36. Kaia

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Mi trovavo seduta ad uno dei tavolini del bar sulla spiaggia, nulla di male fino a qui.

Con me c'era tutta l'allegra combriccola, Adam, Tara, Sienna e Noah, cosa non così terribile se solo io e Adam non ci parlassimo da quella sera e avevo evitato di avere contatti con ognuno di loro da almeno tre giorni.

Avevo tentato di rifiutare anche l'ennesimo invito ma Sienna mi aveva minacciata di venire fin sotto casa a prendermi trascinandomi per i capelli, se necessario.

E per quanto utopico temevo potesse davvero arrivare a tanto, perciò mi lasciai convincere, avevo necessità di staccare un po' i pensieri.

Tra poco meno di due settimane sarebbe stato l'anniversario di quel giorno e non avevo la più pallida idea di come l'avrei affrontato. Nel mio immaginario avevo sempre pensato che l'avrei passato con Peter, saremmo stati un supporto l'uno per l'altro ma ormai i rapporti tra noi erano ridotti ai mimimi storici, avevo perseverato ed ero passata a casa sua in questi giorni rimanendone sempre più scottata.

«Kaia, ti senti bene?» Percepii la voce di Sienna vicino al mio orecchio, probabilmente non voleva dare nell'occhio ma non riuscì nel suo pieno intento visto che Adam, dall'altra parte del tavolo, puntava già i suoi occhi su di me.

Non ci eravamo più rivolti parola, nessun cenno di pentimento da ambo le parti. Sapevo di aver premuto troppo ma sapevo anche di aver accettato tanti compromessi pur di non metterlo sotto pressione, e di rispettare la sua personalità e se solo si fosse aperto spontaneamente con me riguardo ciò che volesse, non sarei andata ad impuntarmi su qualcosa che chiaramente voleva tenere per sé.

«Si tutto bene. Ma lei ha sempre questa parlantina?»

«Il modo per zittire Tara è qualcosa che ancora bisogna scoprire»

Tara era estremamente espansiva, quel tipo di persona che non riusciresti mai a mettere nell'angolo perché quel carattere spigliato ed esuberante, la postura femminile e consapevole, la portavano ad essere sicura di sé con chiunque.

Dal canto mio ero invece quel tipo di persona che nel momento esatto in cui si trovava a confrontarsi con una persona nuova tendeva a farsi da parte, a conti fatti conoscevo tutti, l'unica new entry era Tara stessa eppure mi sentivo come se ci fossimo tutti appena conosciuti.

«Quanto mi mancava passare del tempo così tutti insieme, non vedo l'ora che la bambina cresca e torniate a San Francisco» una fitta allo stomaco all'idea di rimanere completamente sola qui a Carmel.

Mi ero concentrata ad abituarmi alla partenza di Adam ma non avevo mai fatto i conti con l'addio di Noah e Sienna, loro erano il mio ultimo spiraglio di normalità.

«Sai che non sarà così, abbiamo un'attività e non possiamo abbandonarla. E poi c'è Kaia» la mano di Sienna si poggiò sopra la mia, mi voltai a guardarla e il sorriso amichevole che mi rivolse mi scaldò il cuore.

Ricambiai il gesto intrecciando le dita alle sue, era difficile comprendere il nostro rapporto. Non passavamo ore a chiacchierare, lei rispettava i miei silenzi e io ascoltavo il suo parlare a raffica eppure percepivo il suo affetto sincero in ogni piccolo gesto. Sienna era quella persona che non ti abbandonava mai, anche se glielo chiedevi, anche se ti allontanavi, lei ti veniva a riprendere.

«Anche a te Kaia piace questo posto?» Lo disse con una punta di sconcerto, come se fosse assurdo apprezzare Carmel, mi ricordava Adam.

«Adoro Carmel, per me e impensabile l'idea di andare via da qui» non era vero, se solo avessi avuto il coraggio di smetterla di punirmi avrei abbandonato questo posto prima di subito, avrei accolto la proposta di Adam e sarei andata via con lui.

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