21. Adam

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Ero più nervoso del solito, guardavo ripetutamente l'orologio come se stessi aspettando qualcosa o per meglio dire qualcuno e questa consapevolezza mi rendeva ancora più irrequieto.

Kaia non era ancora passata al Four Roses, era andata via con Sienna e non avevo avuto più notizie.

Avevo bisogno di vederla perché dovevo capire in che rapporti fossimo, dovevo guardarla negli occhi per rendermi conto dell'impatto che quel bacio aveva avuto su di lei perché per quanto mi riguardava non ne ero rimasto indifferente.

Avevo avuto il suo sapore per l'intera notte, custodendolo gelosamente, non ero certo di come sarebbero proseguite le cose se non fossimo stati interrotti, quello che sapevo era che ricordavo perfettamente ogni secondo di quel bacio e cosa ancora più grave avrei replicato molto volentieri.

E lei? Aveva sentito anche lei quell'elettricità?

Continuavo a domandarmi come sarebbe proseguito il nostro rapporto, non ero assolutamente propenso a darle qualcosa di più rispetto a ciò che avevamo e temevo che quel bacio per quanto mi fosse piaciuto potesse rivelarsi un grossissimo sbaglio.

La potevo già immaginare fantasticare su un futuro assieme, magari pretendendo uscite mano nella mano, gesti affettuosi o peggio avrei dovuto fare lo stronzo e dirle che quello che era successo non portava a nessun noi, mi sarei preso le conseguenze che consistevano nel sorbirmi lunghe paternali da parte di Sienna.

La stessa Sienna che continuava a fissarmi, forse con la speranza di leggermi nella mente.

«La catena della bici è completamente rotta, non credo di essere in grado di ripararla» il tono desolato di Jordan suonava come musica per le mie orecchie, quel catorcio aveva avuto vita breve e per ragioni incomprensibili questa realizzazione mi dava enorme soddisfazione.

«Quando dicevo che era un catorcio mi riferivo esattamente a questo» lo punzecchiai consapevole che sul posto di lavoro non si sarebbe mai lasciato andare a futili discussioni.

«Adam, la bicicletta andava benissimo è stato un caso che si sia rotta» il tono di Sienna era d'avvertimento, mi conosceva abbastanza da aver notato il mio nervosismo, consapevole che avevo il bisogno di riversarlo sugli altri. Jordan mi sembrava un ottimo bersaglio, finché i miei occhi non si posarono sul qualcun altro.

«Ciao a tutti» il saluto raggiante di Kaia mise fine a qualsiasi intenzione di discussione.

Sembrava serena e sorridente, perfettamente a proprio agio nel suo vestitino azzurro svolazzante e i capelli lasciati completamente liberi, si era presa perfino la briga di salutare Jordan, Noah e Sienna con un caloroso bacio sulla guancia, riservando a quest'ultima delle coccole particolari alla pancia.

«Buongiorno Adam, posso salutare anche te o sei di pessimo umore?» Si rivolse a me con un sorrisetto sfottente che avrei volentieri mangiato con un bacio.

«È ovviamente di pessimo umore» fece eco Noah.

«Da quando chiedi il permesso per salutarmi, Bambi?» Certo che volevo mi salutasse ma non sarei stato io a chiederlo.

Fortunatamente colse la provocazione e senza troppe cerimonie si avvicinò sollevandosi sulle punte per arrivare alla mia guancia e riservarmi lo stesso saluto dato agli altri. Avrei voluto scostarmi e far sì che casualmente anziché baciare la guancia si fosse scontrata con le mie labbra, giusto per ricordare che io non ero come gli altri, questo però stava a significare che sarei stato disposto a darle delle aspettative che non mi sentivo in grado di soddisfare.

Lasciai quindi che si comportasse con me come con tutti, mi permisi di lasciarmi avvolgere dal profumo fruttato dei suoi capelli, poggiai una mano sul suo fianco giusto in tempo per sentirla rabbrividire. Non ero l'unico che ricordava ogni minimo particolare di quello che era successo la sera prima, glielo lessi negli occhi nell'esatto momento in cui aveva scostato le labbra dalla guancia poggiando lo sguardo su di me.

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