Capitolo 69

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AVVISO:

Scusatemi davvero tanto ma ho avuto dei problemi con il computer, inizialmente non si collegava più alla linea e come se non bastasse, dopo averlo riparato, il caricatore non funzionava più.

Ma ora sono qui, vi sono mancata con la storia? Spero di sì.

Mentre aspetto lo scorrere incessante delle ore sull’orologio grigio appeso sul muro della libreria, scorgo la figura di Liam sull’altro lato della strada, è occupato a scrivere un messaggio al telefono, credo. Mi precipito alla porta per attirare la sua attenzione.
“Ehi Liam” Urlo muovendo un braccio in alto, lui sussulta e si gira per capire da dove viene il suono della voce che ha pronunciato il suo nome.
“Ruth” Sorride guardando a destra e a sinistra prima di attraversare la strada e raggiungermi alla porta bianca del negozio.
I capelli gli sono cresciuti di due centimetri abbondanti, dandogli un’aria sbarazzina e giovanile, lo trovo davvero bene, e ogni volta che lo incontro, seppur di rado, il suo sorriso dolce mi rallegra la giornata.
“Entri per fare due chiacchiere?” Indico la libreria.
“Volentieri” Alza le spalle e, seguito da me, entra nel locale.
“Allora è da un po’ che non ci vediamo, come ti vanno le cose?” Gli indico pure di sedersi sulla mia poltrona mentre io mi accomodo sulla scrivania in legno decapata di grigio.
“Uhm tutto bene diciamo, tra poco comincia la scuola. Tu?” Gli faccio la linguaccia.
“Anche io tutto bene, che anno devi fare? Io sto studiando legge” Ho sempre pensato che Liam fosse un ragazzo studioso e che non trascurasse la scuola, credo che chiunque l’abbia conosciuto la pensi esattamente come me, è davvero un ragazzo per bene, sempre pronto ad aiutare il prossimo e a fare la cosa più giusta, per lui e per gli altri.
“L’ultimo, sono andata a scuola un anno prima” Sorrido sfregando le mani per riscaldarmi un po’, spero che abbiano intenzione di accendere i termosifoni entro pochi giorni, non c’è particolarmente freddo, ma sono una che lo soffre parecchio.
Amo l’inverno, questo è vero; amo guardare un film sotto lo coperte con una tazza di thè in mano o con il camino acceso, però preferisco le temperature calde.
“Ti trovi bene a scuola? Sei decisa a voler fare medicina, allora?” Estrae un pacchetto di caramelle alla frutta per poi offrirmene una, gentilmente rifiuto, avendo già in bocca una cicca, mentre lui ne porta una al limone nella sua bocca carnosa.
E’ vestito in modo elegante, dei pantaloni beige stretti gli cadono gentilmente sui fianchi e un maglioncino a rombi verdi e marroni gli illuminano il volto, probabilmente deve essere uscito dal college.
“Si, ho dei buon voti e mi trovo abbastanza bene con i professori, anche se preferirei non dover studiare certe materie,” Sbuffo provocando la sua risata. “Però sono in classe con la mia migliore amica, quindi non mi lamento. Comunque si, mi piacerebbe studiare medicina” Mi stiracchio mentre mi volto per guardare l’ora, sono quasi le sette. Ho chiesto a Sophie se posso chiudere prima, spiegandole che devo prepararmi per una festa, lei tutta pimpante, ha acconsentito subito lasciandomi uscire mezz’ora prima.
“Quali sono le materie? Potrei aiutarti se per caso avessi bisogno” Un sorriso dolce gli incurva gli angoli della bocca formando delle piccole grinze intorno agli occhi.
Sarebbe così gentile da darmi una mano? Sarebbe davvero generoso da parte sua.
“Fisica. Faccio davvero pena in Fisica. Sarà che non spiega nulla il professore, ma davvero faccio davvero fatica” Una smorfia gli contorna il viso meravigliandomi.
“Mi spiace per te, ma non l’ho mai studiata. Non era il mio indirizzo. Potrei informarmi se ho qualche amico che l’ha studiata, ti va?”
Sorrido battendo le mani, è davvero troppo gentile questo ragazzo.
“Mi faresti davvero un favore” 
“Molto volentieri Ruth” Mi batte il cinque facendomi ridere, è così genuino.
“Ora devo proprio andare, però promettimi, visto che ora so dove lavori, che qualche volta ci vediamo” Annuisco salutandolo con la mano mentre si dirige verso la porta schioccandomi un bacio con le mani facendomi ridacchiare.

***

“Non ci voglio venire, non so neanche come vestirmi” Borbotto al telefono con Charlie mentre mi urla di prepararmi visto che Ashton sarebbe stato qui a momenti.
Dopo una conversazione di quindici minuti mi sbatte in faccia la chiamata minacciandomi se non mi fossi presentata con Ash.
Sbuffo dirigendomi nella camera da letto per vestirmi, mi tampono il copro con la salvietta spugnosa mentre goccioline della doccia appena fatta mi percorrono la schiena procurandomi i brividi. Mi ricordo quando le dita di Harry mi facevano venire la pelle d’oca accarezzandomi la schiena, era così delicato, così esperto. Scuoto la testa per scacciare questi pensieri dalla mente; mi infilo la biancheria pulita blu per poi cercare tra i vestiti.
Dopo svariati abbinamenti scelgo un maglione lungo leggermente fino sopra il ginocchio, grigio abbinato con delle calze nere e gli stivaletti alla caviglia. Alle 7:30 precise il campanello rimbomba nella grande casa mettendomi ansia, corro giù per le scale per aprirgli.
“Ash, scusa potrei..” Il ragazzo che mi torreggia non è Ashton, ma un riccio con gli occhi più belli che io abbia mai visto.
“Aspettavi qualcuno?” Ghigna alzandomi il mento con due dita.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora