7. Kaia

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Stavamo camminando in religioso silenzio, Adam era al mio fianco, le mani nelle tasche della tuta intento ad osservarsi intorno, forse per ricordare la strada da fare a ritroso.

Volevo ringraziarlo della compagnia, allo stesso tempo mi sembrava come se non volessi spezzare il silenzio. Ogni tanto mi prendevo dei secondi per osservarlo, la figura alta e slanciata mi garantiva un senso di sicurezza, il buio della notte non faceva che rendere più cupo il suo viso, illuminato sporadicamente da qualche lampione.

«Sei silenziosa o pensierosa» a sorpresa fu lui ad interrompere il silenzio, ero sicura che saremmo arrivati fino a casa senza spiccicare parola.

«Stavo pensando che volevo ringraziarti» risposi con onestà, ricevendo una breve occhiata da parte sua.

«Nessuno scopo romantico sia chiaro, volevo troncare quella situazione infinita» era sincero, l'avevo capito che non avesse nessun secondo fine.

«Lo so, ma voglio ringraziarti lo stesso. Mi hai tolto da una situazione scomoda da cui avrei fatto fatica ad uscire, e mi stai facendo compagnia pur non volendo affatto essere qui, perciò grazie» ero davvero riconoscente e in più mi dispiaceva sapere che sarebbe dovuto tornare a casa a piedi quando poteva benissimo andare in macchina assieme ai suoi amici.

«Penso che dovrò affittarmi una moto o una macchina» se ne uscì dal nulla, avevo capito che non amasse particolarmente segni di riconoscenza o complimenti.

«C'è una piccola concessionaria appena fuori da Carmel, se chiedi a Noah sicuramente la conosce» scalciai qualche sassolino, mi sentivo un pò impacciata e odiavo dare quell'impressione.

«Domani lavori?» Sembrava non voler cadere nuovamente nel silenzio e questo mi faceva piacere, forse la situazione non era così catastrofica come la stavo percependo.

«Sì, ho entrambi i turni»

«E il pomeriggio che fai?» Era cauto nel pormi le domande, aveva sempre quel tono indifferente, come se mi stesse chiedendo cose di cui in realtà non gli interessava davvero la risposta. Avevo notato che era una cosa che faceva con tutti, quindi non mi preoccupai più di tanto.

«Non lo so, forse vado alla caletta o magari passo al Four Roses» le mie giornate non erano chissà quanto piene, per fortuna avevo il lavoro che ci pensava a riempirle.

«Ti andrebbe di passare in spiaggia?» Mi voltai di scatto e lui dovette notare la mia confusione perché si premurò subito di chiarire la proposta.

«Noah mi ha detto che voleva mostrarmi le spiagge di Carmel e diciamo che ultimamente il mio amico è abbastanza monotematico, perciò ho bisogno di qualcuno che lo distragga e la lista delle persone che conosco vanta solo te o Jordan, direi che mi è stato abbastanza facile scegliere» era davvero esilarante il modo in cui avesse una spiegazione decisamente poco romantica e amichevole a tutte le sue azioni o proposte.

«Quindi fammi capire, il tuo amico vuole portarti al mare ma siccome molto probabilmente i suoi argomenti sono ridotti al locale e pannolini futuri, hai saggiamente deciso di portarti il terzo incomodo, e io sarei la meno peggio tra le tue scelte ristrette» sintetizzai ricevendo un gesto di profondo assenso da parte sua.

«Analisi perfetta, era proprio quello che intendevo» aveva un leggerissimo sorriso, il che mi dette speranza sul fatto che nonostante la buona base di verità, la parte in cui aveva scelto me semplicemente perché non aveva altra scelta fosse solo un modo per provocarmi.

Mi portai una mano al viso fingendo di asciugare qualche lacrima.

«Sono davvero lusingata, tu sì che sai come rendere speciali le persone, è quasi impossibile dirti di no» scoppiò a ridere al mio tono decisamente ironico.

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