Capitolo 48

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La mattina seguente, quando mi sveglio alle 10.30, noto che Charlie è ancora a letto, così decido di non svegliarla.
Vado di sotto a preparare la colazione per entrambe, mi pento di aver pensato quelle cose su di lei, ma la ferita è ancora aperta e in superficie.
Metto il latte sui fornelli un po’ di polvere amara nella caffettiera per lei, se non beve una dose abbondante di caffè alla mattina, non riesce a ragionare con la mente completamente libera.
Intanto sento lo scrosciare dell’acqua capendo che si è appena alzata ed è andata a lavarsi.
Apparecchio la tavola a ritmo di Stay With Me di Sam Smith mentre il sole mi sorride.
La porta si spalanca alla mie spalle facendomi sobbalzare.
“Buongiorno” Mi dice una voce alla mie spalle, e, a meno che Charlotte non abbia ingerito degli ormoni, non si tratta di lei.
Mi giro di soprassalto trovandomi davanti un viso angelico che mi sorride.
“Luke? Cosa ci fai qui?” La prima reazione, dopo aver visto il ragazzo, è felicità e allegria, la seconda è tutto il contrario, nervosismo e irritazione.
Dopo che è uscito con lei la prima volta non si è praticamente più fatto sentire, ignorandomi e dimenticandomi.
“Sono stato da Charlie, quindi automaticamente anche da te” Sorride.
“Ok” Fingo un sorriso.
Mi mancano le uscite con lui e le serate piene di risate, lui era la mia distrazione da tutto il resto e ora che “sta” con Charlie io non esisto più, d’altronde come ogni volta.
“Prepari la colazione anche per me piccola Ruth?” Sorride scompigliandomi i capelli.
“Certo” Sorrido.
Bhe certo sono la cameriera di turno, vero?
Gli voglio bene ma sono irritata, cosa pensa che sia al suo servizio?
Sono consapevole che sto ingrandendo a dismisura la situazione ma sono gelosa, si gelosa di lei.

***

Verso le tre esco di casa per raggiungere la libreria, oggi, il cielo, rispecchia perfettamente il mio stato d’animo, tristezza e nostalgia.
E’ uno di quei giorni che vorresti passare a casa, sotto le coperte e al calduccio per guardare un film o leggere un libro.
Le nuvole scure sembrano aver inghiottito il sole rendendo la piccola cittadina triste e tetra abbattendo il mio stato d’animo.
Ormai le giornate, prima soleggiate e calde, sono cupe e senza vitalità, almeno per ora; ho optato per dei Jeans chiari stretti e una camicia a quadri con varie sfumature di rosso, i capelli sciolti fino sotto le spalle sono mossi dal vento.
Mi inoltro nel parco percorrendo la strada a testa bassa, è deserto e mette un po’ d’ansia.
“Bambolina” Sgrano gli occhi e mi giro verso la voce che mi ha appena chiamata.
“Dennis” Rispondo seria.
“Mia mamma ha iniziato a leggere il libro, ha detto che lo trova adorabile. Mi obbliga a comprare un libro per me, dopo passo”
“Uhm ok” Annuisco impassibile.
“Ti unisci a noi per due tiri?” Mi sorride, sembra un sorriso sincero.
“Non sono brava a calcio” Alzo le spalle.
“Ci andiamo piano e ti mettiamo in porta” Sogghigna, guardo l’orologio di Dennis.
“Mm ok” Appoggio la borsa alla panchina e li raggiungo, comincia la partita.

***

“Bhe bambolina non te la sei cavata tanto male” Ride Dennis seguito dagli altri.
Effettivamente pensavo peggio, sono riuscita a parare qualche colpo, seppur non siano stati neanche vicini alla metà; per essere la prima volta devo ammettere che è andata bene.
“Che ore sono?” Chiedo
“Le 15.57” Risponde Clark.
“Cavolo, sono in ritardo!” Affermo disperata mettendomi le mani nei capelli.
Afferro la borsa e comincio ad incamminarmi.
“Bambolina aspetta, prendi la mia bici, dopo la vengo a riprendere” Mi suggerisce Dennis grattandosi la testa.
“Grazie mille” Monto sulla bici e sfreccio verso il negozio. Per poco non mi investono e mi sono guadagnata più di un insulto durante il tragitto dal parco alla libreria, ma, fortunatamente, arrivo con pochi minuti di ritardo.
“Ciao Sophie” La saluto con il fiatone.
“Ciao Ruth, ti lascio il negozio. A domani” Sembra essere di fretta perché non si ferma neanche per fare una chiacchierata. Mi lascio cadere sulla morbida sedia in pelle mentre un sospiro lascia le mie labbra.
Mi risveglio dai miei pensieri a causa della vibrazione del mio telefono, Harry.

Un salutino non ti farebbe male,
ogni tanto.

Harry xx

Crede di fare il simpaticone? Bhe con me non attacca, non voglio più avere a che fare con lui, per me non esiste. Kaput.
Ripongo il cellulare nella borsetta senza rispondergli, sento la rabbia ribollirmi dentro così incanalo il pensiero di Harry nella parte più remota della testa per evitare di continuare a tormentarmi.
Il suono della campanella mi fa alzare lo sguardo riportandomi alla realtà; Dennis, in tutta la sua bellezza, mi sta fissando da sotto le ciglia.
“La bici dov’è?” Mi chiede sorridente.
“Dietro al negozio, non ho potuto legarla perché non avevo il codice del lucchetto. Grazie comunque”
“Nulla. Allora che libro mi consigli?” Si avvicina al bancone.
“Genere?” Squittisco.
“Fantasy, mi piacerebbe qualcosa di originale”
“Allora ti consiglio la saga delle tre gemme, è davvero molto bella”
“Senti, detto fuori dai denti, non ho nessuna voglia di leggere un libro, tantomeno una saga, perciò che ne dici se ogni pomeriggio io venissi qui e tu mi leggessi qualche capitolo?”
Si appoggia allo scaffale, le braccia incrociate e il suo sguardo fisso su di me.
Mi sembra di essere una madre che legge le favole a suo figlio, è ridicolo.
“Non lo so, è imbarazzante”
“Dai bambolina, per favore, rendi felice una povera madre”
“E va bene” Sbuffo.
“A domani allora” Ammicca uscendo dalla porta mandandomi un bacio.
Prevedo dei pomeriggi molto lunghi, ma almeno avrò una distrazione da Harry.

\\SPAZIO AUTRICE

Se per caso avessi dimenticato di mettere in corsivo dei messaggi che riceve, potreste avvisarmi? Grazie mille in anticipo, buona lettura commentate in tanti, ci tengo davvero♡

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