Camminavamo uno di fianco all'altro in silenzio, anche se ero certa che Adam fosse pronto ad intraprendere una conversazione.
Avevo capito che fosse amante del silenzio ma solo se era lui stesso a desiderarlo, altrimenti cercava ogni tipo di escamotage per indurti a parlare con lui.
Esattamente come fece in quel caso.«Sei molto silenziosa»
Ridusse la distanza camminando a pochi centimetri da me, e il fastidio nei suoi confronti diventava direttamente proporzionale alla nostra vicinanza.
«Forse hai parlato abbastanza poco fa»
Mi voltai a guardarlo trovandolo già rivolto verso di me con un sorrisetto scaltro che rischiava di essere contagioso. Da sempre facevo estrema fatica nel rimanere arrabbiata, ma la discussione che avevamo avuto non era cosa da poco e non poteva pensare di farla franca con qualche battutina ed un sorrisetto ammaliante.
«Non farmi ridere, sono incazzata con te»
«Lo so, sono stato scortese»
«Credimi Adam, scortese è riduttivo, direi che sei stato proprio uno stronzo»
«D'accordo hai ragione, ho sbagliato ma quando si tocca quell'argomento non ragiono lucidamente» lo avevo capito e sicuramente non gli avrei chiesto più niente, come avevo già detto a lui, non valeva la pena arrivare a litigare in quel modo per un qualcosa che era destinato a finire.
«L'ho constatato forte e chiaro e ci tengo a dirti che da parte mia non avrai più alcun tipo di pressione, meglio lasciare la nostra conoscenza su un terreno superficiale» il terreno non era affatto superficiale, io mi ero aperta tanto con lui e nonostante tutto non rinnegavo un singolo momento perché ne avevo tratto dei benefici.
«Cosa intendi per "terreno superficiale"?»
«Intendo che per il breve tempo che ci rimane non ha nemmeno senso impegnarsi in qualcosa che si dissolverà nell'aria. In più adesso c'è Tara, sicuramente necessita della tua compagna visto che Sienna e Noah sono impegnati. Magari con lei ti sentirai più a tuo agio nell'aprirti» stavo scoprendo troppo le mie carte, mostrargli le mie paranoie riguardo Tara non era un qualcosa che avevo messo in conto di fargli sapere.
«Frena un attimo, cosa c'entra Tara adesso? Non sono il suo baby-sitter, se ha voglia di fare qualcosa può farla anche da sola. Sai bene che io non mi sforzo mai di fare cose che non voglio» si fermò, visibilmente in difficoltà. Dopo qualche passo avanti e indietro, con l'immancabile mano tra i capelli, tornò a guardarmi continuando a parlare.
«Sienna, Noah e Tara sanno cosa è successo semplicemente perché erano con me, perché è una cosa talmente grande che non avrei potuto nasconderla, perché altrimenti credimi, non avrei detto niente nemmeno a loro e non capisco a cosa possa servirti sapere il perché io detesti questo posto. Puoi chiedermi qualsiasi altra cosa, perché devi impuntarti su questo?»
Eravamo finiti a passeggiare sulla spiaggia urlandoci nuovamente addosso, stava diventato tutto esasperante, aveva ragione Sienna quando diceva che un palloncino troppo gonfio presto o tardi finirà per esplodere. Noi stavamo esplodendo.
«Perché per me è importante»
«Dimmi il perché» era esasperato e a quel punto esplosi.
«Perché quando rimarrò da sola avrò il bisogno di darmi una spiegazione sul motivo per cui tu non sei più qui con me. Hai contaminato ogni luogo, ogni mia abitudine, tutto ciò che farò mi ricorderà di te e non puoi pensare di lasciarmi qui, a dover affrontare la tua mancanza, senza avere una ragione valida a cui aggrapparmi. Non puoi lasciarmi senza niente, io sono già circondata dal niente, almeno da te volevo qualcosa» lacrime copiose si erano prese la libertà di uscire senza il mio consenso, ma ormai le avevo rilasciate talmente tante volte che forse si sentivano legittimate.
STAI LEGGENDO
Bring me to Life
Teen FictionKaia è una ragazza con un trauma alle spalle, vive a Carmel per punirsi, per ricordarsi ogni giorno che a lei è stata concessa un'altra possibilità. Adam odia Carmel più di qualsiasi altra cosa, un terribile evento gli ricorda ogni giorno quanto la...