Capitolo 55

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“Te ne stai lì sulla porta o hai intenzione di entrare?” Alza un sopracciglio, mi levo le scarpe per non sporcare il pavimento e entro nell’ingresso, è così accogliente questa casa, rispetta perfettamente i miei gusti, no okay Ruth piantala.
“Cosa prepari da mangiare?” Gli chiedo imbarazzata guardandomi intorno cercando di non intercettare il suo sguardo, ormai puntato su di me da qualche minuto.
“Non ho mai detto che avrei preparato da magiare” Un sorriso arrogante si allarga sul suo volto facendomi accigliare, non lo sopporto, davvero, quando fa così gli spaccherei volentieri un vaso su quel bel faccino.
“Quindi?” Alzo le braccia al cielo esausta dal suo giochetto di parole.
“Quindi farai la mia assistente” Uhm bene, giochiamo anche al cuoco?
Scuoto la testa e lo seguo in bagno per lavarmi le mani prima di cucinare, inalo una grande quantità della sua colonia presente nella casa, un profumo muschiato con una punta di menta, davvero rinfrescante, ho sempre amato il suo aroma, così originale e rigenerante, da quanto tempo sto inspirando il suo odore con gli occhi socchiusi? Mi guarda con un sorriso divertito e le braccia incrociate al petto, mi sento il fuoco invadermi le guance, che pessima figura.
“Cosa c’è? Perché mi guardi così?” Balbetto.
“Ti piace il mio profumo?” Avanza pericolosamente intrappolandomi al muro, il suo fiato mi solletica il collo provocandomi una scarica di brividi lungo la spina dorsale.
“No, cosa te lo fa pensare?” Deglutisco e rido nervosamente cercando di allontanarlo, cerca un contatto visivo con me, ma io, astutamente, conoscendo gli effetti del suo sguardo, mi fisso i piedi.
“Esigo che tu mi guardi quando ti sto parlando, chiaro ragazzina?”
Mi solleva il mento con due dita incatenandomi nei suoi magnifici occhi smeraldo, distruggendo tutte le mie difese erette con tanta fatica, dannazione.
Odio e amo contemporaneamente come mi fa sentire questo ragazzo, mi sento così fragile in sua presenza, così nuda; è così sicuro di sé, così arrogante, se solo fossi un briciolo come lui mi basterebbe per credere in me stessa.
Annuisco freneticamente cercando di bagnarmi la gola ormai secca, mi schiarisco la voce cercando di rimediare.
“Allora, non ti piace?” Sorride diabolicamente.
“Uhm no, è banale” Cerco di distogliere lo sguardo provocandomi uno strattone da parte sua.
“Ah si?” Si avvicina così tanto alle mie labbra che sento il suo respiro su di esse, facendomele mordere. Il suo sguardo si posa con insistenza sulla mia bocca, si lecca le labbra facendomi arrossire.
“Si” Tartaglio facendogli riposare il suo sguardo sui miei occhi marroni.
“Perché l’altra sera, quando eri ubriaca, hai detto di adorare il mio profumo” Mi sussurra all’orecchio facendomi socchiudere gli occhi.
Con le dite traccia i contorni del mio viso facendomi sussultare, il suo indice si sofferma sulle labbra, le tocca prepotentemente ma delicatamente, come se stesse cercando di trattenere il suo impulso.
“Ero ubriaca no? Si dicono sciocchezze” 
“No, si dice la verità quando si è ubriachi, piccola” Mi mordicchia il lobo facendomi ansimare.
“Io avrei fame” Parlo cercando di mantenere un tono fermo e deciso.
Ride per poi guardandomi come per dire: Beccata, ho vinto io.
“Allora ti piace? Non ho intenzioni di spostarmi di un centimetro finchè non sentirò uscire da quella bella boccuccia la verità” 
“E va bene, mi piace, contento?” Sbuffo spingendolo.
“Non sai quanto” Ammicca per poi trascinarmi di sotto con lui, arrogante e presuntuoso, l’ho sempre detto io.
Scendiamo le scale precipitandoci in cucina, apparecchio la tavola imbandendola di grissini, pane, frutta, focaccia e stuzzichini, praticamente gli ho svuotato il frigorifero.
Mi sto letteralmente addormentando mentre mi ordina di passargli i vari ingredienti sparsi nelle ante dell’enorme cucina, penso stia preparando un’insalatona con il tonno, leggera ma riempente, ottima scelta, questo ragazzo, come detto in precedenza, mi stupisce sempre di più.
“In tavola, piccola. Vedrai che squisitezza che ti farò mangiare”
“E’ una semplice insalata, Harry”
Mi fissa, pensieroso. Ho detto qualcosa di sbagliato da farlo arrabbiare?
“Che c’è?”
Chiedo impaurita dalla possibile reazione che potrebbe avere.
“Mi piace come il mio nome accarezza le tue labbra quando lo pronunci”
Arrossisco e comincio a mangiare per coprire il viso arrossato.
“Uhm buon appetito”
“Anche a te” 
Sento il suo sguardo penetrante su di me, indugiare su certe parti.
Non sono mai stata una che amava essere osservata, cerco sempre di evitare luoghi brulicanti di ragazzi.
Charlie mi dice sempre che vivo nell’ombra di me stessa, che dovrei uscire dal guscio e socializzare un po’ di più, ma il punto è che io sto bene così, o almeno credo.
Finito di mangiare riponiamo tutto in silenzio, sono le nove, spero che Charlie sia tornata.
“Allora, grazie mille per la cena”
“Vai già?” Mi chiede stupito.
“Uhm si, spero sia tornata” Rido.
“Sicuramente no” Sorride.
“E allora cosa dovrei fare?” Sbotto.
“Restare ancora un po’ qui, con me, ti prego”
La sua espressione si addolcisce ingarbugliandomi lo stomaco, mi sta chiedendo gentilmente di restare ancora un po’ con lui?

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora