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Presi le chiavi e saltai sulla Expedition. Corsi a casa sua per scoprire di quale sorpresa si trattasse, e perché fosse già sveglio a quell'ora. Cercai di fare piano, volevo entrare in camera sua senza svegliare nessuno, ma la voce profonda di Zayn mi colse di sorpresa.

«Ehi, Louis, ma dov'eri ieri sera?».

Mi voltai e lo vidi appoggiato sul tavolo della cucina, con una tazza piena di caffè in mano. Il mio cuore si fermò quando lo guardai in quegli occhi grigi. Volevo stringerlo tra le braccia e cancellare gli ultimi cinque mesi.

«Oh, avevo la febbre».

«Oh, certo. Sì, capisco. Come va, piuttosto?»

«Tutto bene», risposi piano, e scrutai il suo volto con attenzione mentre dicevo: «È un maschio».

Un giorno, quando eravamo stati in Arizona per Natale, ero in cucina e stavo aiutando sua madre a cucinare, e Zayn scherzando aveva detto che mi mancava solo un bambino e poi sarebbe stato un quadretto perfetto. Gli avevo tirato un guanto da forno, lui si era abbassato e poi era venuto da me, mi aveva stretto tra le braccia e mi aveva baciato il collo.

Aveva giurato che stava solo scherzando, ma mi aveva anche detto che quando sarebbe venuto il momento giusto lui avrebbe preferito un maschio, per dargli il nome di suo padre. Io non ero ancora pronto per parlare di matrimonio, ma preso dall'atmosfera gioiosa di quel giorno mi ero messo a ridere e gli avevo promesso di adottare un maschietto il prima possibile.

Anche se stavamo solo scherzando, avevo visto il sorriso allargarsi sul suo volto, gli occhi che scintillavano. Mi si strinse il cuore a quel ricordo.

Fece un sospiro e chiuse gli occhi. Probabilmente anche lui pensava alla stessa scena. «È... voglio dire, è fantastico, Louis. Sono contento per te».

«Allora, come mai sei già sveglio così presto?».

Lui sbatté gli occhi e distolse lo sguardo dalla mia pancia prima di riprendere la tazza. «Ieri notte non riuscivo a dormire, perciò stamattina sono andato a fare surf».

«Belle onde?»

«Non male». Scrollò le spalle.

«E tu perché sei qui così presto? Pensavo che Harry fosse tornato a casa dei suoi ieri notte».

«No, è rimasto qui. Mi ha mandato un messaggio poco fa chiedendomi di venire. A proposito, meglio se vado ad avvertirlo che sono arrivato».

Io e Zayn ci eravamo scambiati a malapena qualche parola dopo esserci lasciati, e onestamente mi sarebbe piaciuto tantissimo sedermi sul divano e parlargli per ore: c'erano così tante cose che volevo raccontargli.

Zayn annuì piano e mi scoccò un rapido sorriso. «È stato bello vederti, Louis».

«Anche per me».

Mi avvicinai al corridoio e mi voltai: mi stava ancora fissando con un'espressione triste, la stessa che gli avevo visto dipinta in volto tutte le volte che ci eravamo incontrati nel corso degli ultimi mesi.

«Non ho mai voluto farti del male, Zayn. Spero che tu lo sappia».

Corsi lungo il corridoio e girai la maniglia della camera di Harry. Era chiusa a chiave, perciò bussai e rimasi impalato per qualche secondo, appoggiando l'orecchio alla porta.

Nessun rumore dall'interno. Probabilmente si era riaddormentato, dato che ci avevo messo così tanto a raggiungerlo. Con un sospiro mi girai di nuovo e tornai in cucina, Zayn stava pulendo la sua tazza. Stava quasi per andarsene, ma si fermò quando mi vide.

Ti lascio ma restiamo amici || Larry&Zouis remakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora