Capitolo 79

8.7K 435 52
                                    

Il suono della campanella mi risveglia dal trance in cui ero immersa riportandomi alla realtà. Esco dal bagno fino ad arrivare al grande specchio, situato appena sopra i lavandini, per togliere il trucco sbavato dal mio viso. Corro in classe ritornando al mio posto attirandomi gli sguardi di tutti e di quello di James, che mi fa l'occhiolino seguito da una risata derisoria.

Scuoto la testa cercando di concentrarmi sulla lezioni di Biologia tentando di non alzare lo sguardo dal libro.

L'ora sembra non passare mai e la spiegazione della mitosi non mi incuriosisce più di tanto, così inizio a scarabocchiare qualcosina su un foglio del quaderno ad anelli; finalmente la campanella, determinante la fine della lezione, rimbomba nei corridoi obbligando il professore a fermarsi.

"E questo cos'è?" James mi strappa dalle mani il foglietto con disegnato una sagoma riccioluta e imbronciata.

"Ridammelo" Salto per recuperare quel pezzo di carta che sembra così insignificante ai suoi occhi ma così importante e privato ai miei.

"Chi è questo qui?" Dice in tono sprezzante il moro attirando l'attenzione del professore, ormai intento a uscire dalla classe con la sua valigetta in pelle nera e un plico di fogli.

"Cosa sta succedendo qui dietro? Signorina Clavor il Signor Foster la sta infastidendo?"

Osservo James che mi intima di negare così smentisco senza guardarlo negli occhi.

"Bene, la lezione è finita, James sei pregato di uscire dalla mia classe" Il ragazzo esce bofonchiando qualcosa, seguito da me.

"Ruth," Alzo lo sguardo voltandomi verso il Professor Brown, "Se avessi qualsiasi tipo di problema noi insegnanti siamo disponibili, intesi?" Mi sorride con compassione causandomi un fitta allo stomaco.

"Si signore, ma non voglio il compatimento di nessuno" Lo saluto educatamente per poi dirigermi all'interno della classe di Filosofia.

Fortunatamente il resto della giornata passa velocemente e senza brutti incontri, così all'ora di pranzo esco dalla struttura, senza aver incontrato Charlie, per incamminarmi verso casa; ho percorso cinque metri quando vengo raggiunta da James.

"Mi sa che siamo costretti a fare la strada insieme, piccola Ruth" Deglutisco continuando a camminare senza alzare lo sguardo dai miei piedi che si muovono velocemente sul cemento grigio, pregando di riuscire ad arrivare a casa prima che succeda qualcosa.

Il sole picchia sulla mia testa facendomi sudare, ma non posso permettermi di fermarmi per piagare il maglioncino e riporlo nella cartella così continuo a camminare, cercando di mantenere un andamento veloce.

"Allora Ruth, come ti faceva passare il tempo il tuo rapitore?" Stringo gli occhi per trattenere le lacrime formatesi negli angoli di quest'ultimi, ripensare a quei momenti mi fa venire un groppo in gola.

"Allora?" Mi afferra il polso obbligandomi a girarmi di colpo, vado a sbattere contro il suo petto ormai con le lacrime pronte ad uscire.

Lo guardo con occhi lucidi implorandolo mentalmente di lasciarmi stare; con tutta la gente all'interno del college, proprio me doveva prendere di mira?

"Rispondimi quando ti faccio una domanda" Ringhia tirandomi i capelli, un gemito di dolore lascia le mie labbra mentre le lacrime cominciano a scendere lungo il mio viso ininterrottamente, facendolo ridere.

"Smettila, ti prego, sembri lui" Singhiozzo indietreggiando, un'espressione curiosa e allo stesso tempo crudele gli contorna il viso.

"Lui chi?" Si avvicina accarezzandomi delicatamente la guancia, gesto che mi fa chiudere istintivamente gli occhi per il sollievo.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora