Capitolo 50

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Dopo aver festeggiato con i ragazzi fino a notte inoltrata e mangiato una super torta sporcandoci i vestiti di crema pasticciera ci siamo ritirati ognuno nelle proprie stanze. 

L’acqua calda mi scorre sulla pelle come le immagini di Harry davanti agli occhi.

Si hai ragione, non spreco il mio tempo per quelle come te

Harry è stata l’unica cosa reale che mi è capitata negli ultimi anni, un uragano che mi ha scombinato la vita e, piano piano, con prepotenza, si è fatto spazio fino ad arrivare al mio cuore. Se non gli è mai importato di me perché si ostina a distruggermi? Sarebbe tutto più facile se non ci vedessimo più, se lui, finalmente mi lasciasse in pace; non riesco a credere di essermi innamorata di un mostro, del mostro che mi ha rinchiuso in una casa per settimane maltrattandomi e prendendosi gioco di me, non credevo che potesse succedere, non credevo potessi cadere così in basso.

Vengo risvegliata dai miei pensieri da Luke che bussa alla porta del bagno, facendomi rendere conto che sono in doccia ormai da tre quarti d’ora.

“Ruth ti senti bene?” Sento preoccupazione nella sua voce, quella cosa che non è mai comparsa, neanche in minor quantità, nel tono di Harry.

“Uhm si, scusami mi sono lasciata prendere un po’. Esco subito” Mi avvolgo la salvietta spugnosa intorno al corpo per poi vestirmi con il pigiama a pois blu e bianchi.

“Scusa ancora, il bagno è tutto tuo” Rido mentre lui entra in bagno salutandomi.

Giunta in camera mia mi sdraio sul letto prendendo immediatamente sonno, questi giorni sono stati più impegnativi di quanto pensassi.

***

Un venticello mattutino mi obbliga ad aprire gli occhi, mi tiro la coperta fino al naso voltando le spalle alla finestra, probabilmente ieri sera, nella fretta di andare a dormire, mi sono scordata di chiuderla; do poco pensiero alla mia sbadataggine e cerco di riaddormentarmi, troppo pigra per andarla a chiudere.

“Vedo che non sei mattiniera, ma d’altronde, lo sapevo già”

Spalanco gli occhi alzandomi dal letto appoggiandomi al muro per non cadere, piccoli puntini neri mi coprono la vista facendomi cedere le gambe.

Forti braccia mi circondano la vita per sorreggermi, lentamente i puntini svaniscono sostituiti da un lancinante mal di testa.

“Ruth, soffri di pressione bassa?” Mi chiede Niall a un centimetro dal lobo, appoggio le mani sulle sue spalle per non cadere.

Quando, finalmente, riesco a riaprire gli occhi e reggermi in piedi da sola mi allontano da lui.

“Non lo so, perché?” Sussurro, la voce è più bassa del solito perché ancora impastata dal sonno.

“Perché quando si ha la pressione bassa e ci si alza di colpo succede questo” Alza le spalle.

“Cosa ci fai qui? Se ti trovassero qui i miei am..”

“Sono più che sicuro che mi copriresti, non è così?” Serra la mascella.

“Certo” Deglutisco sorridendo nervosamente.

“Vedi come è semplice capirci fra di noi?” Sorride sedendosi sul letto.

“Non hai ancora risposto, perché sei qui?” Chiedo prendendo le distanze.

“Semplicemente volevo salutarti, sai non l’abbiamo fatto dopo che sei scappata da casa.” Punta i suoi occhi nei miei.

“Ok, ora puoi andare” Lo sprono ad andarsene, non mi sento sicura con lui nei paraggi, tantomeno qui con me.

“Comunque, ti ho vista sai? Quando hai accompagnato la tua amichetta al bar, sei stata scortese a non salutare, ma ci sono passato sopra. Non voglio che ricapiti, ne gioca la tua incolumità” Si alza avanzando verso di me. E’ una minaccia? Con quel viso angelico può ingannare chiunque; dando voce ai miei pensieri:

“Avrò pure la faccia da angioletto, occhi azzurri e capelli color grano, ma non sono tale. Sappilo.” Annuisco freneticamente mentre lui si butta dal secondo piano. Mentre corre via mi fa il gesto dei militari ammiccando per poi sparire dietro le siepi delle altre case.

Dopo essermi preparata raggiungo gli altri in cucina, trovandoli abbracciati intenti a baciarsi.

“Per favore, non le effusioni in pubblico giovincelli” Interpreto la parte della bacchettona facendoli sghignazzare.

“Scherzo, cosa c’è per colazione?” Mi siedo sulla penisola mentre apparecchiano.

“Quello che vuoi” Risponde Charlie.

Ci deliziamo dei pancakes di Luke per poi mettere tutto in lavastoviglie fra una chiacchierata e l’altra.

“A proposito, mi stavo quasi dimenticando. Mandy da una festa stasera alla discoteca di Bournemouth, ci venite?” Squittisce Charlie.

“Certo” Risponde Luke attirandola a sé. “Non ti lascerei in pasto ai quei lupi, tesoro” Afferma provocando una risatina da parte di lei. Sono bellissimi insieme, sorrido.

“E tu?” Si girano verso di me.

“Ecco non so, sai non sono proprio il mio forte le feste” Alzo le spalle provocando un verso di disapprovazione da parte di entrambi.

“Dai Ruth, solo per una volta” Sbuffo e acconsento.

“Ottimo! Inizia alle 23, quindi tutti pronti per le 22.30” Sorride battendo le mani.

“Vi passo a prendere, a dopo ragazze” Schiocca un bacio sulle labbra a Charlie per poi precipitarsi verso la sua macchina.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora