The kids are in town for a funeral

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Ero nel mio appartamento del college sul divano a vedere la tv.
Quando all'improvviso sentii la notizia della morte di Liam Payne.
Io: ma che diavolo sta succedendo? *aprii tutti i social sperando fosse una fake news*
Charlotte: Sharol dimmi che è tutto finto. *uscì dalla sua camera in un lampo*
Io: *stavo per avere una crisi isterica*
C: Sharol. *si sedette accanto a me*
Io: *la guardai terrorizzata con le lacrime agli occhi*
C: guardami Sharol. *mi mise entrambe le mani sulle spalle*
Io: non può star accadendo davvero. *iniziai a piangere*
C: tutto ciò è orrendo. *mi abbracciò*
Io: come faccio a vivere così? *la strinsi*
C: non lo so tesoro, non lo so. *cercò di calmarmi*
Nelle ore successive non riuscimmo a smettere di piangere, cercando di capire cosa stesse succedendo, perché eravamo sotto shock.
Io: devo andare a Londra. *andai di corsa in camera mia*
C: Sharol. *mi seguì*
Io: non posso stare qui. *misi delle cose a caso nella valigia freneticamente*
C: smettila Sharol.
Io: *non l'ascoltai*
C: basta Sharol, ti stai facendo del male. *mi fece girare verso di lei*
Io: io non ce la faccio. *mi si riempirono gli occhi di lacrime*
C: tesoro io veramente non posso immaginare come ti senta, neanche lontanamente. So il rapporto che avevi con lui, so quanto foste amici e quanto sia stata dura per te lasciare casa vostra e venire qui, ma l'unica cosa che posso dirti è che io ti starò sempre accanto e ti sosterrò in questa perdita.
Io: io l'ho abbandonato. *sentii le lacrime scendere*
C: no, non puoi dirlo, non colpevolizzarti. *mi prese la mano*
Io: me ne sono andata quando sapevo che lui aveva bisogno di me, ho lasciato i ragazzi e sono venuta qui, da un giorno all'altro l'ho lasciato solo. *mi misi una mano sulla bocca per sopprimere i singhiozzi*
C: non è vero tesoro, non caricarti di responsabilità che non sono tue. *mi abbracciò*
Io: io devo tornare a casa dai ragazzi, dal mio Ní. *la guardai negli occhi*
C: tesoro è davvero tardi, non mi sento di lasciarti affrontare un volo da sola in queste condizioni e per di più non hai neanche la certezza di partire.
Io: ne ho bisogno Charlotte.
C: sono tante ore di volo piccola. *cercò di distogliermi*
Io: io devo andare.
C: okay facciamo così, ti accompagno in aeroporto e vediamo se c'è un volo.
Io: ti ringrazio.
C: è il minimo per te piccola.
Feci una sorta di valigia e poi ci dirigemmo in aeroporto, proprio com'eravamo vestite per casa. Diedi i numeri per trovare il primo aereo disponibile finché non ci riuscii.
Io: è uscito il gate. *mi alzai in piedi*
C: mi raccomando fa attenzione, e aggiornami sia quando arrivi a Londra, sia quando riesci a raggiungere casa.
Io: tranquilla, ti aggiornerò costantemente, tu stai attenta nel ritornare al college e grazie di tutto. *la abbracciai*
C: buon viaggio.
Mi imbarcai e iniziò il viaggio più lungo e impegnativo della mia vita. Continuavo a leggere tutte le notizie che uscivano una dietro altra, in contrasto tra di loro, che mi davano ancora più da pensare. Non riuscivo a comprendere che quella era la realtà in cui avrei dovuto vivere. Mi sentivo un vuoto dentro il petto che sapevo di non potevo riempire in nessun altro modo, il senso di colpa mi perseguitava e non volevo neanche immaginare come stavano i ragazzi, la sua famiglia, il suo piccolo Bear.
Alla fine riuscii a chiudere gli occhi per una mezz'ora finché non arrivammo a Londra quasi all'alba, tra fuso orario e le sette ore di volo.
Scendemmo dall'aereo e uscii dall'aeroporto per trovare un taxi.
Poco dopo ero davanti casa con le chiavi in mano, paralizzata davanti a quella porta.
Tassista: ehi va tutto bene, ha bisogno di qualcosa? *si affacciò dal finestrino*
Io: si, tutto okay, la ringrazio. *mi girai verso di lui*
T: posso andare, ne è sicura?
Io: si, grazie ancora.
Trovai il coraggio di aprire quella porta ed entrai con la mia valigia, chiudendo la porta dietro di me.
N: *si girò di scatto verso di me*
Io: *mi venne un nodo alla gola e corsi ad abbracciarlo*
N: *non disse nulla e mi strinse forte a sé*
Io: *ricominciai a piangere*
N: *non riuscì a trattenersi e mise il viso nel mio collo piangendo*
Io: *gli strinsi la maglia*
N: *mi accarezzò i capelli*
Restammo per qualche minuto così finché non sentimmo dei passi.
L: ma chi c'è? *venne in salone stropicciandosi gli occhi*
Io: *lo guardai ancora abbracciata a Niall*
L: Sharol. *si paralizzò vedendomi*
Io: ditemi che non è vero. *mi allontanai da Niall*
L: *scosse la testa*
Io: santo cielo. *gli andai a dare un bacio*
L: che ci fai qui? *mi prese per mano e mi portò in cucina*
Io: pensavi che sarei rimasta per un minuto in più in quella stanza dall'altra parte del mondo nel frattempo che la mia vita cadeva a pezzi? *lo seguii*
L: intendevo che avresti potuto riposare un po' e partire stamattina, considerando che hai dovuto affrontare un lungo volo, da sola, in queste condizioni. *mi prese dell'acqua e si sedette al tavolo*
Io: mi vorresti dire, con la faccia che hai, che tu sei riuscito a dormire? *bevvi un sorso d'acqua*
N: nessuno qui ha dormito e ci dispiace non aver chiamato, ma stavamo cercando il modo. *ci raggiunse dopo che si era ricomposto*
Io: non hai nulla di cui scusarti, avete per caso qualche notizia? *titubai nell'ultima frase*
N: lo abbiamo scoperto dai social e abbiamo subito chiamato la famiglia ma anche loro sono all'oscuro di tutto. *si sedette*
Io: preparo un po' di caffè. *mi avvicinai al bancone*
L: tu resterai qui?
Io: si, per un po'. Ma Harry e Zayn?
L: Harry è riuscito a prendere un volo solo stamattina, sta arrivando.
N: Zayn ha bisogno di un po' più di tempo.
Io: ora che si fa? *mi girai verso di loro*
N: ora si affronta il lutto.
Io: io non sono pronta. *mi vennero le lacrime agli occhi per l'ennesima volta in quella giornata infinita*
L: tutto a suo tempo, non abbiamo neanche ancora capito cosa sia successo.
Io: dio come cazzo si fa a smettere di piangere?! *mi misi le mani sul volto*
N: va bene così amore, ne hai bisogno. *mi venne ad abbracciare*
-
Ci eravamo appoggiati sul divano e avevamo cercato di riposare un po', considerando quanto eravamo provati, quando la porta di casa si aprì.
H: *entrò cercando di non disturbare*
Io: Harold? *alzai la testa dal petto di Niall*
H: ehi. *si avvicinò*
Io: *mi alzai e lo abbracciai*
H: menomale che sei qui. *gli si ruppe la voce dal pianto*
Io: *lo strinsi più forte cercando di trattenere le lacrime*
Restammo abbracciati per un po' e poi ci sedemmo sulla poltrona.
H: hai dormito un po'? *mi accarezzò i capelli*
Io: veramente poco, i ragazzi adesso hanno chiuso gli occhi, e io avevo bisogno di guardarli così, in un attimo di pace. *parlai molto piano per non svegliarli*
H: io mi sento tanto in colpa. *si bloccò*
Io: no Harold, non devi. *lo guardai*
H: faccio sempre tutti i miei discorsi sul volersi bene, sul trattare bene gli altri e sul prendersi cura delle persone care e poi sono il primo a fregarsene.
Io: non è vero, smettila.
H: non gli sono stato vicino. *mi guardò completamente perso*
Io: io me ne sono andata. *distolsi lo sguardo*
N: e io sono stato l'ultimo a vederlo. *si unì alla conversazione*
L: e io non l'ho chiamato. Giochiamo a chi è stato l'amico peggiore? Perché questo non serve a niente, non fa bene a nessuno, non fa tornare indietro il tempo e neanche Liam.
Io: *sentii le lacrime bagnarmi il viso*
H: serve a me, per riflettere un attimo sul perché sia successa questa cosa.
L: non c'è una spiegazione a tutto questo, e forse una risposta la avremo solo con il tempo e qualche notizia veritiera, perché per ora non abbiamo nulla.
Io: *mi alzai e andai in bagno*
N: *mi seguì*
Io: *socchiusi la porta e mi appoggiai con le mani sul marmo del lavandino sfogando tutto*
N: *aspettò qualche minuto ed entrò*
Io: *lo guardai dallo specchio*
N: sono qui con te. *si sedette sul gabinetto*
Io: *urlai cercando di scaricare tutta la frustrazione e il dolore*
Ci rifuggiamo in quel bagno per un'ora circa, cercando di sfogare tutte le nostre emozioni.
H: ehi va tutto bene qui? *bussò alla porta*
N: si, adesso scendiamo. *si asciugò gli occhi*
H: prendetevi il vostro tempo, ero solo preoccupato. *non si mosse*
Io: entra Harold. *mi sedetti sul lavandino*
H: che fate? *entrò con cautela*
Io: sinceramente non lo so. *feci penzolare le gambe*
H: almeno è stato liberatorio? *si appoggiò alla porta*
Io: un pochino si. *mi asciugai le lacrime e scesi*
N: andiamo giù da Lou. *mi mise una mano dietro la schiena*
H: *aprì la porta e scese al piano di sotto*
L: che fine avete fatto? *ci guardò seduto sul divano*
Io: cercavamo di non distruggere la casa. *mi sedetti accanto a lui*
L: se ne senti la necessità non sarò io a fermarti. *mi mise un braccio intorno alle spalle*
Io: lo so Lou, e ti ringrazio per questo. *appoggiai la testa su di lui*
L: prima o poi andrà meglio. *mi lasciò un bacio sui capelli*
N: ma per caso voi avete fame?
H: un po', sono anche le cinque del pomeriggio.
Io: io no, però se volete vi faccio compagnia.
L: io non ho fame e neanche intenzione di alzarmi da qui.
H: non vi muovete, andiamo a prendere qualcosa. *andò verso la cucina*
N: ti porto una cosa buona okay? *mi guardò e seguì Harry*
Io: *annuii*
L: quell'uomo farebbe qualunque cosa per te.
Io: farà bene a non lasciarmi per nessun motivo al mondo, perché questo dolore che sento ora non voglio riprovarlo mai più.
L: sono sicuro che pensa la stessa cosa.
Io: ma guarda che vale anche per te, e gli altri. *lo guardai*
L: se fosse per me non lo proveresti mai più.
Dopo circa cinque minuti i ragazzi tornarono in salone con il gelato in mano e tanti cucchiaini.
Io: avevo bisogno esattamente di questo. *mi misi seduta composta*
N: non avevo dubbi. *si sedette accanto a me e mi diede un barattolo di gelato*
Io: grazie amore. *presi un cucchiaino*
H: così mangiamo tutti, che ne abbiamo bisogno. *prese un cucchiaino di gelato*
L: mi sembra un'ottima idea.
Io: *presi un po' di gelato e imboccai Niall*
N: ti amo. *mi baciò*
Io: non mi avevi ancora baciato. *lo guardai sorpresa*
N: hai ragione. *mi ridiede un bacio a stampo*
Io: *sorrisi e continuai a mangiare*
L: siete perfino riusciti a non farmi vomitare, mi avete quasi addolcito. *ci guardò*
H: perché sono belli.
N: per fortuna ci siete voi ragazzi.
Io: non avrei saputo come affrontare tutto ciò senza di voi.
Finimmo di mangiare e cercammo ti rilassarci un po'. E alla fine si fece sera.
L: stanotte ci conviene provare a dormire un po', domani sarà una giornata altrettanto impegnativa.
H: dormiamo insieme? *mi guardò*
Io: certo Harold.
N: questa volta non opporrò resistenza. *mi diede un bacio sulla tempia*
L: bravo Ní.
Quando si fece l'ora ci cambiammo e andammo tutti in camera mia e di Niall.
Io: tutti nel lettone. *mi misi sotto le coperte*
N: questo mi è mancato. *si stese accanto a me*
L: sicuro? *si stese ai piedi del letto*
H: non fare domande. *si accoccolò a me*
-
Il giorno dopo mi svegliai molto presto e vidi i ragazzi dormire accanto a me.
Riuscii a scendere dal letto e scesi giù in cucina per preparare la colazione.
Feci i pancakes, cosa che facevo sempre quando vivevo lì, e tanto caffè.
Finché non mi ritrovai rannicchiata sullo sgabello della cucina, con il telefono in mano, a guardare video e notizie su Liam. E di nuovo quel momento di realizzazione temporanea si schiantò su di me come un pugno in pieno volto. Tutte quelle informazioni mi davano un senso di nausea per quanto fossero dolorose.
H: cos'è questa puzza di bruciato? *scese in cucina*
Io: *fui sorpresa considerando che ero entrata in una sorta di bolla* oddio i pancakes.
H: tutto bene piccola? *spense velocemente il fornello*
Io: ero soprappensiero. *non lo guardai e sistemai il casino che avevo combinato*
H: perché non ti allontani un po' da quel telefono? *mi aiutò*
Io: so che non dovrei ma è più forte di me.
H: Sharol non devi giustificarti con me, capisco perfettamente come ti senti. *mi diede un bacio sulla guancia*
Io: grazie tesoro, e adesso mangiamo i pancakes che sono riuscita a salvare. *li impiattai*
H: *ne prese un morso e cambiò immediatamente espressione*
Io: fanno tanto schifo? *li assaggiai*
H: no piccola, non è per questo. *si passò una mano per i capelli*
Io: non dovevo farli, mi dispiace. *cercai di non ricominciare a piangere*
H: sono solo degli stupidi pancakes. *posò la forchetta e scoppiò a piangere*
Io: *non riuscii più a trattenermi*
Dopo due minuti scesero Niall e Louis e ci trovarono in quelle condizioni.
L: ma che succede qui? *si avvicinò*
N: piccola. *mi accarezzò la schiena*
Io: *stava cominciando a mancarmi l'aria tanto dei singhiozzi*
H: è tutto okay. *si asciugò le lacrime*
L: non mi sembra. *ci passò i fazzoletti*
N: Sharol, ehi guardami. *mi mise i capelli dietro l'orecchio*
Io: *ero completamente persa*
N: *mi asciugò le lacrime* cerca di respirare.
Riuscii a calmarmi un po' nel frattempo.
L: è per questi non è vero? *indicò i pancakes*
H: è colpa mia. *scosse la testa*
Io: si, l'ho fatto senza pensarci. *mi alzai*
N: non sentitevi in colpa per essere tristi, è normale. *mise una mano sulla spalla di harry*
H: oggi dovremmo dire qualcosa, lo sapete vero? *guardò i ragazzi*
L: si, lo faremo con calma, e quando saremo pronti.
N: e se non lo fossimo?
L: ci dovremo sforzare un po'.
Ripulimmo la cucina e poi ci mettemmo un po' sul divano. Durante la mattinata arrivò una visita inaspettata.
Z: buongiorno ragazzi. *entrò in casa*
N: Zayn. *lo guardò sbalordito*
Z: disturbo? *si avvicinò*
Io: non disturbi mai. *gli sorrisi*
Z: come state? *si sedette accanto a noi*
L: tu come stai?
Z: certo, domanda stupida.
H: siamo contenti di vederti.
Z: anche io. Ma non sono venuto solo per vederci e stare insieme, ma anche per dirvi che secondo me dobbiamo fare un piccolo comunicato, come band.
Io: cosa? *lo guardai stupita*
Z: penso sia la scelta migliore, e poi ognuno appena sarà disposto scriverà qualcosa singolarmente.
N: mi sembra un'ottima scelta.
Trascorremmo la giornata insieme e alla fine scrivemmo tutti insieme questi dannati post.
Z: quello della band è andato.  *sbuffò*
Io: avete firmato tutti e quattro. *li guardai con le lacrime agli occhi*
L: saremo sempre cinque fratelli.
Io: *mi misi una mano sulla bocca*
N: come si supera la morte di un fratello?
L: non si supera, impari a conviverci. *sospirò*
N: scusami Lou.
L: questo è il nostro posto sicuro, sentiamoci liberi di dire tutto quello che ci passa per la testa, perché altrimenti non potremmo mai essere sinceri.
Io: forza mettiamoci all'opera che dobbiamo scrivere altri quattro post.
H: non posso. *si alzò*
N: Harry non devi per forza. 
H: e invece si, ma come si fa a racchiudere in un post, che poi dovranno approvare i nostri team, il dolore che stiamo provando?
Z: non sarà di certo questo a far capire alle persone quello che stiamo passando.
-
Trascorsero circa due settimana da quel giorno orrendo e noi stavamo cercando di tornare ad una sorta di normalità, anche se ero davvero complesso.
N: ehi piccola svegliati. *si sedette accanto a me accarezzandomi la schiena*
Io: *borbottai qualcosa e mi girai dall'altra parte*
N: amore. *mi diede un bacio sulla spalla*
Io: *riuscii ad aprire gli occhi*
N: scusami, non volevo svegliarti ma c'è una cosa urgente che devo dirti.
Io: *inclinai la testa perché non stavo capendo*
N: ci hanno detto che il funerale sarà oggi.
Io: *persi un battito*
N: vieni qui. *mi abbracciò*
Io: l'hanno portato a casa? *lo guardai con le lacrime agli occhi*
N: sì piccola, adesso è a casa. *mi strinse*
Io: oggi sarà la giornata più dura.
N: lo so, ma saremo tutti insieme per sostenerci. *mi diede un bacio sui capelli*
Io: gli altri lo sanno? *mi allontanai per guardarlo*
N: si, sono di sotto.
Io: possiamo andare da loro?
N: certo, ti stanno aspettando. *si alzò e mi porse la mano*
Scendemmo giù e ci trasferimmo in cucina mentre io facevo colazione.
H: dovremmo dire qualcosa oggi?
L: non lo so, ci sarà la sua famiglia.
N: e se nessuno dicesse nulla?
Io: non lo lasceremo accadere.
H: allora cominciamo a pensare qualcosa.
Dopo un'ora ci andammo tutti a preparare e poi ci ritrovammo di sotto.
Io: siete bellissimi. *li guardai*
H: mai quanto te.
L: forza andiamo che Zayn ci sta aspettando in chiesa.
Uscimmo di casa e arrivammo dopo poco in chiesa, salutammo e facemmo le condoglianze a tutti e ci dirigemmo in cortile.
La funzione cominciò e fu da subito veramente pesante.
Io: *mi asciugai le lacrime*
N: *mi prese la mano e la strinse*
Io: *lo guardai scuotendo la testa*
N: non mollare adesso. *mi circondò la vita con il braccio*
Io: non penso di poter resistere ancora. *singhiozzai*
N: certo che puoi, io sono qui. *mi strinse*
La cerimonia finì e il prete chiese se qualcuno volesse dire qualcosa, dopo un momento di esitazione parlò una delle sorelle.
Io: basta, non posso. *mi allontanai un pò*
Cercai un posto un po' isolato e mi sedetti su un gradino. Tutto ciò era veramente troppo per me, non mi sembrava neanche giusto nei confronti di tutte le persone care che erano lì, non mi sembrava rispettoso.
Quando ad un certo punto vidi un bambino correre nella mia direzione.
Io: Bear. *cercai di ricompormi e sorridergli*
B: ciao. *mi salutò con la mano*
Io: piccolo, vieni qui. *gli feci segno di sedersi vicino a me*
B: che stai facendo? *mi guardò*
Io: avevo bisogno di un minuto da sola per ricordare la persona meravigliosa che era il tuo papà. *gli sorrisi con le lacrime agli occhi*
B: mamma ha detto che lui sarà sempre con me, forse lo farà anche con te. *mi accarezzò la mano*
Io: lo penso anche io piccolo. *non riuscii a trattenere le lacrime*
B: guarda che ho qui. *prese un giocattolo dalla sua tasca*
Io: questo è il dinosauro che ti ha regalato.
B: lo porto sempre con me, vuoi giocare?
Io e bear restammo lì per un po' finché non arrivarono anche gli altri.
H: tutto bene? *si avvicinò*
Io: si, sono stata in ottima compagnia. *guardai bear*
Cheryl: amore andiamo? *chiamò il figlio*
B: arrivo mamma, qualche volta possiamo giocare ancora insieme? *mi guardò*
Io: tutte le volte che vorrai. *lo abbracciai*
B: ciao. *si allontanò e se ne andò*
Io: dio quel bambino mi ha steso. *mi alzai*
N: spero che un giorno starà bene. *mi mise un braccio sulle spalle*
L: andiamo a casa? *ci guardò*
Z: non resterò un secondo di più in questo posto.
Uscimmo dalla chiesa e trovammo giornalisti e paparazzi a morire.
Io: non ce la fanno ad avere un po' di rispetto eh?! *misi gli occhiali da sole*
N: cerchiamo di andarcene da qui. *mi strinse*
L: sto per dare di matto. *passò davanti*
H: fermati, ti prego. *lo tirò verso la macchina*
Z: nemmeno ad un cazzo di funerale sanno cosa significa privacy. *aprì la portiera della macchina*
N: *mi aprì la portiera e mi fece salire ed entrò anche lui*
Paparazzo: Harry una dichiarazione. *si avvicinò correndo*
Io: entra Harold. *lo tirai per la giacca*
H: *chiuse subito la portiera*
Io: cazzo. *mi passai una mano tra i capelli*
L: *mise in moto e partì*
Nessuno disse una parola finché non rientrammo a casa,
Z: spero che ovunque lui sia non stia vedendo tutto questo. *si buttò sul divano*
Io: io spero che un giorno possa perdonarci.
L: già abbiamo affrontato questo discorso, smettiamola. *mi guardò*
Io: non tutti qui sono apposto con la coscienza come te. *alzai un po' la voce*
L: pensi questo?
Io: si Lou, lo penso, tu non hai niente da recriminarti.
L: beh ti sbagli, tutti qui hanno qualcosa in sospeso okay, altrimenti non ci troveremmo a piangere un fratello, ma che senso ha caricarsi di questo peso ora?
Io: io me ne sono andata! *urlai con le lacrime agli occhi*
L: è lui non ti ha mai odiato per questo, era molto fiero di te. *si avvicinò*
Io: smettila. *scossi la testa*
L: di fare cosa, di dire la verità? Queste cose succedono e basta, e non è sano incolpare qualcuno o qualcosa, ci sono talmente tante cause e circostanze che si sommano fino ad arrivare a questo risultato. Ti ripeto che tutto ciò non lo farà tornare indietro, ti tormenterà solo. *mi abbracciò*
Io: come posso non chiedermi come sarebbe andata se tipo lo avessi chiamata quella sera? *lo strinsi piangendo*
L: le cose brutte succedono piccola, non possiamo pensare di poter salvare il mondo. *mi accarezzò la schiena*
-
Io: buongiorno. *scesi giù in cucina non trovando nessuno in camera*
N: amore. *mi guardò appoggiato vicino al balcone della cucina*
Io: come mai siete tutti svegli? *mi stropicciai gli occhi*
L: sono le dieci. *bevve il suo caffè*
N: sei finalmente riuscita a dormire tutta la notte. *aprì le braccia*
Io: *mi avvicinai e gli avvolsi le braccia intorno al collo*
N: come stai? *mi diede un bacio sulla fronte*
Io: sto meglio. *gli accarezzai il collo*
H: *entrò in casa*
Ci girammo tutti verso di lui.
Io: tutto bene? *mi allontanai da Niall*
H: si, devo andarmi a fare una doccia. *salì di sopra*
Io: a che ora è uscito stamattina? *guardai i ragazzi e mi sedetti a fare colazione*
L: correre è il suo modo per affrontare il lutto.
Io: a che ora è uscito? *guardai Niall*
N: puoi per favore fare colazione in santa pace.
Io: questo è il tuo modo per cambiare discorso? Beh fa schifo.
N: molto presto, tipo alle sei, ma se lo fa stare bene non possiamo dire nulla.
Io: quattro, cinque ore di corsa al giorno non gli possono fare bene. *mi innervosii*
L: è grande abbastanza da sapere cosa fare.
Io: perché nessuno è preoccupato per questa situazione?! *sbuffai*
N: è normale che ti preoccupi, soprattutto dopo le ultime vicende, ma Louis ha ragione, è grande da poter decidere da solo.
Io: e noi dovremmo chiedergli se ha bisogno di qualcosa.
H: a chi? *scese di sotto*
Calò il silenzio.
H: potete dirlo che stavate parlando di me. *prese dell'acqua*
Io: ero solo preoccupata per il fatto che tu stia correndo così tanto. *titubai*
H: è tutto sotto controllo. *fece un sorso*
Io: sicuro? *giocai con la mia tazza*
H: sì Sharol, non c'è bisogno che tu mi faccia da babysitter.
Io: non sono la tua babysitter, sono tua amica e se hai bisogno di sfogarti puoi farlo con me. *mi alzai e gli andai vicino*
H: non ce n'è bisogno.
Io: Harry. *gli accarezzai il braccio*
H: non fare così. *si scostò*
Io: perché non mi parli? *lo guardai un po' dispiaciuta*
H: di cosa dovrei parlarti? *alzò un po' la voce*
Io: di come ti senti.
H: e pensi che questo possa risolvere tutto?! *urlò*
Io: no, ma può essere un primo passo, come il fatto che adesso stai urlando.
H: e ti sembra giusto? *si calmò*
Io: perché tu hai un manuale di istruzioni per questa situazione di merda? Perché se è così, ti prego Harry, condividilo con noi, che siamo persi quanto te. *mi ero definitivamente innervosita*
H: se vuoi facciamo il nostro circolo del lutto, parlando una alla volta. *se ne andò*
Io: non te ne puoi andare mentre stiamo parlando. *alzai la voce per farmi sentire*
H: guarda un po', l'ho fatto. *salì le scale e andò di sopra*
Io: ma vaffanculo. *sbuffai*
N: perché dovete litigare? *mi guardò triste*
Io: hai visto come mi ha risposto?
L: sta soffrendo Sharol, lasciagli un po' di spazio.
Io: sapete che c'è, andate tutti a fanculo. *salii anche io di sopra*
Andai in camera e mi feci un bel pianto liberatorio, come se le lacrime che avevo versato in quel periodo non fossero abbastanza.
Dopo una ventina di minuti sentii la porta aprirsi.
Io: Ní ti prego, voglio stare da sola. *continuai a tenere la faccia sul cuscino*
H: mi dispiace ma per chi vive in questa casa non c'è possibilità. *si sedette accanto a me*
Io: te lo ripeto, perché forse non mi hai sentito, vaffanculo Harry. *mi girai dall'altra parte*
H: alla fine sei tu quella arrabbiata?
Io: si, perché tu sei una delle persone più importanti della mia vita, e non posso accettare che non riesci ad aprirti con me. Ho bisogno di fare la mia parte, altrimenti si accumulerà al senso di colpa che già ho. *mi sedetti sul letto guardandolo*
H: te lo ripeterò per la millesima volta, non puoi continuare a sentirti in colpa per tutta la vita, ti stai logorando.
Io: e perché tu che stai facendo? Corri cinque ore al giorno per diletto? No, tu stai cercando di eliminare il senso di colpa. *gli puntai il dito contro*
H: vuoi un qualcuno su cui sfogare Sharol? Eccomi sono qui, ma non puoi rinfacciarmi sempre le cose. *si alzò e stava per andarsene*
Io: vorrei solo il mio amico. *lo dissi a bassa voce*
H: *si girò verso di me*
Io: *ero sorpresa perché pensavo non mi avesse sentito*
H: io ci sarò sempre. *si avvicinò*
Io: non fraintendermi Niall è meraviglioso, lui mi sta sempre vicino, mi aiuta, mi consola e Lou è perfetto, sa sempre che dire, non è mai invadente e sa come affrontare tutto ciò, ma io ho bisogno di qualcuno che capisca il mio dolore, il vuoto che sento, tutta la rabbia che ho in corpo, e il fatto che non lo sappia gestire. *mi vennero le lacrime agli occhi*
H: scusami, ho estraniato tutti perché pensavo fosse l'arma migliore e invece mi sono ritrovato con ancora più tristezza in corpo. *si avvicinò e mi abbracciò*
Io: scusami tu Harold. *lo strinsi forte*
H: non litighiamo mai più ti prego. *mi accarezzò la schiena*
Io: mai più.
-
Io: è stata la giornata più strana della mia vita. *entrai in casa*
H: benvenuta nella mia vita. *rise e chiuse la porta*
Io: ma che buon odore. *andai verso la cucina*
L: siete tornati finalmente! *ci guardò*
H: state cucinando? *li guardò straniti*
N: volevamo farvi una sorpresa. *si girò verso di noi*
Io: come faremmo senza i nostri uomini di casa. *andai verso Niall*
L: ma come sei simpatica. *mi guardò male*
Io: farò finta di non sentirti perché adesso ho bisogno di un po' di dolcezza. *presi il viso di Niall tra le mani e lo baciai*
N: come sta la mia donna? *mi prese le mani e me le fece avvolgere dietro il collo*
Io: adesso molto bene. *gli passai una mano tra i capelli*
H: ci conviene prendere la situazione in mano, prima che questi due facciano andare a fuoco la casa.
N: neanche un minuto di pace si può avere. *mi diede un bacio a stampo e si allontanò*
Io: vi odio. *guardai male Louis e Harry*
L: forza mettetevi a lavoro, che mentre voi facevate la vostra passeggiatina romantica noi abbiamo sgobbato.
Io: drama queen. *misi la tavola*
H: comunque se volete saperlo è stato molto rilassante.
N: perché non vieni ad aiutarmi invece? *era di spalle ai fornelli*
H: per te questo è altro. *si avvicinò e gli mise una mano sulla schiena*
Io: ehi quello è il mio uomo. *ridacchiai*
H: il tuo uomo mi ama. *lo aiutò a finire di preparare*
Quando fu pronto ci mettemmo a tavola a mangiare.
L: un po' di vino per tutti. *mise la bottiglia a tavola*
H: ecco a te cara. *mi passò il piatto*
Io: ma come sei gentile. *lo presi*
N: spero sia buono, Louis non è per niente d'aiuto. *si sedette*
L: ehi io ho preso il vino. *si sedette anche lui*
H: mi sembra la cosa più importante. *ci raggiunse*
Io: assaggiamo. *ne presi un boccone*
H: vi farò sapere. *assaggiò anche lui*
L: è buono, Niall sei promosso a chef della casa. *versò il vino*
Io: è buonissimo amore. *lo guardai*
N: sono contento che ti piaccia. *mi sorrise*
H: e queste doti le nascondevi solo per la tua fidanzata? *lo guardò*
N: cretino.
Io: un po' di vino per me. *guardai Lou*
L: facciamo un brindisi. *versò il vino a tutti*
N: Lou.
L: stai tranquillo. Volevo solo dirvi che è stato e continuerà ad essere difficile, per tutti, ma guardando il lato positivo, questo ci ha fatto riunire e io non potrei essere più grato. *alzò il bicchiere*
Io: a noi. *alzai il bicchiere*
N: all'amicizia. *alzò anche lui il bicchiere*
H: a Liam. *ci seguì*
Io: *socchiusi gli occhi*
L: a nostro fratello. *cin-cin*
Brindammo e bevemmo. Trascorremmo una bellissima serata e alla fine avevamo anche bevuto un po' troppo.
Io: devo dire una cosa. *mi alzai in piedi con il bicchiere in mano*
L: la cosa si fa divertente. *ridacchiò*
N: Sharol brilla è la versione più divertente di lei. *rise*
H: lasciatela parlare.
Io: ormai sono al mio ultimo anno di università, mi mancano pochi esami, sto già scrivendo la tesi, ci sto pensando da un po', sono ancora indecisa perché comunque ci sono degli aspetti da valutare, non vorrei abbandonare Charlotte e Harvard è il più bel posto nel mondo...*continuavo a blaterare senza arrivare al punto*
H: Sharol dove vuoi arrivare? *mi guardò confuso*
L: certo che sei logorroica.
N: dimmi che stai dicendo quello che penso. *mi guardò con gli occhi sbarrati*
Io: ho chiesto di poter seguire a distanza. *sorrisi*
N: amore. *si alzò e mi abbracciò*
H: quindi resti qui? *mi guardò sorridendo*
L: non penso di poterti sopportare così tanto. *rise*
N: sono l'uomo più felice del mondo. *mi baciò*
Io: sono contenta che tu sia così entusiasta. *gli accarezzai il viso*
N: io direi di fare un altro brindisi. *prese un'altra bottiglia di vino*
H: non per rovinare questo meraviglioso momento, ma posso chiederti come mai questa decisione?
Io: penso sia la scelta migliore per tutti. *mi sedetti*
L: lasciala stare Harry.
H: non vorrei facesse qualcosa di cui si potrebbe pentire, solo questo.
N: di cosa si dovrebbe pentire, sarà qui con noi? *versò il vino*
H: di perdere il suo ultimo anno di università nel luogo dove dovrebbe finire, così come ha iniziato.
Io: pensavo ne saresti stato felice, lo fatto anche per voi.
H: è questo che mi spaventa, tu non lo devi fare per noi, questa è la tua vita.
Io: me ne sono andata e adesso dovrò rimpiangere quella decisione per tutta la vita, non lo farò di nuovo. *scossi la testa*
L: non è la motivazione giusta Sharol.
H: appunto. Niall dille qualcosa. *lo guardò*
Io: *guardai Niall con le lacrime agli occhi*
N: ehi guardami, io ti sosterrò qualsiasi sia la tua decisione e non potrei essere più felice di averti qui, vicina, così da poter trascorre quanto più tempo possibile insieme, ma è la tua vita, il tuo percorso e il tuo futuro e non sarò io a condizionarti su questa scelta. Se pensi sia la cosa migliore per te e hai valutato tutti gli aspetti che questo cambiamento comporterà allora io ti accoglierò a braccia aperte. *mi prese la mano*
Io: non me ne voglio andare ancora, voglio stare qui con voi. *scossi la testa piangendo*
N: amore mio. *si alzò e mi abbracciò*
Io: non posso perdere ancora altro. *misi il viso nel suo collo*
L: Sharol ma noi saremo sempre qui per te, e quando ci sposteremo per i tour, le interviste, gli eventi, ti verremo sempre a trovare.
H: come abbiamo fatto in questi quattro anni.
N: lo sai che quando non segui puoi venire sempre qui, o in qualunque altro posto noi ci troviamo. *mi accarezzò i capelli*
Io: non voglio dimenticare Liam. *lo guardai negli occhi*
N: non sarà un luogo a ricordartelo di più. *mi asciugò le lacrime*
Io: voglio tornare indietro nel tempo, per non partire, per non farlo sentire solo ed esserci nel momento del bisogno, e non voglio che succeda anche a voi. Non voglio che ve ne andiate pensando di essere soli e non amati, perché non è così. *le lacrime continuavano a scendere*
N: noi non penseremo mai una cosa del genere, perché abbiamo te che ce lo ripeti in continuazione, con tutti i tuoi messaggi, chiamate e videochiamate è come se fossimo sempre insieme, non è necessario essere nello stesso luogo. *sorrise*
L: come posso sentirmi solo se ricevo le tue lettere provenienti da Harvard tutti i mesi.
Io: te le manderò tutte le settimane. *mi asciugai gli occhi*
H: sei costantemente con noi piccola, il posto del mondo in cui ci troviamo è relativo.
N: e poi abbiamo resistito fino ad ora così, per quattro lunghi anni, possiamo proseguire per quest'ultimo anno.
Io: mi dovete promettere, giurare, che starete bene, e se non fosse così per qualsiasi cosa dovete chiamarmi, cascasse il mondo, anche se sto ad un esame, anche se sono le quattro del mattino, mi dovete chiamare. *li guardai*
L: come se non lo facessi già tu per noi. *rise*
Io: Louis continua così e ti giuro che ti chiamo tutti i giorni.
L: non puoi minacciarmi così.
Io: stupido.
L: fatti dare un abbraccio scema. *si alzò e mi abbracciò*
H: abbraccio di gruppo. *si unì a noi*
Io: vi voglio così tanto bene ragazzi. *li strinsi*
N: okay mi sembra abbastanza. *si staccò*
Io: no aspetta un altro minuto. *lo trattenni*
-
Io: *aprii gli occhi e vidi Niall che mi stava osservando*
N: ma buongiorno. *si girò completamente verso di me*
Io: da quanto sei sveglio e mi stai fissando? *gli accarezzai il viso*
N: da troppo poco. *mi baciò*
Io: è un filino inquietante.
N: devo fare scorta per quando staremo lontani.
Io: prima mi convincete a tornare al college e poi me lo rinfacci? *alzai le sopracciglia*
N: era solo una constatazione. *mi baciò il collo*
Io: vieni qui. *gli presi il viso tra le mani e lo baciai*
N: ti va di scendere a fare colazione?
Io: si.
Ci alzammo e scendemmo giù.
H: *entrò in casa con una busta* ehi ma già siete svegli?
Io: si, tu dove sei stato? *mi sedetti in cucina*
H: a prendere la colazione. *cacciò cornetti e caffè*
Io: questo era quella di cui avevo bisogno. *presi il mio caffè*
N: mi fai sentire sempre molto amato piccola. *ridacchiò*
H: io so sempre quello di cui hai bisogno. *sorrise sedendosi vicino a me*
N: quindi quando parti? *si sedette di fronte a me*
Io: cretino. *risi*
L: ho sentito odore di caffè. *scese di corsa*
Io: quasi come un cane da tartufo ma per il caffè.
L: neanche le tue battutine potranno rovinare il mood da caffè. *lo prese*
Io: mi mancherete tantissimo. *mangiai un pezzo di cornetto*
H: tu di più piccola.
Facemmo colazione tutti insieme e poi ci mettemmo sul divano.
Io: che facciamo oggi? *guardai i ragazzi*
H: devi decidere tu, dato che stasera parti.
Io: volete venire a Boston con me? *sorrisi*
L: no, quindi scegli un'altra cosa.
Io: sei proprio cattivo.
L: ma ti mancherò più di tutti. *fece spallucce*
N: ehi io le mancherò più di tutti. *mi fece gli occhi dolci*
H: chi volete prendere in giro, sappiamo tutti chi le mancherà di più. *sorrise*
Io: per il fatto che praticamente mi avete cacciato di casa non sceglierò proprio nessuno di voi. *gli feci la linguaccia*
H: non ti abbiamo cacciato di casa.
Io: tu non puoi parlare. *lo sgridai*
H: ti ho fatto solo ragionare, non come quel leccapiedi del tuo ragazzo che per averti più vicina, dato che è un'egoista, ti avrebbe fatto rinunciare a tutto. *guardò Niall alzando le sopracciglia*
N: e lo rifarei, non sai cosa significa non vedere la propria fidanzata per mesi.
L: povero Niall, ha delle esigenze. *ironizzò*
Io: *risi*
N: non ti conviene prendermi in giro. *mi guardò con la coda dell'occhio*
Io: non lo farei mai baby. *ridacchiai*
H: spoiler, lo sta facendo. *rise*
Io: ma guardate che la porta del mio appartamento è sempre aperta per voi, se non volete venire non dipende da me.
H: io sono venuto qualche volta.
N: anche io.
Io: non abbastanza, per non parlare di te. *indicai Lou*
L: senti io sono un uomo impegnato, mica come questi due che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera.
Io: mi ero scordata, la star.
Trascorremmo una giornata molto tranquilla, dedicandoci un po' di tempo per noi, e poi arrivò l'ora di andare in aeroporto.
Io: non voglio partire. *scesi giù seguita da Niall con la valigia*
H: non sarà poi così male tornare, con tutti i tuoi amici, le feste universitarie, l'alcol, i ragazzi. *si avvicinò*
N: da quando in università c'è tutto questo divertimento? *aggrottò le sopracciglia*
L: da sempre Niall.
Io: ma non ci siete voi. *misi il broncio*
N: forza andiamo in aeroporto, altrimenti farai tardi. *prese le chiavi della macchina*
Io: saluto i ragazzi e andiamo.
H: io vengo con voi, non ti voglio già salutare. *mi prese per mano*
Io: *sorrisi*
L: se vai tu vengo anche io.
N: una bella gita fuori porta all'aeroporto. *ridacchiò e uscì di casa*
Mettemmo la valigia nel cofano e salimmo in macchina.
Io: quindi quando venire a Boston da me? *mi girai indietro per guardarli*
H: quando vuoi piccola.
L: viene Harry in rappresentanza di tutti.
Io: Louis William Tomlinson stai rischiando. *lo guardai male*
L: mi piace farti innervosire. *ridacchiò*
Io: Ní digli qualcosa. *guardai Niall mentre guidava*
N: mi sembra di avere due figli piccoli. *mi guardò scuotendo la testa*
Io: va bene inviterò solo Harold nel mio appartamento. *feci spallucce*
H: questa mi sembra una bellissima proposta. *sorrise*
Io: *gli feci l'occhiolino*
N: no ma fate pure finta che io non ci sia. *mi mise una mano sulla coscia*
Io: mi mancherai. *gli accarezzai la mano*
N: anche tu baby. *mi guardò*
L: mettete un po' di musica su, che già non vi sopporto più.
Arrivammo in aeroporto e Niall parcheggiò.
H: ci vediamo prestissimo piccola. *scese e mi aprì la portiera*
Io: ci conto Harold. *lo abbracciai*
H: mi raccomando fatti sentire sempre, e cerca di stare bene. *mi diede un bacio sui capelli*
Io: vale lo stesso per te. *lo strinsi*
L: Harry va prima che ti strappi via da lei.
Io: che c'è adesso mi vuoi salutare? *mi allontanai da Harry*
L: vieni qui scema. *mi tirò verso di sé e mi abbracciò*
Io: Lou io non so come ringraziarti.
L: non devi Sharol, mi ringrazierai andando avanti. *mi diede un bacio sulla guancia*
Io: mi raccomando. *lo guardai negli occhi*
N: posso salutare la mia donna adesso?
Io: no Ní. *lo guardai dispiaciuta*
N: amore non è un addio, ci vediamo presto. *mi abbracciò*
Io: me lo prometti? *appoggiai il mento sul suo petto per guardarlo*
N: te lo giuro. *mi baciò*
Io: *gli misi le mani sul viso*
N: ti amo tanto. *mi ribaciò*
Io: ancora un altro. *lo tirai verso di me*
Mi staccai da Niall e salutai per l'ultima volta i ragazzi e andai verso il gate.

ANGOLO AUTRICE
qualcuno mi odierà per questo capitolo, qualcuno invece si sentirà il bisogno di leggerlo per sentirsi meno solo, ma io ho sentito proprio la necessità di scriverlo. Questo è sempre stato il mio modo per esprimermi, da quando avevo appena tredici anni e non sapevo bene come esternare le mie emozioni. Per questo l'ho fatto, non per attirare attenzioni o altro, ma per urlare come davvero mi sentivo. Su questo i miei ragazzi mi sono sempre stati vicino, aiutandomi a scoprire e migliorare me stessa, e per questo gli sarò sempre grata e avranno un posto speciale nel mio cuore.
Il caso ha voluto che questo fosse proprio il centesimo capitolo di questa bellissima avventura, in cui voi mi avete accompagnato e sostenuto. E per questo vi ringrazio, ma vi dirò che non so quando e se sarò pronta per ricominciare. Quindi per ora questo sarà l'ultimo capitolo.
Grazie di tutto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 20 hours ago ⏰

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