8. Adam

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«Amico mi stai ascoltando?» Domandò Noah accorgendosi finalmente che non avevo ascoltato una virgola di quello che stava dicendo.

Eravamo in acqua da almeno dieci minuti, onestamente avrei voluto che un'onda mi travolgesse ma non volevo far rimanere male Noah, che già non aveva capito fino in fondo la mia scelta di portare il terzo incomodo alla nostra giornata tra amici.

Gli avevo detto che mentre accompagnavo Kaia a casa le avevo parlato della nostra uscita e lei si era mostrata così euforica che avevo esteso l'invito.

E proprio Kaia era l'oggetto della mia distrazione.

«No» mantenni lo sguardo verso la riva, tant'è che il mio amico mi si avvicinò seguendo la traiettoria.

«Continui a dirmi di non farmi film eppure la stai fissando in maniera abbastanza palese» ponderava bene le parole da usare perché sapeva benissimo come avrei reagito.

«Non sto guardando lei, ci sono quei ragazzini che la fissano da quando hanno messo piede sulla spiaggia e non fanno che ridacchiare tra loro» mezza verità. Era vero che quei ragazzi non avevano fatto altro che guardarla spudoratamente, per poi parlottare tra loro, ma era altrettanto vero che l'avevo tenuta d'occhio per tutto il tempo.

Se ne stava sdraiata tranquillamente, il culo in bella vista e la postura completamente rilassata.

«E quale sarebbe il problema? È una bella ragazza al mare, probabilmente staranno facendo qualche commento sul suo grazioso fondoschiena» mi voltai di scatto fulminandolo, al punto da percepire il suo desiderio di sparire tra le onde.

«Grazioso fondoschiena?»

«Amico ho fatto semplicemente un commento oggettivo, non c'è nulla di perverso, perciò togliti quello sguardo omicida» si sistemò i capelli tirandoli indietro aiutandosi con l'acqua «Non dirmi che non l'hai notato anche tu?» Domandò con ovvietà, tanto che non mi sembrò nemmeno una vera e propria domanda.

Avevo notato, l'avevo notata tutta. Avevo notato le cosce morbide, i fianchi sinuosi, il seno alto strizzato nel costume verde. Avevo notato anche piccole cicatrici che le segnavano la parte sinistra del corpo, le avevo guardate e sapevo che lei se ne fosse accorta eppure non si era infastidita, non aveva cercato di coprirsi, sembrava completamente a proprio agio.

«Io esco, mi sono rotto il cazzo di stare in acqua» vani furono i tentativi di Noah di trattenermi dal momento che avevo già iniziato ad allontanarmi da lui.

Arrivai a riva e come prima cosa rivolsi uno sguardo ai due ragazzi che continuavano a fissarla, perciò decisi di mettere fine allo spettacolo sedendomi esattamente accanto a lei occupando l'intera visuale. Non ero assolutamente geloso o in cerca di marcare il territorio, Kaia non era nulla per me ma non mi piaceva il modo in cui la stavano guardando senza che lei ne fosse consapevole.

Sentendo il contatto di un corpo ghiacciato accanto al suo bollente, sollevò la testa di scatto togliendo una cuffietta dall'orecchio, ecco perché non si era accorta di nulla, doveva essere completamente assorta nella musica.

«Adam, non mi ero accorta fossi tornato» aveva la voce arrochita, probabilmente si era fatta anche un bel sonnellino. Gli occhi facevano fatica a rimanere aperti ma quel verde brillante era difficile da nascondere.

«Sono appena uscito, il mio livello di sopportazione ha raggiunto il limite massimo» guardò il telefono, probabilmente per monitorare l'ora.

«Wow il tuo livello di sopportazione ha raggiunto i quindici minuti, sono senza parole» non avevo ancora capito quanto quel suo tono sarcastico mi facesse impazzire in senso positivo e quanto in negativo.

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