Capitolo 40

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La mattina seguente mi sveglio confusa, senza un motivo.
Sento qualcuno bussare alla porta, un testa bionda tutta arruffata irrompe nella stanza facendomi ridere.
“Cos’hai da ridere?” Incrocia le braccia battendo il piede per terra.
“Sei carina” Sorrido.
“Ah, solo questo? Io pensavo di essere meravigliosa” Mi fa la linguaccia, ritorna subito seria e si viene a sedere sul mio letto, vicino a me.
“Volevo parlarti” Comincia a torturarsi le mani per il nervosismo, così, spontaneamente, le poggio una mano sulla spalla come per spronarla a continuare.
“Per te Luke, è solo un amico o qualcosa di più? No perché se così fosse mi leverei subito, però vedi io..” Quando prende a parlare come una radio non la ferma più nessuno. Ieri quando discuteva così animatamente con Luke avevo subito capito che provava qualche interesse nei suoi confronti, ma a me non darebbe fastidio, io lo considero come un amico.
“Calma, si lo considero come un amico. Hai strada libera” Sorrido.
“Davvero? Cioè non lo stai facendo solo per me, vero?”
“Gli voglio bene, certo, ma nulla di più”
Batte le mani e saltellando qualche canzoncina esce dalla mia stanza per andare in bagno.
“Ah, cosa ne dici di venire con me a Bournemouth questo pomeriggio? Facciamo un po’ di shopping? Io oggi non ho il turno alla libreria”
“Certo,” Risbuca dalla porta “a dopo”

***

Mentre Charlie mi urlava, dal piano inferiore, di muovermi, io mi preparavo il più velocemente possibile.
Non è colpa mia se lei occupa il bagno per quaranta minuti e poi pretende che io ci impieghi due secondi a prepararmi.
Sbuffo mentre mi infilo un vestitino blu con le spalline larghe e le converse bianche alte.
Mi sciolgo i capelli e li pettino senza strapparli, infine controllo che il leggero trucco non sia sbavato.
“Alla buon ora, signorina” Salgo nella sua macchina e mi allaccio la cintura.
“Ci ho messo pochissimo, qua sei tu quella che occupa il bagno per ore” 
Si infila gli occhiali da sole sgommando sul vialetto della villetta, costringendomi ad avvinghiarmi al sedile, come ha fatto a prendere la patente, io non lo so.
Parcheggia e mi trascina immediatamente da Victoria’s Secret dicendomi che deve comprare un pigiama nuovo.
Mentre guardo le ore scorrere sul mio orologio, lei sta finalmente pagando tre completini e un pigiama, almeno l’ha preso davvero.
“Dove vuoi andare?”
“Vorrei prendere qualcosa da bere e poi andare da Top Shop e New Look, cosa ne dici?”
“Ottima scelta tesoro” Sorride lei.
Ci precipitiamo da Starbucks, un ragazzo alto e muscoloso, ma non troppo, ci sorride alla cassa.
I capelli castani leggermente mossi gli ricadono sulla fronte e due occhi color nocciola ti suggeriscono dolcezza e fiducia.
Charlie fa subito gli occhi dolci e corre alla cassa.
“Ciao, vorrei ordinare un caffè freddo” Sorride, un sorriso a trentadue denti.
“Si, e la tua amica?” Mi indica con l’indice.
“Io, uhm, un chocolate cream”
“Certo, i vostri nomi?”
“Io sono Charlie e lei è Ruth”
“Due bellissimi nomi” Arrossisco e abbasso lo sguardo imbarazzata mentre Charlie risponde con la sua risata cristallina, che invidia. Quanto vorrei essere disinvolta e un poco sfacciata come lei.
Ci accomodiamo al tavolo aspettando la nostra ordinazione.
“Allora, ti sei sentita con Luke?” Mi chiede mentre un bagliore di curiosità si accende nel suo sguardo.
“No, non ancora. Gli devo chiedere qualcosa?” Alzo un sopracciglio.
“Bhe, potresti chiedergli come gli sono sembrata, ecco tutto” Alza le spalle, mi premo il pollice sulle labbra per nascondere un sorriso.
Il ragazzo ci porta le nostre rinfrescanti bevande e cominciamo, fra una chiacchierata e l’altra, a bere.
Quando usciamo dal locale, il cielo, prima azzurro, si è coperto di nuvole grigie annunciando l’arrivo di un acquazzone.
Entriamo da New Look e afferro qualche cosa carina dirigendomi nel camerino; mentre mi provo una tutina elegante composto da calzoncino e canotta attaccati, entrambi color pesca, mi arriva un messaggio da Charlie.

Tesoro, problemi con il giornalino scolastico.
Sono dovuta scappare, prendi il pullman.
Scusami, davvero, mi farò perdonare.

La tua Charlie xxx

Un’ondata di frustrazione mi assale, cerco di tranquillizzarmi, almeno ha pensato di controllare l’orario del pullman per me.
Pago la tutina e due camicette, successivamente mi dirigo da Top Shop, prendo un paio di scarpe, le Vagabond, nere in pelle con le stringhe.
Quando esco una folata di vento mi scompiglia i capelli mentre piccole e fredde goccioline d’acqua cominciano a scendere.
Corro alla fermata dei pullman controllando gli orari e il numero, sfortunatamente sono ancora gli avvisi invernali, così decido di chiedere a una signora che sta spettando il pullman con me.
“Scusi, a che ora passa il pullman per Southborne?”
“Non passa più, l’ultimo è passato alle 18.30, cioè quaranta minuti fa” Mi sorride.
“Oh, grazie” 
Impreco mentalmente incamminandomi verso casa; in macchina non è molto distante ma a piedi quaranta minuti ci vogliono.
Dopo neanche dieci minuti di camminata la leggera pioggerellina si trasforma in diluvio costringendomi a mettermi le mani sulla testa per non bagnarmi, comincio a correre per ripararmi sotto qualche tendone di un bar. Vedendo che non smette ricomincio a incamminarmi infradiciandomi tutta.
Una Harley-Davidson nera fiammante mi passa accanto schizzandomi tutta, digrigno i denti.
“Guarda un po’ chi abbiamo qui” Sorride Harry con fare arrogante.
Sussulto per lo spavento senza smettere di camminare.
“Vuoi un passaggio?” Mi chiede andando a passo d’uomo.
“No, grazie” Rispondo gelida.
“Sei proprio sicura?” La sua voce, sensuale e roca, mi trasmette brividi in tutto il corpo.
“Si” Tartaglio
“Ci vediamo in giro, allora” Sorride, prima di ripartire una macchina mi schizza di nuovo bagnandomi del tutto.
“Harry!” Urlo per contrastare il rumore della moto ormai lontana di qualche metro. 
Torna indietro con aria da arrogante e un sorriso stampato in faccia che di affidabile e confortevole ha ben poco.
“Dimmi pure, piccola” Continua a guardarmi con un sorriso che intima solo pericolo e brutte intenzioni.
“Ecco, uhm, io..” Starnutisco.
“Si?”
Mi urta il sistema nervoso il suo atteggiamento, ha capito benissimo cosa voglio dire ma vuole che affermi io la frase.
“E’ ancora valida la tua offerta?” Abbasso lo sguardo.
“Quale?” Mi alza il mento con due dita.
“Potresti darmi un passaggio?” Balbetto.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora