Capitolo 68

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Sono così emozionata, non vedo l’ora che sia domani per uscire con Dennis, mi trovo così bene con lui, non mi sento giudicata o presa in giro, riesco ad essere semplicemente me stessa, e lui l’apprezza.
Non nego che siamo partiti con il piede sbagliato, credevo che fosse come Harry e tutta la sua compagnia bella, ma alla fine si è rivelato premuroso e gentile, anche se di base ha un carattere da stronzo, ma mi piace.
Fra due settimane comincia la scuola e io non ho per niente voglia di essere rinchiusa in un minuscolo confine di quattro mura, bloccata per tutta la mattina in un banco ed obbligata ad ascoltare la lezione del professore; non ho mai avuto bassi voti, anzi ho un’ottima media, ma questo non significa affatto che io ami andare a scuola.
Salgo le scale tutta pimpante per andare in bagno e farmi una bella doccia gelata per svegliarmi completamente e godermi questa bellissima giornata soleggiata; accendo la musica e seleziono un brano casuale per poi iniziare a spogliarmi cantando e ballando a ritmo di Angel With A Shotgun.
Entro nella doccia cominciando a far scorrere l’acqua sul mio corpo facendomi venire la pelle d’oca; dopo un abbondante quarto d’ora mi avvolgo nella salvietta spugnosa color caramello e mi tampono i capelli, il suono del campanello mi smuove dai miei pensieri così sono costretta a spegnere la musica e precipitarmi al pian terreno.
“Arrivo” Urlo cercando di intrattenere chi ha suonato.
Guardo nello spioncino rivelando la figura di Ashton sulla porta, intendo a guardare la chiave della sua moto nella sua mano.
“Ash, ti apro subito” Sorrido mentre apro la porta, maledicendomi nel momento esatto in cui ho girato la chiave, permettendogli di entrare, rendendomi conto di essere avvolta nella salvietta.
“Ti ho disturbata?” Deglutisce soffermandosi sulle mie gambe troppo, e sottolineo troppo, scoperte in presenza di un ragazzo.
“Uhm no, vado a cambiarmi, scusa ecco mi sono accorta solo ora di essere ancora in salvietta” Mi allontano imbarazzata.
“Non ti devi scusare” Dice con voce bassa facendomi perdere un battito.
“E’ meglio che vada a cambiarmi” Indico le scale indietreggiando tenendomi ben salda la salvietta sul corpo.
“Forse è meglio” Continua a fissarmi mentre i suoi occhi si scuriscono improvvisamente.
Trattengo il fiato per tutta la scalinata per poi buttarlo fuori solo quando ho superato il confine di camera mia, respirando affannosamente facendo abbassare e alzare il petto.
Mi infilo una tuta con una felpa senza cerniera, chiudo la porta della stanza e lo raggiungo; lo trovo in salotto esattamente dove lo avevo lasciato, è immobile nella stessa posizione, mi schiarisco la voce attirando la sua attenzione su mi me.
“Mi dispiace, scusa davvero, non volevo” Abbasso lo sguardo, possibile che io faccia solo ed esclusivamente figuracce?
“Non è stata una brutta vista, anzi” Sussurra l’ultima parola con voce roca fissandomi negli occhi facendomi percorrere da una serie di brividi.
“Bhe, non mi hai ancora detto perché sei venuto” Cerco di cambiare discorso visto che l’aria in questa stanza sta iniziando a diventare pesante.
“Certo, visto che non sai dove abito, avevo pensato che sarei potuto passarti a prenderti, che ne dici?” La festa, giusto la festa. 
Me n’ero completamente dimenticata, ecco perché ho definito questa giornata meravigliosa, perché non mi era passato neanche nell’anticamera del cervello che dovevo andare alla festa di Ashton.
Probabilmente deve notare la mia faccia stupita e spaesata, perché tossisce riportandomi alla realtà.
“Sai quella di cui ti aveva parlato Luke, ricordi?” Chiede avvicinandosi.
“Uhm si certo, stavo solo pensando, ma non dovresti accogliere gli invitati?” 
“Si, infatti passo a prenderti un po’ prima, sempre se ti va” Inclina la testa per osservare meglio la mia reazione.
“Va bene” Sorrido facendogli illuminare il volto, spero che sia una festa tranquilla senza musica troppo alta, perché davvero non sono il mio genere.
Preferisco stare alla larga da quel genere di ambiente, non succedono mai delle cose raccomandabile e poi sono sempre tutti ubriachi.
“Passo alle 7.30 allora, ci vediamo dopo” Sorride per poi andarsene.
“Uhm Ash, vuoi, ecco, bere qualcosa?” Sinceramente, sarebbe indifferente se si fermasse o meno, ma per educazione mi hanno insegnato a offrire sempre qualcosa da bere agli ospiti.
“Resterei molto volentieri, ma devo scappare, devo aiutare Luke con il trasloco dei suoi genitori” Sorride salutandomi con la mano.
“Salutamelo” Ricambio per poi accompagnarlo alla porta e chiuderla con due giri di chiave.

***

Non ho molta voglia di mettermi un paio di jeans che mi comprimono così opto per un paio di leggins neri e una maglia leopardata per andare in libreria.
Raggiunto il negozio saluto la signora Sophie e mi accomodo nella sedia in pelle nera bella comoda incrociando le gambe su di essa.
Spero di divertirmi stasera, ma più che altro spero di pentirmi.

Nightmare (revision)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora