Afferra un lembo della mia maglietta sfilandola lentamente a partire dallo stomaco, senza mai spezzare il contatto visivo con me.
Un piccolo ghigno si fa largo sul suo viso rendendomi nervosa e ancora più imbarazzata di quanto non sia già, afferro il labbro inferiore tra i denti, com'è mia abitudine fare nei momenti di tensione e imbarazzo; appoggia l'altra mano sulla vita per aiutarsi nel movimento.
"Smettila, ora" La sua voce è tremendamente roca e bassa, deglutisco cercando con la mano traballante il porta salviette poco distante dal mio corpo in subbuglio e ricoperto di brividi.
"Di fare cosa?" Chiedo flebilmente distogliendo lo sguardo dal suo, troppo profondo.
"Smettila di morderti il labbro se non vuoi che ti sbatta contro il muro e ti baci fino a quando non ti senti più le labbra, intesi?" Stringe la mascella con prepotenza intimandomi di smetterla con lo sguardo glaciale ed eccitato.
"Intesi" Deglutisco rumorosamente smettendola di torturare il mio povero labbro già arrossato; mi asciugo le mani sudate nei pantaloni per poi cercare di aiutare Harry per velocizzare questa lenta tortura dolorosa, perché ammettiamolo, fa male a lui quanto a me.
Ho bisogno del suo tocco e delle sue labbra sulle mie.
Dopo avermi tolto la maglietta e dopo averla gettata nel cesto in vimini bianco della roba da lavare passa ai pantaloni, si piega sulle ginocchia arrivando all'altezza dell'aggancio, con un movimento abituale e fulmineo slaccia i due bottoni in ottone leggermente ossidati, abbassa la cerniera sfiorando con il polpastrello il tessuto candito e nero dei miei slip, un fremito esce della mie labbra facendogli alzare lo sguardo, sogghignante e lussurioso, su di me.
Con una presa decisa e ferrea posa le mani ai lati del mio corpo agguantando i lembi dei jeans, lentamente li fa scivolare giù fino alle caviglie lasciando il mio corpo, nudo, esposto al suo sguardo famelico e lascivo.
"Finito" Si alza torreggiandomi in tutta la sua possenza, fino a farmi ombra.
"Grazie" Farfuglio schiarendomi la gola ormai fastidiosamente secca.
"Come fai a farti la doccia se non sei riuscita neanche a svestirti?" Alza un sopracciglio.
Copro la spessa fasciatura rinforzata alla caviglia e quella al polso con la pellicola da cucina per poi guardare l'espressione divertita del ragazzo riccioluto nel bagno con me.
"Quindi?" Lo guardo leggermente timorosa per quella che potrebbe essere la sua risposta.
"Non credi che dovrei aiutarti a farla?" La sua bocca si incurva in un ghigno mentre negli occhi sfreccia una luce maliziosa, quella che compariva nel suo sguardo quando ero a casa di Zayn.
Sono sempre più convinta che se potessi tornare indietro non rifarei la stessa scelta; se avessi saputo tutto quello che doveva fare Harry avrei chiesto a Charlie di aiutarmi.
"Io penso di riuscirci da sola" Una risata nervosa mi scappa dalle labbra prima che io possa controllarla o bloccarla; afferro una salvietta per coprirmi il petto scoperto e vulnerabile ai suoi occhi da predatore, non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione simile con Harry presente.
"Io penso di no" Si inoltra maggiormente nella stanza obbligandomi ad indietreggiare, non so cos'abbia intenzione di fare, ma la sua espressione mette letteralmente i brividi, e non poco.
Lentamente si sfila la maglietta tendendo i muscoli delle braccia, la mia fervida immaginazione comincia a galoppare prosciugandomi tutta la saliva all'interno della mia bocca, il mio sguardo si sofferma con insistenza su i suoi addominali che sembrano essere scolpiti nel marmo rosa o nella quarzo.
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Nightmare (revision)
Fanfiction"E quando realizzai di essere innamorata di lui, capii fosse davvero la fine." #2 in fanfiction