Capitolo 89

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Un suono metallico martellante mi perfora i timpani facendomi svegliare di scatto, le coperte sono arrotolate alle mie caviglie e a quelle di Harry, mentre dorme sembra un angioletto; il cipiglio sempre permanente sul suo viso sparisce rendendolo quasi infantile con quei riccioli folti color cioccolato.

Mi volto verso la sveglia per spegnerla constatando che sono le sette passate, mi tolgo le lenzuola di dosso per poi saltellare abbastanza velocemente in bagno per svolgere le mie azioni quotidiane e correre a scuola.

"Cos'è tutto questo baccano?" Bofonchia Harry con una voce più roca e bassa del solito, mi sciacquo la faccia senza fare caso agli schizzi finiti sul pavimento e sullo specchio.

"Sono in ritardo per andare a scuola" Borbotto mentre mi lavo i denti e tutto il dentifricio fuoriesce, come se fosse bava, dalla mia bocca.

"Ti porto io, fai con calma, bambolina" Si stiracchia evidenziando i suoi muscoli; sono convinta che questa volta, oltre al dentifricio, sia uscita davvero della bava dalla mia bocca.

In risposta lui mi strizza l'occhio facendomi arrossire all'istante; finisco di vestirmi per poi mettermi un filo di mascara nero, non riuscendo a domare i capelli neanche con diverse spazzolate, ormai esausta e nettamente in ritardo, li lego in una treccia disordinata che poi appoggio sulla spalla.

"Pronta?" Domanda lui già sulla porta di casa con il mazzo di chiavi tra le sue dita affusolate.

"Si, arrivo" Afferro le stampelle per poi recarmi, con l'aiuto del ragazzo, nella sua macchina nera fiammante.

Il viaggio è abbastanza tranquillo quando accosta vicino ad una tabaccheria con l'insegna logora e ormai consumata dal tempo.

"Perché ti sei fermato?" Chiedo guardando l'ora sul mio orologio da polso.

"Mancano ancora dieci minuti al suono della campanella e io ho bisogno di un pacchetto nuovo di sigarette" Alza le sopracciglia come per dire: ovvio no?

Annuisco poco convinta per poi riferirgli che io lo aspetto in macchina, anche perché lo rallenterei e basta, causando il mio ritardo a scuola, e sinceramente non ho intenzione di sorbirmi un'altra ora di punizione post lezioni.

Scende dalla macchina lasciandomi sola per due minuti cronometrati, dopo essere ripartiti e aver parcheggiato nella zona destinata agli studenti mi aiuta a scendere dal veicolo porgendomi con gentilezza le stampelle grigie come il fumo che fuoriesce dalla sua sigaretta appena accesa.

"E' un brutto vizio, sai?" Gli faccio un cenno con la testa verso la piccola carta arrotolata incastrata fra le sue magnifiche labbra a forma di cuore.

"Anche tu lo sei, eppure non smetto di starti vicino" Mi schiocca un dolce bacio sulla fronte; lo saluto per poi incamminarmi, a passo di un bradipo, all'interno del grosso edificio maestoso ricoperto dall'edera ormai spoglia o con foglie rosse e gialle.

Quando ormai ho quasi raggiunto il portone la voce di Harry chiama ripetutamente il mio nome, mi giro per guardarlo correre verso di me con in mano un sacchetto bianco.

"Dimmi" Gli sorrido arricciando il naso, ormai la folla che circondava la struttura si è dissolta, a parte per qualche gruppetto sparpagliato per il cortile.

"Ti ho preso questa prima, pensavo che non avendo fatto colazione avessi fame" Mi porge la busta contenente una brioche probabilmente alla crema.

"Quando l'hai presa?" Gli chiedo con gli occhi che devono avere assunto la forma di due biglie.

"Nel bar vicino alla tabaccheria, mentre tu eri intenta a mangiucchiarti le unghie, anche questo è un pessimo vizio, sai?" Alza un sopracciglio mentre un sorrisetto compiaciuto si allarga sul suo volto angelico.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora