Ero tornato al Four Roses col cuore in subbuglio, avevo percorso il tragitto in moto con la testa altrove, probabilmente ero arrivato a destinazione grazie all'inconscio.
Mi sentivo un automa, qualsiasi gesto o movimento non era comandato dalla mia consapevolezza.
Nella mia testa rimbombavano solo le parole di Kaia e la coscienza che fossi stato preso in giro da tutti per un anno intero.
Il fatto che ci fosse stata Anita alla guida non cambiava l'epilogo e non leniva il dolore ma avevo provato una quantità tale di rancore in questo anno che aveva completamente compromesso il mio modo di affrontare la vita e le persone attorno a me.
«Ehi amico hai una faccia sconvolta, cosa è successo?»
Mi dovetti prendere qualche secondo per capire che ancora una volta, il mio corpo, aveva agito senza comandi volontari ed ero entrato all'interno del locale.
Vedere la faccia amica di Noah fu come respirare normalità dopo ore di pura angoscia, poi però mi irrigidii di nuovo. E se anche Noah fosse complice del silenzio?
Mi fidavo del mio migliore amico, era forse la persona che più mi supportava e sopportava, c'era sempre stato per me. Non avrei sopportato un suo tradimento ma dovevo sapere.
«Tu sapevi che a guidare la macchina che ha provocato l'incidente di Anita c'era proprio lei?»
La prontezza immediata con cui negò qualsiasi tipo di coinvolgimento con quella bugia mi sollevò l'anima.
«Chi ti ha detto questa cosa Adam? È assurdo»
«È stata Kaia»
«Kaia ti ha detto la verità sull'incidente?» La voce fuori campo di Sienna e la preoccupazione che le lessi negli occhi rianimarono nuovamente il senso di malessere che ero riuscito ad alleviare per pochi secondi.
Lei sapeva.
«Sienna per l'amor del cielo non mi dire che tu sapevi tutto»
Non avevo nemmeno più le forze di arrabbiarmi e urlare, in quel momento mi sentivo stanco e provato come se portassi sulle spalle tutte le fatiche del mondo.
«Kaia mi raccontò tutto quando iniziammo a parlare poco dopo il mio arrivo a Carmel, lei non sapeva chi fossi io e io non sapevo chi fosse lei ma non ci misi molto a collegare il suo incidente con quello di Anita. È stato uno shock per me ai tempi»
Provò ad allungare una mano per darmi conforto ma scansai bruscamente il braccio, non riuscivo a guardarla e riconoscere la mia amica storica. I suoi occhi tristi ed apprensivi la rendevano ancora più spregevole ai miei occhi.
«Come hai potuto non dirmi niente? Come hai potuto permettermi di starle accanto tenendomi all'oscuro, mi hai sempre spinto verso di lei. Perché?»
«Mi ha chiesto di non dire niente, non avrebbe dovuto dirlo nemmeno a me ma lei non sapeva che Anita fosse tua sorella. Quando sei arrivato ho temuto che potesse riconoscerti e invece era completamente all'oscuro. Mi è sembrata una coincidenza assurda il fatto che tu fossi qui e anche lei, Anita ha sempre voluto fartela conoscere» stava farneticando o non si spiegava, credeva forse che ci trovassimo in una commedia romantica?
«Cosa diavolo c'entra Anita con me e Kaia, ma ti senti?»
«Era lei la ragazza che Anita voleva presentarti»
«Fratellone ti prego vorrei tu la conoscessi, sono sicura che riuscirebbe a rendere dolce anche un antipatico e scorbutico come te. Dovresti vederla, è bellissima»
«Mostrami una foto e vediamo se ne vale la pena»
«Non se ne parla, voglio godermi il momento in cui la vedrai per la prima volta dal vivo, lei merita di essere conosciuta e non selezionata da qualche foto su Instagram»
Quella realizzazione fu il colpo di grazia definitivo. Per tutti quei mesi avevo vissuto il desiderio di mia sorella, Kaia era riuscita ad addolcirmi proprio come aveva detto.
Ed era vero che la ragazzina meritava di essere conosciuta e non selezionata ma non potevo accettare di essere stato preso in giro, era più forte di me.
«Ascoltami bene Sienna, devi imparare a farti i fottuti cazzi tuoi e non intrometterti nelle vite degli altri perché non hai nessun diritto di farlo. Pensa alla tua vita, a tua figlia e tieni fuori me dalle tue manie di crocerossina. Hai messo davanti alla nostra amicizia il volere di un'estranea, ti sei presa la briga di fare cupido consapevole di tutti i retroscena ed io una cosa del genere non te la perdonerò mai» non mi ero mai rivolto a lei con quel tono tagliente e cupo, ma doveva capire che quella volta aveva esagerato.
«Credo che tu debba andartene Adam. Mi pare chiaro che stare qui non ti faccia più bene»
La presa di posizione di Noah fu l'ennesima doccia fredda della giornata, mi ricordò dove mi trovassi e chi fossero le persone attorno a me.
Forse il mio rancore mi stava isolando ma il mio orgoglio non mi permetteva di fare marcia indietro.
«Credo tu abbia ragione, del resto l'ho sempre saputo che nulla mia avrebbe tenuto legato a questo posto»
Feci per uscire quando mi trovai faccia a faccia con il viso stravolto di Kaia, non sapevo quanto avesse ascoltato e di fatti sentii la necessità di ribadire ciò che pensavo, con cattiveria e rimorso.
«Non ho mai pensato neppure per un secondo di poter rimanere in questo posto, tutto ciò che ho vissuto non sarà altro che una patetica ed insignificante parentesi che cancellerò una volta messo piede a San Francisco» glielo dissi guardandola negli occhi sperando di ferirla ancora, del resto voleva prendersi il mio dolore, no?
«Adam, adesso basta»
«No, ha ragione. Non ha più senso che lui resti. Si trovava qui per aiutarvi e basta, nessun altro motivo, prenderò io il suo posto e andremo avanti anche senza di lui. Non me ne faccio niente di essere la parentesi di qualcuno, perciò vattene nella tua fottuta San Francisco e non farti vedere mai più»
E lo feci, me ne andai senza guardarmi indietro. Poche ore dopo mi trovavo su un pullman diretto a Monterey pronto a prendere il primo volo per San Francisco.
Avevo detto che avrei cancellato tutta quella parentesi e lo confermavo, quello che però avrei fatto fatica a cancellare sarebbero stati quegli occhi verdi che durante quei mesi avevo visto felici, pieni di lacrime, di lussuria e che mi avevano guardato per l'ultima volta con un tale astio da lasciarmi quasi senza fiato.
Finalmente mi trovavo sull'aereo ad affrontare il viaggio di ritorno, viaggio che avevo sempre creduto di vivere con sollievo ed estrema gioia nel ritornare a casa mia, alla mia vita, anche se quasi non ricordavo più la mia vecchia vita. Al momento nella mia testa c'erano le soleggiate mattine di Carmel con i clienti che facevano colazione, i pomeriggi sulle spiagge affollate e le serate tra le stradine illuminate.
Ogni ricordo era però collegato Kaia, sentivo che tutto ciò che avevo fatto ed ero stato, apparteneva a lei. La malefica ragazzina, la mia Bambi che però non sarebbe stata più mia.
Era giusto così, dovevo ritornare alla mia quotidianità e chiarire alcune faccende di cui ero evidentemente all'oscuro, non ci poteva essere più spazio per ciò che avevo vissuto.
Addio Carmel, addio per sempre.
Holaaaaa
*vado nascondermi in un angolo*
con questo capitolo annuncio ufficialmente la conclusione della prima parte di BMTL.
Lo possiamo considerare quasi un epilogo vista anche la lunghezza ma volevo che si concludesse così, senza aggiungere o togliere nulla.
Vi aspettavate un finale del genere?

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Bring me to Life
Fiksi RemajaKaia è una ragazza con un trauma alle spalle, vive a Carmel per punirsi, per ricordarsi ogni giorno che a lei è stata concessa un'altra possibilità. Adam odia Carmel più di qualsiasi altra cosa, un terribile evento gli ricorda ogni giorno quanto la...