Polizia

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N: McGarrett abbiamo ricevuto una chiamata, è morta un'altra ragazza, e io sono quasi certo che sia sempre lo stesso assassino.
Mc: come facciamo a saperlo?
N: coincidono troppe cose, sono tutte belle ragazze sotto i venti anni e tutte sono state uccise dopo essere state torturate.
Mc: non è possibile non riuscire a trovarlo, ormai sono due anni che lo cerchiamo, non possiamo fargli uccidere altre ragazze.
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P: polizia di New York come posso aiutarla?
M: mia figlia è scomparsa.
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X: *bussarono alla porta*
M: buonasera samatha Humphrey, entrate. *aprì la porta*
N: agente Horan e il mio collega McGarrett. Può spiegarci meglio cos'è successo?
M: certo, accomodiamoci. *si sedette sul divano*
N: lei ha detto che sua figlia è scomparsa.
M: si, non la vedo da due giorni. Ma ieri mi ha chiamato e mi ha detto che era da un'amica, ma aveva qualcosa di strano nella voce, quindi appena ha posato ho chiamato quest'amica e lei mi ha detto che non la vedeva dal giorno prima.
N: quindi lei pensa sia stata rapita?
M: io non lo so, ma so che è successo qualcosa.
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Io: *ero legata ad una sedia* per favore lasciami andare. *dissi piangendo*
X: sta zitta. *si avvicinò a me*
Io: *chiusi gli occhi per la paura*
X: che c'è tesoro hai paura di me? *mi accarezzò il viso*
Io: perchè mi hai rapita?
X: lo sai che sei bellissima. *mi diede un bacio sulla guancia*
Io: *rabbrividii a quel tocco* perchè mi tieni qui?
X: fai troppe domande.
Io: non ho niente da darti, che ci guadagni?
X: *se ne andò*
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N: *bussò alla porta*
Ru: buonasera agente. *aprì la porta*
N: c'è la signora Samantha?
Ru: certo, entri pure.
Mc: buongiorno signora.
M: avete notizie di sharol?
N: no, ma stiamo seguendo delle piste.
Ru: prego sedetevi.
Mc: sharol ha qualche nemico?
M: nemico? ha sedici anni, è una ragazzina.
N: qualche amico che per invidia potrebbe farle qualcosa di brutto?
M: certo ci sarà qualcuno che non le vuole bene, ma non penso che qualcuno arriverebbe a tanto.
Mc: appena sapremmo qualcosa le faremmo sapere.
M: grazie mille agente.
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N: Steve non so più che fare. *si mise le mani nei capelli*
Mc: Niall siamo i migliori, ce la faremo. Troveremo una pista.
N: non voglio che un'altra ragazzina muoia.
Mc: non morirà, ma non possiamo stare qui, in centrale, senza fare nulla.
Max: buongiorno ragazzi. *entrò in centrale*
N: max dimmi che hai una pista da seguire.
Max: esattamente, dagli esami della scientifica sono uscite delle impronte.
Mc: grazie max.
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N: abbiamo il nostro uomo. *indicò il computer*
Mc: mio dio, finalmente.
N: andiamo. *prese le chiavi della macchina*
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Io: *ero ancora legata a quella sedia, mi faceva male tutto, avevo fame e sete e avevo paura che tra poco sarebbe arrivata la mia ora*
X: giorno piccola, come stai? *entrò nella stanza*
Io: cosa vuoi da me?
X: vedo che non hai nient'altro da dire. *si avvicinò*
Io: *girai la faccia dall'altra parte*
X: guardami. *mi prese il viso*
Io: perchè io, che ho fatto di male?
X: devi sentirti onorata, se sei qui è perchè sei speciale.
*bussarono alla porta*
X: chi cazzo è! *salì di sopra*
N: il signor Smith? *entrò*
S: si, avete bisogno di qualcosa?
Mc: possiamo dare un'occhiata?
S: prego. *chiuse la porta*
Io: *sentii delle voce provenire da sopra e cominciai ad urlare per farmi sentire*
N: cos'erano quelle?
S: io non ho sentito nulla.
Mc: da dove provenivano? *cercò di aprire una porta ma era chiusa*
N: cosa c'è lì? *indicò la porta*
S: nulla, è lo scantinato.
Mc: apra subito la porta.
S: per perquisirmi avete bisogno di un mandato.
N: vaffanculo. *sfondò la porta*
Mc: oh mio Dio. *si avvicinarono a me*
S: provatela a slegare e sparo. *prese la pistola*
Mc: sta fermo signor Smith.
Io: aiutatemi per favore. *sussurrai*
N: andrà tutto bene. *si mise davanti a me, dandomi le spalle*
S: *sparò un colpo al soffitto*
N: tu sei pazzo. *gli sparò ad una gamba*
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N: stai bene? *mi slegò*
Io: no. *cominciai a piangere*
N: va tutto bene. *mi prese in braccio e mi portò fuori*
M: amore mio. *mi abbracciò*
Io: mamma. *la strinse forte*
M: mio Dio amore, ma questo livido è enorme.
N: vieni sharol, ti portiamo all'ospedale.
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Io: *entrai in centrale*
Mc: sharol che ci fai qui? *mi guardò preoccupato*
Io: volevo parlare con Niall.
Mc: è nel suo ufficio. *mi indicò una porta a sinistra*
Io: grazie. *andai verso la porta e bussai*
N: avanti.
Io: ciao. *entrai e chiusi la porta*
N: ciao sharol, hai bisogno di qualcosa?
Io: volevo parlare con te.
N: siediti.
Io: mi piacerebbe andare a prendere un caffè con te.
N: certo sharol, andiamo.
-
Mc: ti sei rivisto con sharol?
N: si. *sorrise e si sedette dietro la scrivania*
Mc: ti piace eh?
N: ma quando mai, lei è piccola.
Mc: si ma ti piace.
N: forse un pochino.
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N: sharol ti vorrei dire una cosa.
Io: dimmi Niall.
N: ormai è un mese che ci vediamo e dopo averti conosciuta ho capito che c'è qualcosa in più tra noi.
Io: *lo guardai confusa*
N: mi piaci sharol.
Io: mi piaci anche tu Niall. *lo guardai negli occhi*
N: pensavo di aver fatto una cazzata. *mi baciò*
Io: l'hai fatta, dato che mi dovrai sopportare per un bel po'.
N: ne sarei onorato.
-
M: sharol è arrivato Niall.
Io: arrivo mamma. *scesi le scale*
N: buonasera. *entrò e si sedette sul divano*
Io: ciao tesoro. *gli diedi un bacio*
N: sei pronta?
Io: si tesoro.
N: allora andiamo.
M: ciao ragazzi, divertitevi.
Io: *uscimmo di casa* hai davvero preso la macchina della polizia? *lo guardai*
N: certo, posso avere i miei vantaggi.
Io: ti amo. *lo baciai ed entrai in macchina*
-
Io: *arrivai a casa di Niall e bussai. Ma quando vidi che non mi rispondeva nessuno entrai prendendo le chiavi da sotto al vaso. Entrai in casa ma nessuno mi rispose, sentii dei rumori provenire da sopra e chiamai subito Niall a telefono.
N: pronto baby.
Io: Ní sono a casa tua e ho paura che ci sia qualcuno. *bisbigliai*
N: esci subito, arrivo in un attimo. *chiuse il telefono*
Io: *non ascoltai Niall e andai a vedere di sopra. Entrai in camera di Niall e vidi un'ombra. Ma quando stavo per scendere di sotto mi vidi e mi tirò per il braccio*
X: chi cazzo sei tu?
Io: nessuno, scusa, giuro che non dirò niente. *cercai di andare via*
X: tu non vai da nessuna parte.
Io: ti prego, ti giuro che nessuno verrà a sapere nulla.
X: sta zitta e siediti lì. *mi indicò la sedia*
Io: non farmi del male.
X: tu non parlare e non succederà nulla.
*dopo poco sentimmo la porta dell'ingresso aprirsi*
X: hai chiamato qualcuno? *si avvicinò a me*
Io: non te lo giuro, sono stat qua tutto il tempo.
N: sharol? *salì di sopra*
X: ti avevo detto di non parlare. *mi diede uno schiaffo*
N: baby. *entrò in camera e mi vide*
X: sta fermo o le sparo. *mi prese e mi puntò una pistola alla testa*
Io: Ní...*dissi con le lacrime agli occhi*
N: non faccio nulla, ma per favore lasciala stare.
X: io andrò via e voi non direte nulla.
N: va bene. Adesso lasciala.
X: *mi lasciò e scappò via*
Io: Ní. *lo abbracciai*
N: stai bene. *mi guardò*
Io: si, sto bene, ma ho avuto paura.
N: son qui piccola andrà tutto bene.

One shots Niall Horan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora