visto che non ero particolarmente entusiasta di ascoltare le sue notti di fuoco con Sienna e lui non avrebbe aperto bocca nemmeno sotto tortura.

Questa volta però mi sarei tenuto tutto per me, non avrei raccontato nulla perché quello che facevamo io e Kaia apparteneva solo a noi.

«Sei stato con Kaia?» Concetto che Sienna non aveva intenzione di comprendere.

«Mi sembra di avertela passata al telefono» tergiversai mentre indossavo il cartellino col mio nome da spillare alla t-shirt che non avevo nemmeno cambiato. Ero vestito troppo elegante per il lavoro ma non avevo tempo e voglia per cambiarmi.

«Non fare lo spiritoso sai bene a cosa mi riferisco» era seria, forse fin troppo per quanto richiedesse l'argomento. Presi un respiro profondo per evitare di rispondere alla mia maniera, non volevo rovinare il mio umore e tanto meno inscenare una discussione, visto che tra le altre cose io e Kaia ci saremmo dovuti occupare della festicciola in onore del gender reveal.

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