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La mattina successiva mi svegliarono le labbra di Zayn sul collo. Sorrisi piano e gli accarezzai la testa. «Voglio svegliarmi in questo modo ogni mattina». Avevo la voce impastata di sonno. Ridacchiò contro la mia gola e poi la baciò, un bacio caldo che mi costrinse a mordermi le labbra per bloccare il sospiro che stava per sfuggirmi dal petto.

«Questo significa che posso tenerti con me?»

«Basta che mi dividi con Ni'. Credo che, altrimenti, mi rapirebbe».

Zayn aveva delicatamente spostato il colletto della camicia che indossavo e rideva, le labbra vicinissime alla mia clavicola. «Sono andato all'asilo, cosa credi? Lì mi hanno insegnato a condividere le cose».

La sua risposta mi strappò una risata, gli accarezzai il volto e gli diedi un rapido bacio. «Be', io non voglio che mi dividi con nessuno».

«E infatti non ne ho nessuna intenzione». Si tirò su appoggiandosi su un gomito e con il pollice mi sfiorò la guancia.

«Voglio che tu sia il mio ragazzo, Louis». Un lento sorriso si allargò sul mio volto: dentro, stavo esplodendo di gioia.

Era sabato mattina, ci eravamo conosciuti solamente giovedì, ma non avevo affatto l'impressione che stessimo correndo troppo. C'era qualcosa in quel dio dall'aria pericolosa che mi faceva sentire al sicuro, mi faceva stare bene. Avevo la sensazione che fosse la cosa giusta. L'intensità di ciò che provavo mi faceva quasi paura, ma era incredibilmente eccitante aver trovato una persona che mi trasmetteva emozioni così forti.

Avvicinai il volto al suo, mi fermai a pochissimi centimetri. «Voglio solo essere il tuo ragazzo», sussurrai contro le sue labbra.

Zayn mi baciò con passione, ma quando gli passai le dita sui fianchi e le fermai sull'orlo delle mutande, mi bloccò la mano e la allontanò. «Mi sono appena risvegliato con il ragazzo più bello che sia mai stato al mio fianco, e ha accettato di mettersi con me. Se continui a toccarmi... be', diciamo che non posso prometterti di riuscire a controllarmi».

Catturai di nuovo la sua bocca e gli passai una gamba sul fianco, inarcando il corpo contro il suo. All'improvviso sentii con assoluta intensità che i boxer che aveva addosso e i miai pantaloncini da basket erano le uniche cose che ci separavano, e a quanto pareva lo sapeva benissimo anche lui. Non volevo spingermi oltre, avevo solo bisogno di stargli il più vicino possibile.

Sfortunatamente, lui me lo impedì. Mi spinse via, si tirò su ridendo, poi scosse la testa. «Vado a fare il caffè».

Io misi il broncio e mi lasciai ricadere sui cuscini. «Va bene».

Fece un mezzo sorriso mentre si chinava per darmi un casto bacio. «Volevo passare la giornata con te qui nel letto, ma se adesso mi costringi a darmi una calmata, dovremmo inventarci qualcos'altro».

Mi tuffai subito sotto le coperte. «Farò il bravo. Lo prometto», mormorai.

Due profondi occhi marroni scrutarono a lungo i miei. «Non c'è fretta, Louis. Non devi dimostrare nulla, né a me né a nessun altro. Facciamo le cose con calma, ok?».

Il mio volto si colorò di un rosso acceso. «Ci sei andato piano con gli altri ragazzi?».

Non ero sicuro di volerlo sapere, ma un dubbio mi torturava: non aveva voluto spingersi oltre perché non mi desiderava in quel senso? Di sicuro non assomigliavo per niente al suo ultimo ragazzo, Mich. Quel tipo sembrava una specie di orribile Ken.

Lui sospirò e abbandonò la testa sulla mia spalla. «No. Ma so che cosa stai pensando, e ti sbagli».

Io non dissi nulla: aspettai solo si spiegasse meglio, e dopo qualche attimo di imbarazzante silenzio, parlò.

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora