16. Kaia

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holaaaa

ero indecisa se pubblicare o meno visto che sicuramente molti sono in vacanza e non dedicano molto tempo alla lettura, però alla fine ho deciso di pubblicare oggi e magari risentirci dopo ferragosto.

divertitevi e se vi va lasciate una stellina o un commento!!

buona lettura

Erano le dieci di mattina quando il trillo del cellulare infastidì il mio sonno tormentato.

Non avevo chiuso occhio, il cervello continuava a darmi numerosi spunti su cui riflettere e senza accorgermene iniziai a lasciarmi tra le braccia di Morfeo che erano ormai le sei di mattina.

Poco male tanto avevo il turno serale, avrei potuto dormire quanto volevo ma la persona che aveva mandato almeno cinque messaggi nel giro i cinque secondi non doveva pensarla come me.

Non mi stupii quando lessi il nome di Sienna, non c'erano molte altre persone che interagivano con me e soprattutto lei apparteneva alla schiera di coloro che anziché scrivere un unico messaggio preferivano inviarne molteplici, una parola per volta.

Se Dante avesse scritto oggi la Divina Commedia probabilmente gli avrebbe dedicato un girone dell'Inferno.

Mi chiedeva di andare il prima possibile al Four Roses perché aveva una sorpresa per me, e quel prima possibile poteva tradursi con un "subito" altrimenti sarebbe partita la telefonata strategica, fatta col chiaro intento di invitarmi a sbrigarmi.

Con la consapevolezza che dormire non era più contemplato mi imposi di alzarmi dal letto e prepararmi, scelsi i primi abiti a caso dall'armadio, che consistevano in un ciclista nero ed una t-shirt un po' oversize dello stesso colore.

Doccia, sistemata ai capelli, occhiali da sole, scarpe, zainetto e dritta verso questa sorpresa speciale che mi aveva fatto guadagnare solo quattro ore di sonno.

...

«Che te ne pare?» Svelato l'arcano, la sorpresa non era altro che una bicicletta rosa che a quanto pare non serviva più alla sorella di Jordan e Sienna aveva deciso di spacciarla per regalo, quando in realtà era un modo per impormi di averne una.

«Carina, mi sembra di essere tornata ad avere dodici anni con questo rosa acceso e le stelline ma tutto sommato mi tornerà utile» non era sicuramente come immaginavo di prenderla ma per l'uso che ne avrei fatto andava più che bene.

«Non che si sposti molto dall'età che dimostri» era necessario specificare chi fosse l'artefice della battuta?

Anche lui in total black e un cappellino da baseball rigirato a coprirgli quella chioma indomabile, dovevo ammettere che quella mise gli stava particolarmente bene.

«Che strano, ieri mi sembrava di aver raggiunto i diciotto anni» incrociai le braccia con aria di sfida, era una conversazione che potevamo capire solo noi due e di fatti vidi le espressioni confuse di Sienna e Noah che cercavano di comprendere cosa avessimo bevuto di prima mattina.

«Si cambia idea, un secondo prima hai diciotto anni e il secondo dopo puff torni ad averne dodici» stava chiaramente alludendo al repentino cambio di atmosfera causato da me medesima ma per una giusta causa, ovvero la mia sanità mentale. Non potevo permettermi di oltrepassare quella linea con lui, non dopo che gli avevo fatto il bel discorso su come non volessi sconfinare nella sua vita, e soprattutto non con la certezza che lui avrebbe fatto baracca e burattini appena gli fosse possibile. E poi?

«Una volta per tutte io ho ventun anni, non dodici, non diciotto e li ho sempre. Sei tu che non capisci che non esiste solo il bianco e il nero e che ogni situazione o condizione porta con sé svariate sfumature» stavamo parlando per metafore che agli occhi degli altri non avevano senso ma noi sapevamo benissimo a cosa ci stessimo riferendo e odiavo che per Adam tutto dovesse seguire una linea dritta sia in bene che in male, non erano concesse deviazioni altrimenti stava a significare che bisognava partire punto e a capo.

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