32. Kaia

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Avevo avuto modo di constatare che Adam fosse molto più affettuoso di quanto lasciasse trasparire.

Avevamo passato la serata a passeggiare per le stradine illuminate, il suo braccio poggiato sulla mia spalla con estrema tranquillità, senza preoccuparsi di essere visto.

In una mano il gelato che aveva rigorosamente dovuto farmi assaggiare, era una regola non scritta. Inutile dire che mi ritrovai con la punta del naso sporca di stracciatella.

«Ci facciamo una foto sotto la statua del cavallino?»

Adam amava tantissimo fare foto, lo avevo già notato quando quel pomeriggio mangiammo un panino insieme e con estrema nonchalance aveva tirato fuori il telefono iniziando a scattarmi delle foto.

Avevo poi scoperto che quella non era solo passione ma faceva parte del suo corso di studi perciò mi piaceva acconsentire alle sue richieste.

Capitava che mentre passeggiavamo tirava fuori il telefono e faceva foto e video a tutto ciò che catturava la sua attenzione, la maggior parte delle volte si divertiva a ritrarmi in atteggiamenti buffi o in pose in cui a detta sua "non poteva lasciarsi sfuggire"

La statua del cavallino era simbolo del lungomare di Carmel, le sedute introno all'animale rappresentavano la rosa dei venti e molto persone sedendosi si ritraevano in scatti assieme al cavallo bianco. Esattamente quello che stavamo facendo noi in quel momento.

«Te l'hanno mai detto che sei davvero fotogenica?»

«Tu, circa cento volte» era vero, puntualmente ogni volta Adam sottolineava quanto venissi bene nelle foto.

«E di fatti sono uno che se ne intende. Facciamone una insieme»

Si sedette al mio fianco e non feci in tempo a chiedergli come dovessimo metterci che mi ritrovai le sue labbra sulle mie, dimenticandomi immediatamente che l'intenzione fosse quella di farci una foto.

Continuò a baciarmi per un tempo più lungo di qualche scatto ma non esposi alcun tipo di lamentela, baciare Adam era un'esperienza che apprezzavo fare.

«Mhh, sicuramente il miglior scatto» il tono soddisfatto e l'espressione serena, difficilmente lo si poteva vedere così tranquillo, solitamente aveva sempre quel tormento negli occhi che gli imponeva di rimanere sulla difensiva e non rilassarsi mai.

«Ma il cavallino nemmeno si vede» inutile dire che della statua me ne fregava meno di zero.

«Il vero monumento sono io e hai pure la fortuna di baciarlo» scoppiai a ridere a quella che per lui era una seria constatazione. Quando non faceva lo stronzo antipatico, si rivelava la persona più piacevole con cui avessi mai passato del tempo.

Stava per ribattere ma venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare. L'alzata d'occhi al cielo mi fece perfettamente intuire quale fosse il nome sullo schermo.

«Sienna cosa succede?»

«Lo so che sono fuori da tutto il giorno, è il motivo per cui ti ho chiesto un permesso per l'intera giornata» quei due erano cane e gatto. Nonostante Adam si mostrasse scorbutico per la maggior parte del tempo, Sienna non demordeva, quasi come se nemmeno se ne rendesse conto.

Avevo capito nei giorni che Sienna nutriva un bene profondo per Adam, probabilmente a conoscenza di fatti e avvenimenti importanti di cui io ero all'oscuro e sapeva che Adam, contrariamente a quanto lui stesso mostrasse, necessitava di persone attorno.

«Sono con Kaia, ora te la faccio salutare» mi porse il telefono concedendomi solo il tempo di dire "ciao" per poi riprendere a parlare con lei.

«Sentito? Non lo so a che ora torno ma sarò presente domani mattina al lavoro stai tranquilla mamma» attaccò senza neanche sentire cosa stesse dicendo, sbuffando sonoramente.

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