Era tornata a casa da sola e tutti avevamo notato l'insistenza di quei ragazzi, perciò la paura che le potesse essere successo qualcosa era piuttosto giustificata. Personalmente non ci avrei visto nulla di male se fosse sparita, forse perché ero il primo a cercare i miei spazi estraniandomi da tutto, però il presentimento che le poteva essere successo qualcosa non mi lasciava del tutto indifferente.«Sono molto preoccupata Adam, hai visto anche tu l'insistenza di quei due ragazzi» aveva gli occhi in completa apprensione, il volto sbiancato e ci mancava solo che nella sua condizione si sentisse male.
«Sienna cerca di calmarti, aspettiamo un po' e vediamo se passa qui come fa tutte le mattine, se non dovesse venire ti prometto che vado a cercarla» la invitai a sedersi sullo sgabello offrendole un bicchiere d'acqua.
«Sienna cosa ti succede?» Noah si avvicinò di corsa notando le condizioni della compagna, le accarezzò il viso con estrema delicatezza.
«Non preoccuparti Noah, a quanto pare Kaia non risponde al telefono e si è impensierita ma cerchiamo di mantenere la calma ed evitare che se ne accorgano tutti» non volevo che anche Jordan o chissà chi altro si intromettesse, non era il caso di ingigantire la questione più del dovuto.
Noah si girò a guardarmi, a quanto pare avevamo avuto tutti la stessa sensazione e questo mi rendeva ancora più inquieto, forse stavamo perdendo tempo prezioso o forse ci stavamo solo fasciando la testa mentre lei era semplicemente a casa a dormire.
«Io vado a fare una passeggiata, avvertitemi se dovesse passare» Sienna mi guardò intensamente chiedendomi tacitamente conferma del fatto che stessi andando a cercare il suo piccolo pulcino.
«Amico se hai bisogno della macchina prendila pure» rifiutai l'offerta di Noah, sicuramente sarebbe stato più pratico e veloce cercarla con l'auto ma avevo ormai capito che anche se l'avessi trovata non sarebbe certo salita in macchina, quindi era inutile.
Mi incamminai verso casa sua, ricordavo a malapena la strada, già avevo fatto fatica la prima volta in più era buio e non ero riuscito a crearmi dei veri e propri punti di riferimento. Tentai comunque, confidando nella sorte, riuscivo ad orientarmi in una città immensa come San Francisco non potevo lasciarmi battere da una stupida cittadina come Carmel.
Camminai per interminabili minuti, mi sembrava di girare intorno tanto tutto risultava esattamente identico. C'erano piccoli complessi residenziali, alberi, alcune botteghe, alberi, ristoranti e ancora alberi, sembrava un circolo vizioso.
Diverse imprecazioni dopo riconobbi finalmente la pineta dentro la quale mi ricordavo perfettamente si trovasse la villetta doveva viveva la ragazzina.
Senza pensarci troppo iniziai a bussare, una, due, tre volte, aspettai qualche secondo e poi ripresi a suonare sempre più insistentemente.
Nessun rumore in casa, segno che fosse vuota.
Avevo sentito Noah e mi aveva confermato che Kaia non si fosse presentata al Four Roses.
Pensai velocemente, forse era andata a lavoro erano ormai le undici e probabilmente si stava preparando per il turno del pranzo.
Camminai velocemente, il respiro affannato, quasi quasi mi ero pentito di non aver accettato la proposta di Noah ma onestamente avevo sperato ardentemente che la ragazzina avesse il sonno pesante e si trovasse a ronfare beatamente.
Arrivai al ristorante con il fiato corto, non mi chiesi nemmeno come avessi fatto ad arrivare in così poco tempo contando che Kaia aveva mentito spudoratamente, dal momento che casa sua non era affatto vicina al luogo di lavoro.
«Ehi ragazzo il ristorante non è ancora aperto» Jonathan mi venne incontro, la voce arrochita sicuramente da anni di fumo e la palese intenzione di rispedirmi al mittente.
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Bring me to Life
Teen FictionKaia è una ragazza con un trauma alle spalle, vive a Carmel per punirsi, per ricordarsi ogni giorno che a lei è stata concessa un'altra possibilità. Adam odia Carmel più di qualsiasi altra cosa, un terribile evento gli ricorda ogni giorno quanto la...