Capitolo 23

11.6K 542 86
                                    

Zayn’s pov

Mi sveglio di soprassalto, per fortuna era solo un incubo. Però voglio delle certezze, se a Harry piacesse davvero Ruth non so che cosa potrebbe succedere e non lo voglio sapere.
Eppure questo sogno sembrava così reale; mi alzo per raggiungere Harry.
“Haz” Si gira salutandomi con un cenno del capo
“Dimmi che non è vero” Lo scruto lentamente per cogliere una sua qualsiasi piccola incertezza.
“Che cosa?” Mi guarda con faccia stupita
“Ti piace lei, vero?”
Harry prima si irrigidisce ma poi scoppia a ridere, dopo aver ripreso fiato mi risponde.
“Ma sei fuori?” Si asciuga le lacrime dagli angoli degli occhi , un respiro di sollievo lascia le mie labbra. Non sono mai stato così sollevato in vita mia.
“Ma come mai questa domanda?”
Mi appoggia la mano sulla spalla spronandomi a parlare, sembra curioso ma non infastidito.
“Perché ho fatto un sogno strano, tu mi dicevi che ti piaceva la mocciosa”
“E se così fosse” Ritorna serio
“Harry non fare il coglione” Fingo un sorriso
“Sto scherzando” Ride
“Hai una paglia?” Dalla tasca estrae un pacchetto da dieci offrendomi anche l’accendino.
Fumiamo in silenzio per dieci minuti, con la mano mi saluta per poi ritornare sulla veranda.

Ruth’s pov

Mi sdraio per prendere un po’ di sole, sono bianca cadaverica e abbronzarmi un po’ non mi fa di certo male.
Mi levo le spalline per non far rimanere il segno, amo il calore sulla pelle.
La sensazione che si prova quando i raggi del sole ti colpiscono il corpo riscaldandolo, è una delle mie cose preferite e, sinceramente, mi mancava.
Quest’anno è stato colpito da un inverno veramente rigido, il sole mi è proprio mancato.
Dei brividi mi percorrono la schiena e la vista si oscura, apro gli occhi e in piedi, dietro di me, trovo Harry.
“Vuoi abbronzarti?”
“S..si”
“Perché?” Si siede vicino a me, deglutisco e cerco di concentrarmi per non dare a vedere il mio nervosismo.
“P..perchè sono pallida”
“A me piaci” Mi afferra una ciocca di capelli arrotolandosela al dito, abbasso lo sguardo.
“Allora, andiamo” Si alza tirandomi su
“Dove?” 
“A prendere la legna” Sorride maliziosamente
“C..cosa? Non ci puoi andare da solo o con Niall?” Sorrido, sono un disastro sto apparendo più spaventata di quanto sia in realtà, anche se non è poco.
“Di cosa hai paura, che ti mangi?”
Magari, sarei molto più contenta se mi mangiassi caro il mio odioso Harry.
“Louis, andiamo a prendere un po’ di legna, ci vediamo tra un po’” Louis annuisce
“Perché quanto ci si mette a prendere la legna?”
“Due orette, più o meno” Ghigna
“Ah” 

***

Sono le sei del pomeriggio ma in questo bosco sembrano le nove di sera, l’aria è fredda e umida, mette i brividi.
Neanche un raggio di sole filtra tra i folti e alti alberi, è davvero inquietante, non lo ricordavo così tetro.
“Hai paura?” Si gira osservandomi con sguardo divertito
“Io? No ma va” Sorrido tartagliando, lo maledico, lo maledico per tutto, per ogni cosa mi ha fatto subire e mi fa subire ancora adesso, non si più raggiungere un così alto livello di crudeltà.
“Siamo appena arrivati, non vorrai andare via” 
Lo scimmiotto senza farmi vedere per poi raccogliere un tronco vicino al mio piede.
“Sai cosa mi ha detto poco fa Zayn? Mi ha chiesto se m piacevi. Ridicolo, come fa una come te a piacermi? Come gli salta in mente?”
“Già” Come fa una come me a piacere genericamente, tanto meno a uno come lui.
“Come farebbe a piacermi una come te?” Mi scoppia a ridere in faccia.
Ho capito, non deve ripeterlo tutto il tempo. Lo so anche io, ma fa male. Se sono io ad ammetterlo lo accetto ma se qualcun altro continua a rinfacciarmelo fa dannatamente male.
“Come gli vengono in mente queste cose, che coglione”
“Che idiozia, una come te con me”
“Ho capito!” Urlo cercando di trattenere le lacrime
Si gira scocciato dalla mia reazione
“Ho capito, non c’è bisogno che lo ripeti otto volte. E poi lo so anche io, prima che tu me lo dicessi, sai? Non sei solo tu quello sveglio qui. Sai cosa mi chiedo sempre? Mi chiedo perché sono diversa, perché non sono come quella? Cos’ho di diverso? E di sbagliato? Sono domande che mi faccio non occasionalmente ma quasi sempre e non mi servi tu per ricordarmele. Chi ti credi di essere?”
Mi mordo il labbro per trattenere le lacrime mentre un singhiozzo lascia le mie labbra, mi porto la mano sulla bocca per tapparmela. Dovevo stare zitta.
La sua espressione da scioccata diventa furiosa, si avvicina mentre io per la paura lascio cadere il tronco per terra.
“S..scusa io non volevo. Cancella quello che ti ho detto, ma non picchiarmi ti prego” Nascondo il viso dietro alle braccia mentre mi spinge all’indietro. Inciampo in un ramo e cado per terra.
“Vuoi che risponda io a tutte queste domande una volta per tutte?”
Si china su di me afferrandomi la mascella con una presa ferrea e troppo forte per non lasciare segni.
Nego con la testa, non voglio ricevere altri insulti, sono stufa.
“Peggio per te”
Mi tocca la coscia con la mano per poi cercare di insinuarsi nel pantaloncino.
“Non mi toccare” Cerco di scalciare ma mi afferra con la mano dietro il ginocchio
Scoppio a piangere mentre cerco di bloccarlo, ride avvicinandosi sempre di più.
“Stai zitta, ragazzina, tanto non ti sentirà nessuno”
Le stesse identiche parole che mi aveva detto Daemon, le scene si fanno spazio nella mia testa mentre vengo scossa da tanti brividi di paura.
“Smettila, ti prego” Sussurro con la gola secca
Continua a ridere mentre mi accarezza la coscia.
“Sei come lui, stai facendo come lui!” Urlo, non capendo rimane un attimo interdetto, colgo l’occasione per alzarmi e correre via, non importa dove, l’importante è che sia lontano da lui.
Il pianto mi mozza il respiro e mi oscura la vista impedendomi di correre veloce come dovrei finchè la tosse mi assale.
Mi afferra il gomito tirandomi indietro, tremo e ho paura. Scene che avevo rimosso ritornano facendomi rivivere tutto come se fosse ieri. Tutti i più piccoli particolari, dai suoi occhi incantatori al suo splendido sorriso mozzafiato, al timbro della sua voce e al sapore del sangue nella mia bocca.
“Lui chi?” Mi ringhia contro scuotendomi 
“Daemon” Singhiozzo
Non so cosa l’abbia colpito ma sembra rendersi conto di quello che stava facendo, di quello che ha risvegliato, così mi abbraccia.
“Scusami”
Scoppio a piangere mentre mi sussurra parole dolci all’orecchio.
“Scusami, io non volevo.. Mi dispiace”
Sembra veramente dispiaciuto e per la prima volta in difficoltà. Mi asciuga le lacrime e mi alza il mento con due dita.
“Non sarò mai come lui, mai. Te lo prometto”
Mi bacia sulla fronte per poi cullarmi nelle sue braccia.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora