Capitolo 66

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“Io no, quindi mi faresti un piacere se alzassi il tuo bel culetto e uscissi da questa casa, grazie” Fingo un sorriso per incitarlo ad andare via.
Sinceramente? Non voglio che vada, ma dopo tutto quello che mi ha fatto, e mi sta facendo, preferirei che stesse fuori dalla mia vita.
“Andiamo Ruth, lo sappiamo entrambi che mi vuoi, con te, sotto le coperte, con le mie braccia attorno al tuo corpo minuto” Avanza sorridendo sornione.
La temperatura della stanza aumenta, la luce della luna attraversa le grandi vetrate illuminando gran parte della stanza; l’orologio in sala scocca le undici e mezza.
La sua figura imponente mi torreggia facendomi sentire più piccola di quanto non la sia già.
Fortunatamente vengo salvata dalla suoneria del mio cellulare, raggiungo la cucina per poi chiudere la porta.
“Pronto?” 
“Porca troia Ruth, sono ore che cerchiamo di chiamarti!” Urla Luke al telefono obbligandomi a creare una certa distanza dall’apparecchio al mio orecchio.
“Uhm, non avevo sentito” Alzo le spalle.
“E’ tutto ok? Eravamo preoccupati, dove sei?” Sento la voce di sottofondo di Charlie che mi tira dei nomi e quella di Ashton cercare di calmarla.
“Sono a casa, mi dispiace davvero” 
“Ci mancherebbe!” Urla la bionda facendomi ridere; me l’immagino agitata che cammina avanti e indietro.
“Rimedierò, davvero” Mi è dispiaciuto davvero tanto per Luke e Charlie, che si erano impegnati per organizzarmi una vera uscita come si deve, ma soprattutto per Ashton.
“Allora domani sera, dopo la libreria, vieni a casa di Ash che da una festa, d’accordo?” 
“Ecco io..” Cerco di prendere tempo.
“Ash non accetta no, vero?”
“Assolutamente” Afferma il ragazzo di sottofondo.
“Uhm ok allora, poi ci mettiamo d’accordo” Alzo gli occhi al cielo, ogni volta devo andare dove dicono loro, che palle. Però devo farmi perdonare, quindi credo che sopporterò l’idea di tanta musica e super alcolici ancora una volta.
“Perfetto, a domani” Urlano in coro riagganciando la chiamata.
“Vedo che sei una donna impegnata” Parla Harry da dietro le mie spalle facendomi sussultare.
“Hai spiato la mia conversazione? Ancora una volta?” Chiedo allibita.
“No, ho semplicemente due orecchie che mi permettono di sentire quello che dice la gente” Sorride alzando un sopracciglio.
“Andiamo, la porta era chiusa” Incrocio le braccia al petto.
“Quelli sono dettagli trascurabili” Ride ammiccando.
“Si come no” Farfuglio allontanandomi dalla sua figura.
“Alt, dove credi di andare? Non abbiamo finito di parlare” Mi afferra il polso facendomi andare a sbattere contro il suo petto muscoloso.
“Io ho finito, esci da questa casa, non te lo ripeterò una terza volta” lo fulmino con lo sguardo più atroce che riesco a fingere.
“Dovrebbe suonare come una minaccia?” Sento il petto vibrargli a causa della risata che cerca di non far fuoriuscire.
“Esattamente”
“E sentiamo, se non dovessi uscire mi prederesti a sberle?” Alza un sopracciglio bloccandomi contro il muro di pietra della cucina.
“No, peggio” Lo sfido guardandolo dritto negli occhi verdi accesi da una luce divertita e sfacciata.
“Cosa faresti?” Appoggia la sua fronte contro la mia. Solo ora mi rendo conto della grande vicinanza fra di noi.
“Ti taglierei tutti i capelli” Un sorriso impertinenti si allarga sul mio viso facendolo ridere.
“Che ragazza ribelle” Sorride.
“Hai visto?” 
“Quindi ti piace il mio culo” Ride appoggiando le mani ai lati della mia testa.
“Cosa?” Sgrano gli occhi premendo le mani sul suo petto per allontanarlo, pur non spostandolo neanche di un centimetro.
“L’hai detto prima, avrei dovuto alzare il mio bel culetto. Tue testuali parole” 
“Esci da questa casa” Cambio discorso per evitare di fregarmi con le mie mani, lui capendolo scuote la testa ma lasciando perdere il battibecco.
“Avevi detto che non l’avresti ripetuto, quindi ora dovrai attuare la tua minaccia, angelo”
Mi alzo in punta dei piedi per afferrargli un ricciolo che gli ricade delicatamente sulla fronte, ma senza arrivarci.
La sua risata mi trasmette una scarica elettrica, sono così belle le sue fossette.
“Sei bassa” Mi inchioda nel suo sguardo facendomi accigliare.
Comincio a saltare per afferrargli un ciuffo di capelli facendolo ridere a crepapelle per i miei sforzi senza risultato, così si abbassa alla mia altezza per permettermi, finalmente, di prendergli i capelli.
“Al diavolo l’autocontrollo” In una frazione sento le sue braccia cingermi le gambe e il mio stomaco sopra la sua spalla, la sua mano sale fino ad appoggiarsi sul mio sedere in modo prepotente.
“Mettimi giù, Harry” Urlo battendo i pugni sulla sua schiena.
Sale le scale di corsa senza far trapelare un briciolo di fatica, spalanca la porta della mia stanza con violenza per poi adagiarmi delicatamente sul mio letto.
“Smettila, non sono come le troiette che ti porti a casa ogni sera per tuo sfogo personale” Farfuglio, cosa ha intenzione di fare?
Si corica sul mio corpo facendo adagiare perfettamente i nostri busti, come se fossimo due pezzi di un puzzle.
“No, tu vuoi un ragazzo che faccia così” Mi bacia dolcemente il collo provocandomi i brividi.
“Che ti tocchi così” Mi accarezza la guancia con il polpastrelli mentre una luce maliziosa gli illumina gli occhi smeraldo.
“Lo so che fremi dalla voglia di baciarmi, come me” Incastra la sua testa fra il mio collo per poi respirare il profumo.
“Quanto adoro il tuo odore” Ringhia cercando di trattenersi, deglutisco.
“Lo so che mi vuoi quanto ti voglio io, perché io ti desidero Ruth, da quando sei entrata in quella fottuta casa, ti volevo tutta per me”
Parla con voce roca mettendomi i brividi, quella voce così eccitante.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora