Se trovate degli errori commentate vicino, grazie. Buona lettura xx
Insomma, dire che mi sto annoiando e che la gente è ubriaca fradicia è un eufemismo.
Il grande orologio appeso al muro sopra a un mobile di cedro antico segna le 22.20, quindi direi che è un orario davvero pessimo per andare a casa; se fosse per me sarei già nel letto, ma i miei tentativi di fuga sono stati bloccati sul nascere dalle suppliche di una Charlie ubriaca e sorretta dal povero Luke.
Ashton è sparito dalla circolazione e credo, per quanto ho notato, che si stia divertendo, un po’ come tutti, con qualche ragazza facile, ma non credo sia un mio problema.
L’aria nel vasto salone si è fatta viziata e una nube di fumo aleggia sul soffitto rendendo sempre più difficile la respirazione, così decido di uscire nel giardino illuminato dai lampioncini da terra; dopo aver ricevuto una dozzina di gomitate nella pancia ed aver evitato che un ragazzo mi vomitasse sui piedi riesco a raggiungere la portafinestra che conduce all’esterno.
La differenza è davvero palpabile, e finalmente riesco a prendere un bel respiro profondo senza dover tossire. Sebbene siamo agli inizi di settembre la temperatura si è abbassata considerevolmente obbligandomi a stringere le braccia al petto per scaldarmi; la vibrazione del mio telefono mi obbliga a sciogliere l’abbraccio facendomi borbottare.
Ruth, allora per domani tutto programmato?
Spero di si.
Non vedo l’ora di passare del tempo con te.
Dennis xx
Ogni suo messaggio mi strappa sempre un sorriso.
Acconsento per poi riporre il cellulare nella tasca interna del vestito.
“Sei venuta tutta sola?” Un ragazzo alla mie spalle, che fatica a stare in piedi, cerca di richiamare la mia attenzione seppur io cerchi di ignorarlo.
Non ho intenzione di intraprendere una conversazione con un ragazzo ubriaco, soprattutto perché la sua faccia non sempre intimare buone intenzioni.
“Ehi sto parlando con te brunetta”
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo all’interno dell’edificio sperando di seminarlo o comunque di fargli capire che deve mollare il colpo.
Improvvisamente una mano mi afferra il gomito voltandomi verso di lui.
“Non ti hanno insegnato le buone maniere?” Soffia a un centimetro dal mio viso, se devo essere sincera provo solo pena per questo imbecille.
“Scusa ma ho altro da fare” Rispondo mantenendo un tono impassibile e distaccato.
“Io, invece, voglio fare qualcosa con te” Ride senza mollare la presa intorno al mio polso. Con delicatezza riesco a liberarmi senza farlo infuriare.
“Mi dispiace veramente tanto, ma non sono quel genere di ragazza. Quindi ti consiglio di alzare i tacchi e cercarti una ragazza disponibile” Sorrido.
“Ma io voglio te” Mi tocca il naso con l’indice per poi ridere di gusto; credo che sia la persona più ubriaca che io abbia mai conosciuto. Mi sta davvero innervosendo e non ho idea di come levarmelo dai piedi senza peggiorare la situazione.
“Ascoltami, davvero, non ho intenzione di fare nulla, perciò non sprecare il tuo tempo” Alzo le spalle per poi proseguire per la mia strada.
“Non fare la difficile” Ride cercando di riafferrarmi il braccio.
Dopo due o tre falcate riesco a seminarlo raggiungendo nuovamente il grande atrio, una ragazza con un vestito che lascia più pelle scoperta che coperta mi urta per poi perdere l’equilibrio.
“Stai attenta a dove metti i piedi, troia”
Sbuffo per poi scusarmi e continuare per la mia strada ma questa mi afferra per i capelli.
“Hai detto qualcosa?” Urla perforandomi i timpani già gravemente danneggiati dall’eccessivo volume della musica.
“No” Ed è la pura verità.
“Non mi sem..” Non termina la frase che rigetta sul pavimento colpendo anche una parte mio vestito. Impreco mentalmente mentre una risatina da oca lascia le sue labbra sbavate di rossetto.
“Ben ti sta” Mi strizza l’occhio per poi rigirarsi e continuare a ballare, un ringhio lascia la mia bocca intanto che, con passo pesante, salgo le scale per cercare un bagno per pulire lo schifo che ha combinato quella rossa isterica.
Sono letteralmente stufa di questa festa, apro la porta del bagno per poi infilarmici dentro; comincio a strofinare per smacchiare il vestito senza ottenere un ottimo risultato, così motivata anche dai continui battiti sulla porta, lascio perdere ed esco dalla stanza.
“Alla buon ora, a ma sei tu” Sorride Charlie seguita da Luke, se non ci fosse quel ragazzo d’oro non immagino come sarebbe conciata la mia amica.
“Si. Luke vado a casa, sono davvero stanca. Se per caso Ashton uscisse da qualche stanza dopo aver soddisfatto i suoi bisogni maschili, digli che lo ringrazio” Luke scoppia a ridere e mi assicura che Ash sta pulendo il vomito di alcuni ragazzi, smontando così la mia ipotesi. Bhe almeno Ash non è un donnaiolo.
Li saluto e raggiungo finalmente la porta d’ingresso per inoltrarmi nella strada illuminata dai lampioni e dalla luce della luna.
Punto primo:
Spero di ritrovare la strada di casa.
Punto secondo:
C’è un freddo cane e il vestito metà bagnato non aiuta affatto.
Punto terzo:
I piedi mi stanno implorando di smettere di camminare e come se non bastasse i lampioni sembrano essere diminuiti considerevolmente facendomi rendere conto di quanto sia deserta questa zona, se non per qualche gruppetto di ragazzi superstiti da una festa, probabilmente quella di Ash.
“Ehi ma quella non è la ragazza che tenevate da voi?” Urla un ragazzo con gli occhiali indicandomi.
“Si è proprio lei” Ride quello di fianco a lui spingendolo.
“Cosa ci fai in questa zona mocciosa?” Ride Zayn.
“Non sono fatti che ti riguardano” Allungo il passo per seminarlo.
“Dove credi di andare?” Mi afferra il gomito trascinandomi nel suo gruppetto. Sembra esserci solo lui, gli altri non ci sono.
“Cosa ne dici, se vuoi ti accompagno a casa” Ghigna procurandosi commenti di consenso da parte di tutti.
“Dipende quale casa” Sottolineo assottigliando gli occhi in una fessura assumendo un’aria strafottente.
“Fai la sfacciata con me?” Ringhia a un centimetro dal mio viso.
“Zayn ho chiamato gli altri, hanno detto che ci raggiungono al.. Ruth?” Harry si avvicina immischiandosi nel cerchio riponendo il telefono nella tasca.
“Ruth cosa ci fai qui?” Si avvicina costringendo Zayn a mollare la presa dal mio gomito.
“Sto tornando a casa” Affermo fissandolo dritto negli occhi.
“E’ dall’altra parte casa tua, non dirmi che ti sei persa” Afferma sorridendo seguito dalle risate degli altri.
“Ecco, no” Abbasso lo sguardo, mi accarezza la guancia con il pollice.
“Andiamo ti riporto a casa” Un sorriso colmo di tenerezza si allarga sul suo volto provocando stupore sul viso di Zayn e gli altri ragazzi.
Annuisco mentre lui intreccia la mano nella mia per poi incamminarsi.
Mi giro facendo una linguaccia a Zayn che, in risposta, mi alza il dito medio stringendo la mascella incazzato.
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Nightmare (revision)
Fanfiction"E quando realizzai di essere innamorata di lui, capii fosse davvero la fine." #2 in fanfiction