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«Noi torniamo allo studentato?»

«Ma non se ne parla nemmeno! Sei fuori? Non guido mai se nelle ultime tre ore ho bevuto. È una mia regola».

«E allora... allora dove andiamo?»

«Be', prima di tutto vediamo di trovare mio fratello, e poi ci buttiamo in camera sua».

«Che cosa? No! Non ho intenzione di dormire nella sua stanza».

«Calmati, Lou, ci saremo solo io e te. Mi prendo sempre la sua stanza dopo queste feste». Mi spinse verso la porta, in fondo al prato.

Borbottai qualcosa e cercai di tenere il passo, rischiando quasi di perdermi le scarpe.

«Sìììì, Niall e Carne Fresca dormono qui stanotte!». Niall raggiunse di corsa Drew e un altro ragazzo che non conoscevo. Stavano buttando giù uno shot dopo l'altro, ghignando con gli occhi fissi sul mio culo.

«Bene, bene. Guarda un po', è proprio il cucciolo».

Mi irrigidii all'istante e mi accigliai quando lo vidi avvicinarsi.

Strinsi gli occhi e sfoggiai un sorriso falso.

«Quasi non ti riconoscevo, senza un tipo appiccicato addosso».

Drew e l'altro ridacchiarono.

Si allungò verso di me e con voce roca mi sussurrò: «Forse a questo puoi rimediare tu, no? Non ho ancora esaurito tutte le mie energie, stasera».

Accidenti, ma perché doveva essere così sexy? Tutto il mio corpo stava praticamente cantando di gioia a sentirlo così vicino.

Mi allontanai e risposi con l'espressione più innocente che avevo: «Oh, mi dispiace, ma non ho nessuna malattia sessualmente trasmissibile: non sono il tuo tipo».

Drew per poco non si strozzò e Niall sputò il suo shot su tutto il bancone. Tossì e sputacchiò, ma alla fine riuscì a comporsi e riprese la parola: «Harry, è meglio se lasci in pace il mio compagno di stanza. Vi ho già detto che è off limits».

Distolsi gli occhi da quel tipo per guardare Niall. «Lo conosci?».

Tutti scoppiarono a ridere, tranne lui. Le sopracciglia sollevate, la bocca perfetta appena dischiusa: non era certo abituato a essere rifiutato.

«Be, sì, considerato che è mio fratello».

Oh. Merda. Il calore si irradiò istantaneamente alle mie guance, e feci un passo indietro.

«Aspetta, Louis: è lui il ragazzo di cui mi parlavi? Lo stronzo?».

Spalancai gli occhi e abbassai la testa.

«Hai detto che sono uno stronzo? Io?». Harry scoppiò a ridere e si voltò verso il bar. «Parla lui che praticamente mi ha dato del puttaniere».

«Non essere scortese con il mio amico, Harry!». Niall si fece un altro shot, poi gli diede un cazzotto sul braccio, anche se probabilmente lui nemmeno se ne accorse.

Senza aggiungere altro, me ne tornai fuori, alla mia sedia nell'angolo buio, e lì rimasi finché non spensero la musica. Di regola non mi facevo prendere in giro dagli altri ragazzi, ma mi sentivo da cani al pensiero di aver maltrattato il fratello del mio compagno di stanza. Per non parlare del fatto che in quel momento ci trovavamo a casa sua e stavamo per passare la notte nella sua camera.

Seppellii il volto tra le mani, con i gomiti sulle ginocchia, e mi lasciai sfuggire un gemito. Avrei dovuto tenere la bocca chiusa.

Come se avesse capito che stavo pensando a lui, Harry si mise a sedere accanto a me. Scostai la mano e guardai quegli occhi verdi, così oscuri.

«Ti stai nascondendo?». Di nuovo quel maledetto sorriso sexy.

«È così evidente?».

Si guardò intorno, esaminò il cortile deserto; poi mi guardò di nuovo. «Un pochino». Stiracchiò le gambe lunghe e si sistemò meglio sulla sedia. «Dimmi, che ci fa un ragazzo come te alla mia festa?».

Mi infuriai e fui letteralmente costretto a mordermi la lingua.

«Non so bene che cosa intendi, ma sono stato invitato».

Ero stato più scortese di quanto avessi voluto, ma non avevo alcuna intenzione di chiedergli scusa. Aveva smesso di sghignazzare e sembrava piuttosto infuriato.

«Non devi mica avere un invito per venire alla festa, ma se non te se nei accorto, questo non è esattamente il tuo ambiente, cucciolo». Sbuffò.

Spalancai la bocca - credo si sia anche sentito il rumore della mascella - e poi mi affrettai a richiuderla.

Aveva ragione, certo, però... era stato molto sgarbato. Anch'io lo avevo insultato, ma stavo comunque scherzando.

«Se sei così disgustato, sentiti libero di restare al college la prossima volta». Si alzò in fretta e mi lanciò un'altra occhiata, poi si girò e se ne andò.

Accidenti. Ero arrivato da poco più di ventiquattr'ore e il mio soggiorno in California stava già prendendo una brutta piega.

«Harry», la mia voce lo fermò. «Mi dispiace davvero, ho esagerato».

Si voltò a guardarmi, con la testa inclinata. Dato che continuava a fissarmi con un'espressione confusa, proseguii: «Mi hanno insegnato a non lasciarmi intimidire, ma ho calcato un po' la mano. Quindi ti chiedo scusa. Non ti conosco, non dovrei giudicarti».

Lui non riuscì a trattenere una risata: gli angoli della bocca s'incurvarono verso l'alto. Scosse la testa, sembrava ancora confuso, e ora anche leggermente stupito. Poi si voltò e si incamminò verso la casa.

Sarà una lunga notte, pensai. Se avessi avuto la minima idea di dove ci trovavamo, avrei cercato di tornare al campus a piedi.

«Loooueeeh!». Mi voltai e vidi Niall che stava uscendo dalla porta barcollando. «Louis, vieni dentro, se ne sono andati tutti!».

Quando lo raggiunsi, mi prese sottobraccio e mi portò in soggiorno. «Allora, hai baciato qualcuno stasera?». Sollevò entrambe le sopracciglia, sembrava quasi che facesse fatica a tenerle dov'erano.

«No», mormorai.

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora