Io e Sienna eravamo al mercato del sabato mattina, nonostante fossimo a metà giungo il clima era abbastanza favorevole, nessun caldo asfissiante che ti faceva desiderare di ibernarti per il resto dei tuoi giorni.Mi piaceva camminare per le strade piene di bancarelle, i turisti impegnati a fotografare questo e quello, i bambini che indicavano tutto ciò che attirava la loro attenzione desiderando di compare ogni cosa, i venditori che cercavano di attrarre il maggiore numero di curiosi, era come se quel caos esterno equilibrasse quello che avevo internamente.
«Non vedo l'ora di vedere me e Noah girare per le bancarelle assieme al fagiolino» aveva l'aria sognante e gli occhi che le brillavano. La gravidanza doveva essere un'esperienza davvero assurda, piena di ansie, attese, desiderio di vedere il volto di chi amerai incondizionatamente e allo stresso tempo la paura di metterlo in un mondo difficile.
«Sono sicura che sarete una famiglia bellissima» e lo pensavo davvero. Sienna e Noah erano molto complici e affiatati, si dicevano tutto, si divertivano insieme, si appoggiavano, avevano da parte mia la più sana invidia.
«E tu sarai sicuramente la zia preferita» sorrisi teneramente a quelle parole che sapevano di una promessa a lungo termine.
Ci fermammo ad una bancarella che vendeva bikini, avevo notato che Sienna avesse una discreta ossessione per i costumi che lei giustificava dicendo che il suo corpo cambiava a vista d'occhio e vivendo in una località balneare doveva adeguarsi.
«Kaia, non girarti subito ma c'è un ragazzo che ti sta fissando» mi irrigidii lasciando cadere il costume che avevo tra le mani.
Temporeggiai qualche secondo per poi cercare di voltarmi nella maniera più discreta possibile, non faticai a riconoscere chi fosse il soggetto in questione.
«Sbaglio o è uno dei due ragazzi che erano al ristorante quella famosa sera?» No, non sbagliava affatto era proprio lui e non era nemmeno la prima volta che lo trovavo nei paraggi.
All'inizio pensavo fosse una casualità, avevamo molti clienti abituali e avevo immaginato che lui fosse diventato uno di questi ma erano capitate un paio di volte in cui lo crociavo per strada, quando andavo a fare la spesa.
Carmel era piccola, c'erano elevate possibilità di incrociarsi negli stessi posti ma temevo di non poter più parlare di casualità.
«Ho l'impressione che tu abbia fatto colpo» non lo disse con leggerezza, forse lei ci aveva visto lungo sin dal principio e ripensai anche ad Adam che si era reso conto ancor prima di tutti.
Continuai a fissarlo forte del fatto che non fossi sola, lui non si scompose, rimase fermo nella sua posizione per altri interminabili secondi per poi andarsene con camminata sicura e le mani nelle tasche.
Diedi un'occhiata all'orologio rendendomi conto che la mia libertà fosse ormai giunta al termine, dovevo andare a lavoro e dovevo anche sbrigarmi.
«Devo proprio andare, se faccio un solo minuto di ritardo Jonathan me lo farà pesare per l'intero turno e non ho proprio voglia di sentirlo sbraitare più del solito» alzai gli occhi al cielo, il mio capo era l'unica pecca del mio lavoro che per quanto fosse sfiancate non mi era mai pesato.
«Vuoi che ti accompagni?» Sapevo che quella non era una domanda casuale e sapevo anche quale fosse la ragione ma non le avrei mai permesso di allungare più del dovuto.
«Non preoccuparti, dovrò praticamente fare una corsa e tu cara la mia mammina non mi sembri molto in forma» le schioccai un occhiolino al quale rispose con una finta indignazione.
...
«Ti ringrazio Janet ma scappo a casa e mangio qualcosa» declinai l'ennesima offerta di rimanere a mangiare qualcosa e corsi fuori prima che mi tenesse in ostaggio.
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Bring me to Life
Teen FictionKaia è una ragazza con un trauma alle spalle, vive a Carmel per punirsi, per ricordarsi ogni giorno che a lei è stata concessa un'altra possibilità. Adam odia Carmel più di qualsiasi altra cosa, un terribile evento gli ricorda ogni giorno quanto la...